I percorsi solari sono stati considerati una caratteristica fondamentale della tecnica costruttiva sin dall’antichità. Infatti sia i Sanniti che i romani conoscevano questi principi e li utilizzavano al fine di massimizzare i loro benefici effetti. L’edilizia rurale rappresenta quindi un evoluzione che dai tempi antichi sfrutta le risorse naturali. Generalmente l’orientamento dell’edificio sfrutta il massimo soleggiamento con il lato maggiore rivolto verso il sud che intercetta una maggiore radiazione solare in inverno rispetto a quella estiva. Anche i centri storici dei piccoli paesi si adagiano sui versanti meridionali di in modo da proteggersi dai venti del nord e sfruttare al massimo il soleggiamento invernale. Infatti la realizzazione di una carta della radiazione solare a terra conferma l’ubicazione dell’insediamento urbano in luoghi esposti ad una maggiore radiazione nel periodo invernale. L’individuazione delle caratteristiche bioclimatiche degli edifici rurali è stata attuata mediante una scheda di indagine attraverso la quale scaturiscono rapporti geometrici di forma, esposizione e tipologie murarie. Le finestre sono generalmente dislocate sulle pareti rivolte a sud in quanto i raggi solari sono meno inclinati e quindi, attraverso la finestra, contribuiscono a riscaldare l’ambiente. In estate, invece, i raggi solari sono più inclinati quindi la quantità di radiazione solare che attraversa la finestra è minore rispetto a quella invernale. Gli infissi antichi sono abbastanza rudimentali rispetto a quelli moderni, tuttavia la tipica finestra è dotata di due scuretti interni che vengono chiusi di sera allo scopo di aumentare la resistenza termica. Questa tipologia di finestra, con la sostituzione di nuovo sistema vetrato, riesce ad ottenere un’eccellente capacità isolante. L’istallazione di ulteriori sistemi solari passivi, quali la serra e il portico addossati alle pareti esposte a sud, contribuisce ulteriormente allo sfruttamento della radiazione solare in inverno. Inoltre il portico, se chiuso da vetrate mobili, in inverno si comporta come una serra solare ed in estate, quando le vetrate vengono aperte, lo spazio sotteso dal portico resta completamente ombreggiato e arieggiato. Tuttavia se le soluzioni proposte risultano competitive, le murature tradizionali in pietra calcarea presentano sia vantaggi che svantaggi. Durante l’estate, l’onda di calore attraverso il muro mostra uno sfasamento dell’onda di calore molto alto, superiore alle 12 ore, così pure il fattore di attenuazione risulta molto ridotto tanto da rendere questo tipo di muratura molto competitive dal punto di vista energetico nel periodo estivo. Nel periodo invernale, invece, tale muratura accumula calore grazie alla notevole inerzia termica, però l’elevata trasmittanza termica non la rende competitiva dal punto di vista dell’isolamento. Ecco che la necessità di conservazione del patrimonio rurale si contrappone a quella di aumentare le prestazioni energetiche. Tuttavia, l’attuale normativa, non impone l’obbligo del miglioramento delle prestazioni energetiche per gli edifici esistenti sottoposti a vincolo paesaggistico. Dove però non ci non ci sono vincoli paesaggistici, l’architettura rurale rischia di essere completamente coperta da sistemi isolanti che ne annullano totalmente il linguaggio formale. Una riduzione parziale degli standard normativi sulla trasmittanza, però, almeno nelle zone vincolate, potrebbe migliorare di molto le prestazioni energetiche senza stravolgere molto le componenti architettoniche.

Principi bioclimatici nelle architetture rurali del Molise: strategie di recupero nel rispetto della qualità energetica

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2010-01-12

Abstract

I percorsi solari sono stati considerati una caratteristica fondamentale della tecnica costruttiva sin dall’antichità. Infatti sia i Sanniti che i romani conoscevano questi principi e li utilizzavano al fine di massimizzare i loro benefici effetti. L’edilizia rurale rappresenta quindi un evoluzione che dai tempi antichi sfrutta le risorse naturali. Generalmente l’orientamento dell’edificio sfrutta il massimo soleggiamento con il lato maggiore rivolto verso il sud che intercetta una maggiore radiazione solare in inverno rispetto a quella estiva. Anche i centri storici dei piccoli paesi si adagiano sui versanti meridionali di in modo da proteggersi dai venti del nord e sfruttare al massimo il soleggiamento invernale. Infatti la realizzazione di una carta della radiazione solare a terra conferma l’ubicazione dell’insediamento urbano in luoghi esposti ad una maggiore radiazione nel periodo invernale. L’individuazione delle caratteristiche bioclimatiche degli edifici rurali è stata attuata mediante una scheda di indagine attraverso la quale scaturiscono rapporti geometrici di forma, esposizione e tipologie murarie. Le finestre sono generalmente dislocate sulle pareti rivolte a sud in quanto i raggi solari sono meno inclinati e quindi, attraverso la finestra, contribuiscono a riscaldare l’ambiente. In estate, invece, i raggi solari sono più inclinati quindi la quantità di radiazione solare che attraversa la finestra è minore rispetto a quella invernale. Gli infissi antichi sono abbastanza rudimentali rispetto a quelli moderni, tuttavia la tipica finestra è dotata di due scuretti interni che vengono chiusi di sera allo scopo di aumentare la resistenza termica. Questa tipologia di finestra, con la sostituzione di nuovo sistema vetrato, riesce ad ottenere un’eccellente capacità isolante. L’istallazione di ulteriori sistemi solari passivi, quali la serra e il portico addossati alle pareti esposte a sud, contribuisce ulteriormente allo sfruttamento della radiazione solare in inverno. Inoltre il portico, se chiuso da vetrate mobili, in inverno si comporta come una serra solare ed in estate, quando le vetrate vengono aperte, lo spazio sotteso dal portico resta completamente ombreggiato e arieggiato. Tuttavia se le soluzioni proposte risultano competitive, le murature tradizionali in pietra calcarea presentano sia vantaggi che svantaggi. Durante l’estate, l’onda di calore attraverso il muro mostra uno sfasamento dell’onda di calore molto alto, superiore alle 12 ore, così pure il fattore di attenuazione risulta molto ridotto tanto da rendere questo tipo di muratura molto competitive dal punto di vista energetico nel periodo estivo. Nel periodo invernale, invece, tale muratura accumula calore grazie alla notevole inerzia termica, però l’elevata trasmittanza termica non la rende competitiva dal punto di vista dell’isolamento. Ecco che la necessità di conservazione del patrimonio rurale si contrappone a quella di aumentare le prestazioni energetiche. Tuttavia, l’attuale normativa, non impone l’obbligo del miglioramento delle prestazioni energetiche per gli edifici esistenti sottoposti a vincolo paesaggistico. Dove però non ci non ci sono vincoli paesaggistici, l’architettura rurale rischia di essere completamente coperta da sistemi isolanti che ne annullano totalmente il linguaggio formale. Una riduzione parziale degli standard normativi sulla trasmittanza, però, almeno nelle zone vincolate, potrebbe migliorare di molto le prestazioni energetiche senza stravolgere molto le componenti architettoniche.
Bioclimatic principles in rural architecture in Molise region: recovery strategies with respect to the energy quality
12-gen-2010
Fornaro, Domenicantonio
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11695/66273
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