L’articolo è suddiviso in tre parti. La prima, intitolata De Gasperi e la “Terza Via”, prende in considerazione i tre suddetti interventi nei quali lo statista trentino ebbe modo di richiamarsi direttamente all’opera dell’economista tedesco, in ordine alla nozione di “Terza Via”. In modo particolare, evidenziando la vicinanza di idee tra una certa cultura neoliberale e neo popolare, divenuta democristiana con l’avvento del secondo Dopoguerra. In secondo luogo, sottolineando l’anacronismo di un certo anticlericalismo liberale, così come di un certo antiliberalismo nutrito da ambienti religiosi. Infine, De Gasperi enfatizza i possibili concreti punti d’incontro tra cultura politica popolare e cultura politica liberale, individuando nel collettivismo e nel totalitarismo i nemici comune, da contenere combattendo la massificazione e l’atomizzazione della società. Nella seconda parte: Röpke e la “Terza Via”, si analizza il concetto di “Terza Via” di Röpke, prendendo le distanze da un’interpretazione della stessa che replicherebbe i limiti ideologici presenti nelle due “Vie” fondamentali: il “capitalismo” e il “socialismo”; la “Terza Via” di Röpke non è la media aritmetica tra “capitalismo” e “socialismo”, bensì è l’esito di una valutazione in merito al valore qualitativo dell’intervento pubblico che, al di là della quantità, dovrà dimostrare di essere qualitativamente conforme al regime di concorrenza. La terza ed ultima parte: Uno Stato forte per una società libera, prendendo spunto da una nozione di “Terza Via” che disegna un ordinamento politico ed economico rule oriented, piuttosto che task oriented, si concentra sul fenomeno totalitario, in quanto esito del monopolio del politico sul sociale, regno della discrezionalità politica, economica e finanziaria, dove il presunto fine buono giustificherebbe qualsiasi mezzo, anche il più nefasto, e quando è buono lo decide il Principe.

Alcide De Gasperi, Wilhelm Röpke e l’Economia Sociale di Mercato Popolarismo e liberalismo tra memoria e futuro

Flavio Felice
2020-01-01

Abstract

L’articolo è suddiviso in tre parti. La prima, intitolata De Gasperi e la “Terza Via”, prende in considerazione i tre suddetti interventi nei quali lo statista trentino ebbe modo di richiamarsi direttamente all’opera dell’economista tedesco, in ordine alla nozione di “Terza Via”. In modo particolare, evidenziando la vicinanza di idee tra una certa cultura neoliberale e neo popolare, divenuta democristiana con l’avvento del secondo Dopoguerra. In secondo luogo, sottolineando l’anacronismo di un certo anticlericalismo liberale, così come di un certo antiliberalismo nutrito da ambienti religiosi. Infine, De Gasperi enfatizza i possibili concreti punti d’incontro tra cultura politica popolare e cultura politica liberale, individuando nel collettivismo e nel totalitarismo i nemici comune, da contenere combattendo la massificazione e l’atomizzazione della società. Nella seconda parte: Röpke e la “Terza Via”, si analizza il concetto di “Terza Via” di Röpke, prendendo le distanze da un’interpretazione della stessa che replicherebbe i limiti ideologici presenti nelle due “Vie” fondamentali: il “capitalismo” e il “socialismo”; la “Terza Via” di Röpke non è la media aritmetica tra “capitalismo” e “socialismo”, bensì è l’esito di una valutazione in merito al valore qualitativo dell’intervento pubblico che, al di là della quantità, dovrà dimostrare di essere qualitativamente conforme al regime di concorrenza. La terza ed ultima parte: Uno Stato forte per una società libera, prendendo spunto da una nozione di “Terza Via” che disegna un ordinamento politico ed economico rule oriented, piuttosto che task oriented, si concentra sul fenomeno totalitario, in quanto esito del monopolio del politico sul sociale, regno della discrezionalità politica, economica e finanziaria, dove il presunto fine buono giustificherebbe qualsiasi mezzo, anche il più nefasto, e quando è buono lo decide il Principe.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11695/95540
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