La perdita del senso di appartenenza e la scarsa considerazione delle potenzialità e dell’identità storico culturale dei paesaggi rurali, ha consolidato negli anni un senso di indifferenza sempre più marcato da parte delle popolazioni locali ma anche delle istituzioni nei confronti di questi paesaggi, spesso lasciati ai margini delle attività pianificatorie. La firma della Convenzione Europea del Paesaggio e la sua successiva ratifica da parte degli Stati europei ha invertito questa tendenza portando un’attenzione crescente ai paesaggi marginali. Emerge di conseguenza un quadro complesso, caratterizzato da una parte dalla difficoltà di superare i vecchi strumenti pianificatori e dall’altra da una maggiore sensibilità delle istituzioni locali nei confronti della tutela paesaggistica. Sulla base di queste considerazioni, il presente elaborato propone una metodologia qualitativa al fine di effettuare un’analisi a livello europeo della pianificazione paesaggistica nell’era della Convenzione Europea, con particolare riferimento alla Regione Sardegna, distintasi a livello nazionale per l’approvazione del primo Piano Paesaggistico conforme al Codice Urbani. L’attenzione marcata per le aree marginali, promossa dal trattato, conduce la ricerca ad analizzare lo sviluppo delle metodologie di recupero del patrimonio edilizio rurale nelle aree del Mediterraneo, con particolare riferimento alla regione Sardegna, ricca di insediamenti rurali in grave stato di abbandono o snaturamento. La privilegiata condizione geografica dell’isola ha permesso fino a poco più di cinquanta anni fa il mantenimento di un elevato grado di naturalità diffuso in tutto il territorio, purtroppo in parte compromesso per effetto di fenomeni legati allo sviluppo economico. L’attività edilizia speculativa ha interrotto la continuità ecologica soprattutto nelle aree costiere, in virtù del loro particolare interesse turistico, mentre nelle aree interne si è verificata una forte perdita del radicamento delle popolazioni nei confronti del loro territorio, con il fenomeno dello spopolamento e l’abbandono del patrimonio edilizio rurale. Sulla base di queste considerazioni, l’ultima parte della tesi è dedicata allo sviluppo di un’iniziativa promossa dalla Regione Sardegna, finalizzata al recupero e al riutilizzo del patrimonio edilizio rurale delle aree interne dell’isola al fine della creazione di una rete di strutture ricettive di ospitalità diffusa che si propone, attraverso l’applicazione di idonee metodologie di recupero del patrimonio edilizio, come strumento di forte integrazione territoriale.
Pianificazione paesaggistica in Sardegna nell'era della Convenzione Europea del Paesaggio: un progetto di recupero del patrimonio edilizio rurale
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2012-04-20
Abstract
La perdita del senso di appartenenza e la scarsa considerazione delle potenzialità e dell’identità storico culturale dei paesaggi rurali, ha consolidato negli anni un senso di indifferenza sempre più marcato da parte delle popolazioni locali ma anche delle istituzioni nei confronti di questi paesaggi, spesso lasciati ai margini delle attività pianificatorie. La firma della Convenzione Europea del Paesaggio e la sua successiva ratifica da parte degli Stati europei ha invertito questa tendenza portando un’attenzione crescente ai paesaggi marginali. Emerge di conseguenza un quadro complesso, caratterizzato da una parte dalla difficoltà di superare i vecchi strumenti pianificatori e dall’altra da una maggiore sensibilità delle istituzioni locali nei confronti della tutela paesaggistica. Sulla base di queste considerazioni, il presente elaborato propone una metodologia qualitativa al fine di effettuare un’analisi a livello europeo della pianificazione paesaggistica nell’era della Convenzione Europea, con particolare riferimento alla Regione Sardegna, distintasi a livello nazionale per l’approvazione del primo Piano Paesaggistico conforme al Codice Urbani. L’attenzione marcata per le aree marginali, promossa dal trattato, conduce la ricerca ad analizzare lo sviluppo delle metodologie di recupero del patrimonio edilizio rurale nelle aree del Mediterraneo, con particolare riferimento alla regione Sardegna, ricca di insediamenti rurali in grave stato di abbandono o snaturamento. La privilegiata condizione geografica dell’isola ha permesso fino a poco più di cinquanta anni fa il mantenimento di un elevato grado di naturalità diffuso in tutto il territorio, purtroppo in parte compromesso per effetto di fenomeni legati allo sviluppo economico. L’attività edilizia speculativa ha interrotto la continuità ecologica soprattutto nelle aree costiere, in virtù del loro particolare interesse turistico, mentre nelle aree interne si è verificata una forte perdita del radicamento delle popolazioni nei confronti del loro territorio, con il fenomeno dello spopolamento e l’abbandono del patrimonio edilizio rurale. Sulla base di queste considerazioni, l’ultima parte della tesi è dedicata allo sviluppo di un’iniziativa promossa dalla Regione Sardegna, finalizzata al recupero e al riutilizzo del patrimonio edilizio rurale delle aree interne dell’isola al fine della creazione di una rete di strutture ricettive di ospitalità diffusa che si propone, attraverso l’applicazione di idonee metodologie di recupero del patrimonio edilizio, come strumento di forte integrazione territoriale.File | Dimensione | Formato | |
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