Il Delfino comune (Delphinus delphis) era una volta considerato la sola specie di delfino esistente e ampiamente diffusa in tutti i mari e oceani del mondo, con alcune sottospecie che presentavano differenti caratteristiche fenotipiche e genetiche. Oggi sono state definite due specie, sulla base di caratteri morfometrici (Heyning & Perrin,1994) confermati da risultati genetici (Rosel et al.,1994); il Delfino comune dal rostro corto, Delphinus delphis (L., 1758), più frequentemente ritrovato nell’Oceano Atlantico, Mar Mediterraneo, Mar Rosso e Mar Nero, ove pure vive la sottospecie D.d.ponticus, e il Delfino comune dal rostro lungo, Delphinus capensis, Gray, 1828, di maggiori dimensioni, che popola aree costiere tropicali e temperate calde dell’emisfero meridionale, con due sottospecie, D.c. capensis e D.c. tropicalis (Jefferson & Van Waerebeek, 2002; Best, 2008). Il presente studio utilizza un approccio di morfometria geometrica come strumento diagnostico, per valutare la variabilità di dimensioni e di forma di crani di delfino comune. Sono stati raccolti più di 200 esemplari da 9 musei europei, per eseguire analisi bidimensionali e tridimensionali. Oltre 1000 foto sono state esaminate utilizzando la tecnica dell’analisi della forma basata sui landmark (shape analysis), per le differenti proiezioni craniche, cioè dorsali, ventrali, occipitali e per le mandibole. Inoltre, in 6 dei suddetti musei sono stati eseguiti rilievi tridimensionali, utilizzando uno scanner Microscribe, su un totale di 97 crani. I metodi della morfometria geometrica sono stati applicati allo studio del dimorfismo sessuale, dell’allometria, delle classi d’età e della variabilità geografica in 8 popolazioni, rappresentative dell’intero areale distributivo della specie. I risultati mostrano che non è rilevabile una differenza di forma in relazione al sesso, sebbene sia riconosciuto un certo grado di dimorfismo sessuale, relativamente alle dimensioni dei crani, negli esemplari appartenenti allo stock del Pacifico occidentale (PW). Nella stessa popolazione è stata effettuata un’indagine di allometria ontogenetica (shape vs size) confermando le variazioni di forma dovute all’accrescimento, oltre alla maggiore dimensione raggiunta dagli esemplari maschi. Lo studio della variabilità geografica ha consentito di caratterizzare le popolazioni di diversa provenienza, soprattutto tra oceani, permettendo inoltre di individuare all’interno dei campioni museali reperti appartenenti alla specie D. capensis e alla sottospecie D. c. tropicalis. Le variazioni di forma rilevate dalle analisi dei dati tridimensionali sono state confermate dagli approfondimenti sulle proiezioni bidimensionali: in generale si rileva una lunghezza maggiore del rostro negli stock Indo-Pacifici occidentali e dell’Oceano Atlantico meridionale (coste occidentali dell’Africa), oltre ad un restringimento del neurocranio. Un’analisi circoscritta sulla variabilità intraspecifica in Delphinus delphis ha infine evidenziato un ampio gradiente di variazione all’interno del gruppo del Mediterraneo che si differenzia in modo particolare sulla base della forma posteriore del cranio (proiezione occipitale) che risulta più bassa e più larga rispetto agli individui dei mari del Nord (AN). In generale si può concludere che i metodi della morfometria geometrica si sono rivelati uno strumento diagnostico molto accurato per un’analisi sulle differenze di forma e dimensione del Delfino comune, una specie di notevole interesse conservazionistico. Tale approccio potrebbe quindi rivelarsi di grande utilità per identificare possibili ESU che richiedono specifica protezione.

