La razionalità moderna si radica precipuamente nell'esercizio dell'intelletto 'calcolante'. In confronto a ciò, il superamento della modernità implica una nuova coscienza logico-epistemologica, fondata sulla constatazione che il principio intellettualistico della causalità unidirezionale, ossia lineare, è idoneo per affrontare problemi concernenti due o poche variabili, e al massimo per situazioni complicate, ma non certo per quelle complesse. La complicazione afferisce a realtà meccanicamente strutturate, che possono venir conosciute riducendole alle loro componenti di base e alle relative modalità di funzionamento, poiché per esse può ancora valere il principio dell'anteriorità delle parti rispetto al tutto. A fronte delle realtà complicate, sussiste la complessità dei sistemi organicamente strutturati, come i sistemi biologici o quelli sociali, per i quali vige invece il principio, di ascendenza aristotelica, del primato della totalità sulle parti, e che richiedono i l modello euristico della causalità circolare, per cui l'effetto è anche una causa e viceversa. Sul piano giuridico, rispetto alla teoria 'pura' del diritto, che pur prende le distanze dal formalismo attribuendolo soltanto al proprio 'oggetto' di conoscenza, cioè al diritto posto, e non già a se stessa in quanto 'conoscenza' di tale oggetto, la teoria 'funzionalistico-sistemica' del diritto rileva maggiormente i limiti del formalismo, e della logica identitaria che ne è alla base. Nel saggio viene sostenuto che l'orientamento auspicabile è in direzione non già di una negazione del formalismo e del paradigma causalistico sotteso alla logica formale, né tantomeno del paradigma applicativo sotteso al normativismo di un 'diritto per regole', ma in direzione di un 'metaformalismo' che integri dialetticamente, nel sostanzialismo di un 'diritto per princìpi', premesse e conseguenze, causalità e finalità, forma e sostanza, oltreché regole e princìpi, a partire da una causalità non più rigidamente ' lineare', ma progressivamente 'circolare'.

Logica e diritto nel superamento della modernità

TRONCARELLI, Barbara
2003-01-01

Abstract

La razionalità moderna si radica precipuamente nell'esercizio dell'intelletto 'calcolante'. In confronto a ciò, il superamento della modernità implica una nuova coscienza logico-epistemologica, fondata sulla constatazione che il principio intellettualistico della causalità unidirezionale, ossia lineare, è idoneo per affrontare problemi concernenti due o poche variabili, e al massimo per situazioni complicate, ma non certo per quelle complesse. La complicazione afferisce a realtà meccanicamente strutturate, che possono venir conosciute riducendole alle loro componenti di base e alle relative modalità di funzionamento, poiché per esse può ancora valere il principio dell'anteriorità delle parti rispetto al tutto. A fronte delle realtà complicate, sussiste la complessità dei sistemi organicamente strutturati, come i sistemi biologici o quelli sociali, per i quali vige invece il principio, di ascendenza aristotelica, del primato della totalità sulle parti, e che richiedono i l modello euristico della causalità circolare, per cui l'effetto è anche una causa e viceversa. Sul piano giuridico, rispetto alla teoria 'pura' del diritto, che pur prende le distanze dal formalismo attribuendolo soltanto al proprio 'oggetto' di conoscenza, cioè al diritto posto, e non già a se stessa in quanto 'conoscenza' di tale oggetto, la teoria 'funzionalistico-sistemica' del diritto rileva maggiormente i limiti del formalismo, e della logica identitaria che ne è alla base. Nel saggio viene sostenuto che l'orientamento auspicabile è in direzione non già di una negazione del formalismo e del paradigma causalistico sotteso alla logica formale, né tantomeno del paradigma applicativo sotteso al normativismo di un 'diritto per regole', ma in direzione di un 'metaformalismo' che integri dialetticamente, nel sostanzialismo di un 'diritto per princìpi', premesse e conseguenze, causalità e finalità, forma e sostanza, oltreché regole e princìpi, a partire da una causalità non più rigidamente ' lineare', ma progressivamente 'circolare'.
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