A difesa della «sanità morale della nazione». Prostituzione e controllo sociale nell’Italia fascista

The paper highlights the measures of criminal policy in the matter of prostitution during the fascist dictatorship. Firstly, it focuses on legal provisions set out by Penal Code of 1930. Secondly, it examines the regulatory regime of health and police surveillance laid down − respectively− in Regulation No. 846/1923 and in Laws on public security of 1926 and 1931 and its implementing regulation. The aim of this paper is, on the one hand, to underline the main changes in the prostitution’s legal framework during the fascist period, to other hand, to explore a technique of social control of prostitution set to re-emerge, under the outline, throughout the new Republican Constitution Era.

Il contributo esamina i principali indirizzi di politica criminale del regime in materia di prostituzione. L’analisi si concentra in primo luogo sulla disciplina contenuta nel codice penale del 1930 per poi passare ad analizzare il complesso delle disposizioni relative alla vigilanza sanitaria e alle misure di polizia, sancite - rispettivamente – nel regolamento di profilassi per le malattie veneree e sifilitiche del 1923 e nei T.U. delle leggi di pubblica sicurezza del 1926 e del 1931 e del relativo regolamento di attuazione. L’obiettivo è quello di evidenziare da un lato le linee di frattura della normativa del ventennio rispetto all’esperienza dell’Italia liberale, dall’altro i tratti principali di una tecnica di controllo sociale del fenomeno prostituzionale destinati spesso a riemergere, in un’ottica di soggiacente continuità, ben oltre il tornante della Costituzione repubblicana.