Variabilità intraspecifica in Delfino comune, Delphinus delphis (Linnaeus, 1758). L'utilizzo della morfometria geometrica bi- e tridimensionale come strumento diagnostico e conoscitivo

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2012-03-08

Abstract

Il Delfino comune (Delphinus delphis) era una volta considerato la sola specie di delfino esistente e ampiamente diffusa in tutti i mari e oceani del mondo, con alcune sottospecie che presentavano differenti caratteristiche fenotipiche e genetiche. Oggi sono state definite due specie, sulla base di caratteri morfometrici (Heyning & Perrin,1994) confermati da risultati genetici (Rosel et al.,1994); il Delfino comune dal rostro corto, Delphinus delphis (L., 1758), più frequentemente ritrovato nell’Oceano Atlantico, Mar Mediterraneo, Mar Rosso e Mar Nero, ove pure vive la sottospecie D.d.ponticus, e il Delfino comune dal rostro lungo, Delphinus capensis, Gray, 1828, di maggiori dimensioni, che popola aree costiere tropicali e temperate calde dell’emisfero meridionale, con due sottospecie, D.c. capensis e D.c. tropicalis (Jefferson & Van Waerebeek, 2002; Best, 2008). Il presente studio utilizza un approccio di morfometria geometrica come strumento diagnostico, per valutare la variabilità di dimensioni e di forma di crani di delfino comune. Sono stati raccolti più di 200 esemplari da 9 musei europei, per eseguire analisi bidimensionali e tridimensionali. Oltre 1000 foto sono state esaminate utilizzando la tecnica dell’analisi della forma basata sui landmark (shape analysis), per le differenti proiezioni craniche, cioè dorsali, ventrali, occipitali e per le mandibole. Inoltre, in 6 dei suddetti musei sono stati eseguiti rilievi tridimensionali, utilizzando uno scanner Microscribe, su un totale di 97 crani. I metodi della morfometria geometrica sono stati applicati allo studio del dimorfismo sessuale, dell’allometria, delle classi d’età e della variabilità geografica in 8 popolazioni, rappresentative dell’intero areale distributivo della specie. I risultati mostrano che non è rilevabile una differenza di forma in relazione al sesso, sebbene sia riconosciuto un certo grado di dimorfismo sessuale, relativamente alle dimensioni dei crani, negli esemplari appartenenti allo stock del Pacifico occidentale (PW). Nella stessa popolazione è stata effettuata un’indagine di allometria ontogenetica (shape vs size) confermando le variazioni di forma dovute all’accrescimento, oltre alla maggiore dimensione raggiunta dagli esemplari maschi. Lo studio della variabilità geografica ha consentito di caratterizzare le popolazioni di diversa provenienza, soprattutto tra oceani, permettendo inoltre di individuare all’interno dei campioni museali reperti appartenenti alla specie D. capensis e alla sottospecie D. c. tropicalis. Le variazioni di forma rilevate dalle analisi dei dati tridimensionali sono state confermate dagli approfondimenti sulle proiezioni bidimensionali: in generale si rileva una lunghezza maggiore del rostro negli stock Indo-Pacifici occidentali e dell’Oceano Atlantico meridionale (coste occidentali dell’Africa), oltre ad un restringimento del neurocranio. Un’analisi circoscritta sulla variabilità intraspecifica in Delphinus delphis ha infine evidenziato un ampio gradiente di variazione all’interno del gruppo del Mediterraneo che si differenzia in modo particolare sulla base della forma posteriore del cranio (proiezione occipitale) che risulta più bassa e più larga rispetto agli individui dei mari del Nord (AN). In generale si può concludere che i metodi della morfometria geometrica si sono rivelati uno strumento diagnostico molto accurato per un’analisi sulle differenze di forma e dimensione del Delfino comune, una specie di notevole interesse conservazionistico. Tale approccio potrebbe quindi rivelarsi di grande utilità per identificare possibili ESU che richiedono specifica protezione.
Intraspecific variation in common dolphin, Delphinus delphis (Linnaeus, 1758). 2D and 3D geometric morphometrics as diagnostic and exploratory tool
8-mar-2012
Nicolosi, Paola
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11695/66294
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