La globalizzazione pone all’ordine del giorno delle società occidentali la questione del servizio alla persona tra soggetti vicini fisicamente e lontani culturalmente. Anche in Italia, il Servizio sociale deve farsi carico sempre in maggior misura delle problematiche legate a una fase epocale di migrazioni costituite da una massa imponente di rifugiati e richiedenti asilo. Per il Servizio sociale emerge pertanto il compito di promuovere e farsi parte attiva nelle “buone pratiche” che si possono realizzare localmente. Il territorio molisano ha finora dimostrato di saper fare fronte più di altri all’emergenza dei nuovi arrivi (cfr., infra, tab. 2). Finora, tuttavia, l’accoglienza non sempre si è giovata del contributo degli Assistenti sociali, che pure trovano difficoltà notevoli ad inserirsi nel mercato del lavoro. Il Molise, infatti, risente della crisi delle risorse destinate al welfare che colpisce in particolare il Mezzogiorno. Inoltre, si registra un numero elevato di laureati in Servizio sociale il che contribuisce a rendere ancor più difficoltoso l’accesso alla professione. Si propone, quindi, un’ipotesi di lavoro per realizzare una coniugazione ottimale tra il surplus dei migranti forzati e il surplus di operatori dei servizi presenti sul territorio, per mobilitare una “eccedenza” di competenze professionali presenti a livello locale al fine di fare fronte a una “eccedenza” di problemi derivanti da una sfida di ordine globale.
Servizi sociali nel Mezzogiorno: il caso molisano. Operatori sociali e percorsi di accoglienza
MANCINI, Antonio;TAROZZI, Alberto
2017-01-01
Abstract
La globalizzazione pone all’ordine del giorno delle società occidentali la questione del servizio alla persona tra soggetti vicini fisicamente e lontani culturalmente. Anche in Italia, il Servizio sociale deve farsi carico sempre in maggior misura delle problematiche legate a una fase epocale di migrazioni costituite da una massa imponente di rifugiati e richiedenti asilo. Per il Servizio sociale emerge pertanto il compito di promuovere e farsi parte attiva nelle “buone pratiche” che si possono realizzare localmente. Il territorio molisano ha finora dimostrato di saper fare fronte più di altri all’emergenza dei nuovi arrivi (cfr., infra, tab. 2). Finora, tuttavia, l’accoglienza non sempre si è giovata del contributo degli Assistenti sociali, che pure trovano difficoltà notevoli ad inserirsi nel mercato del lavoro. Il Molise, infatti, risente della crisi delle risorse destinate al welfare che colpisce in particolare il Mezzogiorno. Inoltre, si registra un numero elevato di laureati in Servizio sociale il che contribuisce a rendere ancor più difficoltoso l’accesso alla professione. Si propone, quindi, un’ipotesi di lavoro per realizzare una coniugazione ottimale tra il surplus dei migranti forzati e il surplus di operatori dei servizi presenti sul territorio, per mobilitare una “eccedenza” di competenze professionali presenti a livello locale al fine di fare fronte a una “eccedenza” di problemi derivanti da una sfida di ordine globale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.