I nuovi punti di vista sul territorio generano immagini di nuovi confini per nuove mappature, ma sono gli immaginari che spostano significati, valori e persone. Lo spunto proposto per questa riflessione parte dalla sovrapposizione di due nuovi tipi di immagini dell’Italia : quella notturna e quella del rischio sismico. Sono immagini relativamente nuove nella cultura di massa ed alimentano due immaginari molto diversi, mentre la satellitare notturna è condivisa gioiosamente nei social con gli astronauti della base orbitante internazionale, quella del rischio sismico viene temuta per la prevedibilità spaziale delle catastrofi. Due paradigmi emotivi opposti che si incastrano anche visivamente come un calco con il suo controcalco, come un positivo con il negativo fotografico che lo ha generato. I nuovi punti di vista sul territorio generano immagini di nuovi confini per nuove mappature, ma sono gli immaginari che spostano significati, valori e persone.Questa coincidenza non è casuale, ma rappresenta una migrazione interna di significati, valori e persone durata secoli ed un dibattito politico e scientifico storicamente ininterrotto. Urbanesimo metropolitano e spopolamento delle aree interne, la prima come risposta forzata ma costante ad una spinta artificiale, l’altra come risposta istintiva anche all’emergenza causata da eventi catastrofici naturali. Tutte e due queste tendenze vengono alimentate dall’immaginario della ricerca di un altrove per una vita migliore, nonostante il degrado delle condizioni di vita metropolitana e i desideri profondi di radicamento che animano le ricostruzioni di ogni post-terremoto (G.Manfredi, D.Asprone) . Le rappresentazioni di questi due fenomeni, nella rete della comunicazione globale, alimentano due registri emotivi opposti nella totale inconsapevolezza e casualità dei mezzi, degli intenti e degli attori che partecipano a due processi storici che continuano a generare scomposte declinazioni interferenti proprio nei linguaggi fattuali e amministrativi che dovrebbero curarne i danni. Vediamo a puro titolo di esempio i più recenti : Piani di Azione per l’Energia Sostenibile (PAES), Piani d'Azione per l'Energia Sostenibile ed il Clima (PAESC), Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR), Detrazioni fiscali per vari tipi di adeguamenti : SISMA BONUS + ECO BONUS + BONUS VERDE URBANO, leggi regionali sulla Rigenerazione Urbana in sostituzione del Piano Casa, legge nazionale per il Verde Urbano. Buoni propositi supportati da quale immaginario salvifico che dovrebbe animare questo sforzo collettivo di auto-adeguamento? A fronte di una inesorabile dispersione di energie, attraverso l’effetto entropico dei sistemi burocratici, la misteriosa empatia che lega queste due immagini affiancate ci sfida, svelandoci senza mediazione una profonda verità storica sulle migrazioni interne verso le aree urbane. Quale immaginario potrebbe invertire questa questo flusso polarizzato verso l’inarrestabile consumo di suolo naturale a favore della crosta urbana ? Lo sforzo che qui si propone è puramente interpretativo per accompagnare immagini ed immaginari che possano fondere il negativo dello stato di fatto socio-economico con il positivo dello stato dell’arte tecnico-scientifica. È giunto il momento di un imminente salto di scala verso una «Glocalopoli», rete di città, fatta di architetture viventi grazie ad un nuovo immaginario biomeccanico che possa renderci consapevoli di essere la componente biologica più pregiata e potente di quel sofisticato sistema ibrido della meccanica antropica che da millenni ci fa colonizzare il pianeta.

L'Italia di notte

Stefano Panunzi
2017-01-01

Abstract

I nuovi punti di vista sul territorio generano immagini di nuovi confini per nuove mappature, ma sono gli immaginari che spostano significati, valori e persone. Lo spunto proposto per questa riflessione parte dalla sovrapposizione di due nuovi tipi di immagini dell’Italia : quella notturna e quella del rischio sismico. Sono immagini relativamente nuove nella cultura di massa ed alimentano due immaginari molto diversi, mentre la satellitare notturna è condivisa gioiosamente nei social con gli astronauti della base orbitante internazionale, quella del rischio sismico viene temuta per la prevedibilità spaziale delle catastrofi. Due paradigmi emotivi opposti che si incastrano anche visivamente come un calco con il suo controcalco, come un positivo con il negativo fotografico che lo ha generato. I nuovi punti di vista sul territorio generano immagini di nuovi confini per nuove mappature, ma sono gli immaginari che spostano significati, valori e persone.Questa coincidenza non è casuale, ma rappresenta una migrazione interna di significati, valori e persone durata secoli ed un dibattito politico e scientifico storicamente ininterrotto. Urbanesimo metropolitano e spopolamento delle aree interne, la prima come risposta forzata ma costante ad una spinta artificiale, l’altra come risposta istintiva anche all’emergenza causata da eventi catastrofici naturali. Tutte e due queste tendenze vengono alimentate dall’immaginario della ricerca di un altrove per una vita migliore, nonostante il degrado delle condizioni di vita metropolitana e i desideri profondi di radicamento che animano le ricostruzioni di ogni post-terremoto (G.Manfredi, D.Asprone) . Le rappresentazioni di questi due fenomeni, nella rete della comunicazione globale, alimentano due registri emotivi opposti nella totale inconsapevolezza e casualità dei mezzi, degli intenti e degli attori che partecipano a due processi storici che continuano a generare scomposte declinazioni interferenti proprio nei linguaggi fattuali e amministrativi che dovrebbero curarne i danni. Vediamo a puro titolo di esempio i più recenti : Piani di Azione per l’Energia Sostenibile (PAES), Piani d'Azione per l'Energia Sostenibile ed il Clima (PAESC), Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR), Detrazioni fiscali per vari tipi di adeguamenti : SISMA BONUS + ECO BONUS + BONUS VERDE URBANO, leggi regionali sulla Rigenerazione Urbana in sostituzione del Piano Casa, legge nazionale per il Verde Urbano. Buoni propositi supportati da quale immaginario salvifico che dovrebbe animare questo sforzo collettivo di auto-adeguamento? A fronte di una inesorabile dispersione di energie, attraverso l’effetto entropico dei sistemi burocratici, la misteriosa empatia che lega queste due immagini affiancate ci sfida, svelandoci senza mediazione una profonda verità storica sulle migrazioni interne verso le aree urbane. Quale immaginario potrebbe invertire questa questo flusso polarizzato verso l’inarrestabile consumo di suolo naturale a favore della crosta urbana ? Lo sforzo che qui si propone è puramente interpretativo per accompagnare immagini ed immaginari che possano fondere il negativo dello stato di fatto socio-economico con il positivo dello stato dell’arte tecnico-scientifica. È giunto il momento di un imminente salto di scala verso una «Glocalopoli», rete di città, fatta di architetture viventi grazie ad un nuovo immaginario biomeccanico che possa renderci consapevoli di essere la componente biologica più pregiata e potente di quel sofisticato sistema ibrido della meccanica antropica che da millenni ci fa colonizzare il pianeta.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11695/78563
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