Although Nietzsche’s writings offer no systematic vision of law and justice, they provide important reflections on legal reality. For Nietzsche, law derives from the individual’s submission to his community’s social rules. The feeling of justice is based on the life instinct intrinsic to the living, which Nietzsche calls the "will for power" (Wille zur Macht). This instinct is not a lust after domination, but the production of values and creation of meanings. With the rise of nihilism, "will" replaces "ought" and the social perspective is converted into axiological solipsism. With regard to law, the outcome is "legal nihilism", construed as a restriction of the legal horizon to man’s pure will. This may seem to be at odds with Nietzsche’s explanation of criminal behaviour as determined rather than free, as if he shared the ideas of Positivistic Criminology. The author offers a discussion of this apparent contradiction.
Sebbene nel pensiero di Nietzsche non vi sia una trattazione sistematica del diritto e della giustizia, è tuttavia possibile rintracciare nella sua opera importanti riflessioni sulla realtà giuridica. Il diritto si origina, per Nietzsche, dalla sottomissione dell’individuo alle regole sociali della comunità di appartenenza. A fondamento del sentimento di giustizia vi è l’istinto vitale, che connota lo stesso essere dell’ente e che Nietzsche denomina “volontà di potenza”. Tale istinto non è brama di sopraffazione, ma produzione di valori e creazione di significati. Con l’emergere del nichilismo, a seguito del quale i valori supremi tradizionali perdono il loro potere di orientamento, al “dover essere” si sostituisce il “voler essere” e la prospettiva sociale si trasforma in solipsismo assiologico. Sul piano del diritto, l’esito è quello del “nichilismo giuridico”, inteso come restrizione dell’orizzonte giuridico alla pura volontà dell’uomo. Sotto il profilo della riflessione penale e criminologica, Nietzsche condivide molte tesi con la Scuola positiva del diritto penale; in particolare, l’attenzione all’uomo che delinque nella sua concreta storicità e la negazione del libero arbitrio. Si pone, pertanto, il problema di come la volontà, anche intesa come volontà di potenza, possa affermarsi in un mondo dominato da una cupa necessità. .
Giustizia come volontà di potenza. Nietzsche filosofo e sociologo del diritto
SIMONELLI, Maria Ausilia
2016-01-01
Abstract
Although Nietzsche’s writings offer no systematic vision of law and justice, they provide important reflections on legal reality. For Nietzsche, law derives from the individual’s submission to his community’s social rules. The feeling of justice is based on the life instinct intrinsic to the living, which Nietzsche calls the "will for power" (Wille zur Macht). This instinct is not a lust after domination, but the production of values and creation of meanings. With the rise of nihilism, "will" replaces "ought" and the social perspective is converted into axiological solipsism. With regard to law, the outcome is "legal nihilism", construed as a restriction of the legal horizon to man’s pure will. This may seem to be at odds with Nietzsche’s explanation of criminal behaviour as determined rather than free, as if he shared the ideas of Positivistic Criminology. The author offers a discussion of this apparent contradiction.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.