Nel corso del XIX secolo un intenso dibattito sull’istruzione agraria portò alla nascita di scuole di agricoltura e di altre forme di diffusione delle conoscenze tecniche, come le società economiche, le colonie agricole, i comizi agrari e le cattedre ambulanti. Si trattò di un grande sforzo culturale per il miglioramento dell'agricoltura italiana, collegato al progresso delle scienze e al ruolo dello Stato. Anche nel Regno delle Due Sicilie gli anni ’40 sembrano segnare una svolta, con la riforma della pubblica istruzione e la creazione, nel 1847, del Ministero di Agricoltura industria e commercio. Nel corso degli anni ’50 si ebbero iniziative più decentrate con l’inserimento dell’insegnamento agrario nelle scuole di secondo grado. Gli studi sulla circolazione delle conoscenze sembrano indicare che non ci fu un isolamento della cultura agraria del Mezzogiorno, ma piuttosto una sua integrazione con quella europea ed italiana, in particolare con quella toscana. Non mancavano, dunque, risorse umane e idee, che tuttavia dovettero scontrarsi con un tessuto politico sostanzialmente inadeguato ed una limitata disponibilità di capitali per l’innovazione.

Economia e conoscenza. Scuola e agricoltura nel Mezzogiorno a cavallo dell’Unità

PAZZAGLI, Rossano
2011-01-01

Abstract

Nel corso del XIX secolo un intenso dibattito sull’istruzione agraria portò alla nascita di scuole di agricoltura e di altre forme di diffusione delle conoscenze tecniche, come le società economiche, le colonie agricole, i comizi agrari e le cattedre ambulanti. Si trattò di un grande sforzo culturale per il miglioramento dell'agricoltura italiana, collegato al progresso delle scienze e al ruolo dello Stato. Anche nel Regno delle Due Sicilie gli anni ’40 sembrano segnare una svolta, con la riforma della pubblica istruzione e la creazione, nel 1847, del Ministero di Agricoltura industria e commercio. Nel corso degli anni ’50 si ebbero iniziative più decentrate con l’inserimento dell’insegnamento agrario nelle scuole di secondo grado. Gli studi sulla circolazione delle conoscenze sembrano indicare che non ci fu un isolamento della cultura agraria del Mezzogiorno, ma piuttosto una sua integrazione con quella europea ed italiana, in particolare con quella toscana. Non mancavano, dunque, risorse umane e idee, che tuttavia dovettero scontrarsi con un tessuto politico sostanzialmente inadeguato ed una limitata disponibilità di capitali per l’innovazione.
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