Nell’ascesa professionale di Carlo Fontana il periodo compreso tra il 1675 e il 1690 fu decisivo. Se intorno alla metà dell’ottavo decennio, in un’occasione importante come il completamento di Santa Maria in Montesanto, l’architetto lombardo fu ancora costretto ad agire sotto la tutela di Gian Lorenzo Bernini, alla fine del nono egli era ormai divenuto l’attore principale della scena architettonica romana, e la sua fama cominciava a diffondersi oltre i confini dello Stato della Chiesa. In quello stesso arco di tempo l’editore Giovanni Giacomo De Rossi produsse alcuni libri di stampe dedicati all’illustrazione dei più importanti edifici della Roma moderna e contemporanea: sia le residenze (Nuovi disegni delle architetture e piante dei palazzi di Roma, del 1675 circa), sia le chiese, di cui vennero presentate prima le facciate (Insignium Romae Templorum Prospectus, usciti nel 1683 e in una nuova edizione ampliata nel 1684), e poi per la prima volta anche gli interni (Disegni di vari Altari e Cappelle, del 1688 o 1689). Il contributo che qui si propone per il convegno “Carlo Fontana (1638-1714) Celebrato Architetto” affronterà il tema del rapporto tra queste pubblicazioni e la strategia adottata da Carlo Fontana nella costruzione del proprio successo professionale. A questo riguardo, è ben nota l’importanza che il maestro comasco attribuì alla produzione di libri autocelebrativi, e sono state attentamente studiate – specialmente da Hellmut Hager – le opere letterarie che, dopo un episodio occasionale nel 1668, Fontana cominciò a dare alle stampe con regolarità nell’ultimo decennio del secolo per presentare al pubblico la propria attività progettuale e l’ampiezza e profondità delle proprie competenze di architetto. Quasi mai si è considerato invece che già negli anni precedenti, perseguendo con lucidità la stesso intento promozionale, Fontana si era preoccupato che le sue maggiori realizzazioni figurassero tra le opere illustrate nei volumi De Rossi, ed era giunto ad assicurarsi, nei Disegni di vari Altari e Cappelle, lo spazio di gran lunga più ampio tra quelli concessi agli architetti viventi. La scelta di entrare in rapporto con la stamperia De Rossi si rivelò in seguito per Fontana estremamente opportuna, e forse più importante per lo sviluppo della sua carriera di quanto egli stesso non avesse inizialmente previsto. Infatti sia i Prospectus, sia soprattutto i Disegni s’imposero all’attenzione degli architetti e dei committenti di tutta Europa, tanto che intorno al 1690 entrambe le raccolte furono ristampate in Germania. Queste edizioni tedesche ebbero subito una diffusione vastissima nei territori dell’Impero e non solo in quelli, ed è verosimile che abbiano contribuito a procurare a Fontana quegli incarichi che proprio nel corso degli anni novanta gli giunsero per la prima volta da committenti stranieri come il principe di Liechtenstein, il conte di Sternberg e il conte Martinitz.

La costruzione della carriera di Carlo Fontana: il ruolo delle stampe

ANTINORI, Aloisio
2017-01-01

Abstract

Nell’ascesa professionale di Carlo Fontana il periodo compreso tra il 1675 e il 1690 fu decisivo. Se intorno alla metà dell’ottavo decennio, in un’occasione importante come il completamento di Santa Maria in Montesanto, l’architetto lombardo fu ancora costretto ad agire sotto la tutela di Gian Lorenzo Bernini, alla fine del nono egli era ormai divenuto l’attore principale della scena architettonica romana, e la sua fama cominciava a diffondersi oltre i confini dello Stato della Chiesa. In quello stesso arco di tempo l’editore Giovanni Giacomo De Rossi produsse alcuni libri di stampe dedicati all’illustrazione dei più importanti edifici della Roma moderna e contemporanea: sia le residenze (Nuovi disegni delle architetture e piante dei palazzi di Roma, del 1675 circa), sia le chiese, di cui vennero presentate prima le facciate (Insignium Romae Templorum Prospectus, usciti nel 1683 e in una nuova edizione ampliata nel 1684), e poi per la prima volta anche gli interni (Disegni di vari Altari e Cappelle, del 1688 o 1689). Il contributo che qui si propone per il convegno “Carlo Fontana (1638-1714) Celebrato Architetto” affronterà il tema del rapporto tra queste pubblicazioni e la strategia adottata da Carlo Fontana nella costruzione del proprio successo professionale. A questo riguardo, è ben nota l’importanza che il maestro comasco attribuì alla produzione di libri autocelebrativi, e sono state attentamente studiate – specialmente da Hellmut Hager – le opere letterarie che, dopo un episodio occasionale nel 1668, Fontana cominciò a dare alle stampe con regolarità nell’ultimo decennio del secolo per presentare al pubblico la propria attività progettuale e l’ampiezza e profondità delle proprie competenze di architetto. Quasi mai si è considerato invece che già negli anni precedenti, perseguendo con lucidità la stesso intento promozionale, Fontana si era preoccupato che le sue maggiori realizzazioni figurassero tra le opere illustrate nei volumi De Rossi, ed era giunto ad assicurarsi, nei Disegni di vari Altari e Cappelle, lo spazio di gran lunga più ampio tra quelli concessi agli architetti viventi. La scelta di entrare in rapporto con la stamperia De Rossi si rivelò in seguito per Fontana estremamente opportuna, e forse più importante per lo sviluppo della sua carriera di quanto egli stesso non avesse inizialmente previsto. Infatti sia i Prospectus, sia soprattutto i Disegni s’imposero all’attenzione degli architetti e dei committenti di tutta Europa, tanto che intorno al 1690 entrambe le raccolte furono ristampate in Germania. Queste edizioni tedesche ebbero subito una diffusione vastissima nei territori dell’Impero e non solo in quelli, ed è verosimile che abbiano contribuito a procurare a Fontana quegli incarichi che proprio nel corso degli anni novanta gli giunsero per la prima volta da committenti stranieri come il principe di Liechtenstein, il conte di Sternberg e il conte Martinitz.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11695/75711
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