La disciplina giuridica civile dell'edilizia di culto tra promozione della libertà religiosa e istanze antidemocratiche di autoritarismo politico. Il caso della legge lombarda n. 2/2015

The Law no. 2/2015, approved by the Region Lombardia on February 3, has made deep and important changes to the previous legislation relating to the urban equipments for religious services, that, instead of pursuing the objective of an effective planning for the location of designated areas to accommodate the religious facilities, has introduced a number of new prescriptions and procedural requirements for the building of new places of worship, which result in restrictions and prohibitions on religious freedom. The regulatory guidelines of the regional law are characterized by obvious questions of constitutionality, since the new provisions achieve unequal treatment of religious denominations, the subjugation of the practice of worship to administrative proceedings that are unnecessarily burdened, the subordination of religious freedom to general reasons pertaining to public security, in blatant conflict with the Constitution and with the established guidelines of the Constitutional Court.

La legge n. 2 del 3 febbraio 2015 della Regione Lombardia ha apportato profonde e rilevanti modifiche alla previgente disciplina urbanistica delle attrezzature per servizi religiosi, che, invece di perseguire l’obiettivo di un’efficace pianificazione urbanistica per la localizzazione delle aree destinate ad accogliere le attrezzature religiose, ha introdotto una serie di nuove prescrizioni e di nuovi adempimenti procedimentali per la disciplina urbanistica dei nuovi luoghi di culto, che si risolvono in limiti e divieti alla libertà religiosa. Gli orientamenti normativi del legislatore regionale si contraddistinguono per evidenti dubbi di costituzionalità, dato che le nuove disposizioni realizzano una disparità di trattamento tra le confessioni religiose, l’assoggettamento della pratica di culto a procedimenti amministrativi immotivatamente aggravati, la subordinazione della libertà di culto a generiche motivazioni attinenti alla sicurezza pubblica, in palese contrasto con la Costituzione e con i consolidati indirizzi della Corte costituzionale.