Con l’entrata in vigore del d.lgs. 8 aprile 2010, n. 61 recante la “Tutela delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche dei vini, in attuazione dell’articolo 15 della legge 7 luglio 2009, n. 88”, si ridisegna l’ampia materia della tutela delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche dei vini, giungendo all’abrogazione della storica legge 10 febbraio 1992, n. 164 (che aveva disciplinato per prima, in modo sistematico, le denominazioni di origine dei vini) e fornendo, al contempo, una strumentazione alquanto articolata e dettagliata nel settore vitivinicolo. Di questo corposo provvedimento normativo, cui sono stati agganciati diversi decreti ministeriali, particolare interesse suscita, ai nostri fini, l’art. 17 dedicato segnatamente ai Consorzi di tutela, che presenta apprezzabili risvolti di importanza non solo settoriale sui quali è possibile svolgere alcune brevi considerazioni. In particolare, i due profili che meritano un approfondimento, in quanto più specifici e rilevanti per le peculiari dinamiche caratterizzanti il mercato agroalimentare , toccano i fondamentali assiomi della rappresentatività, nella composizione della compagine consortile, della c.d. efficacia erga omnes nell’attuazione delle politiche di Governo dell’offerta e della natura interprofessionale degli organismi consortili. Tali principi vengono esplicitamente menzionati nel suddetto art. 17 del d. lgs. n. 61/2010 e risultano indirizzati alla salvaguardia ed alla tutela della qualità del prodotto Dop e Igp, ma anche diretti a contribuire ad un migliore coordinamento dell’immissione sul mercato della denominazione tutelata nonché a definire piani di miglioramento della qualità del prodotto.
I Consorzi di tutela ed i contratti per le politiche dell'offerta dopo il d.lgs. 61/2010
PAOLONI, Lorenza
2012-01-01
Abstract
Con l’entrata in vigore del d.lgs. 8 aprile 2010, n. 61 recante la “Tutela delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche dei vini, in attuazione dell’articolo 15 della legge 7 luglio 2009, n. 88”, si ridisegna l’ampia materia della tutela delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche dei vini, giungendo all’abrogazione della storica legge 10 febbraio 1992, n. 164 (che aveva disciplinato per prima, in modo sistematico, le denominazioni di origine dei vini) e fornendo, al contempo, una strumentazione alquanto articolata e dettagliata nel settore vitivinicolo. Di questo corposo provvedimento normativo, cui sono stati agganciati diversi decreti ministeriali, particolare interesse suscita, ai nostri fini, l’art. 17 dedicato segnatamente ai Consorzi di tutela, che presenta apprezzabili risvolti di importanza non solo settoriale sui quali è possibile svolgere alcune brevi considerazioni. In particolare, i due profili che meritano un approfondimento, in quanto più specifici e rilevanti per le peculiari dinamiche caratterizzanti il mercato agroalimentare , toccano i fondamentali assiomi della rappresentatività, nella composizione della compagine consortile, della c.d. efficacia erga omnes nell’attuazione delle politiche di Governo dell’offerta e della natura interprofessionale degli organismi consortili. Tali principi vengono esplicitamente menzionati nel suddetto art. 17 del d. lgs. n. 61/2010 e risultano indirizzati alla salvaguardia ed alla tutela della qualità del prodotto Dop e Igp, ma anche diretti a contribuire ad un migliore coordinamento dell’immissione sul mercato della denominazione tutelata nonché a definire piani di miglioramento della qualità del prodotto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.