Negli ultimi anni si sono andate accumulando numerose evidenze che mettono in discussione il tradizionale concetto di libero arbitrio (Libet, 1985; Soon, 2008; Fried, Mukamel & Kreiman,2010). Queste acquisizioni verranno discusse riguardo alla loro ricaduta sulle metodiche di valutazione dell’imputabilità e, più in generale, del comportamento umano, specificamente di quello aggressivo. In contrasto con il determinismo ingenuo e semplicistico che vorrebbero sostenere alcuni, che è anche alla base della sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione del 2005, emerge un quadro complesso circa il funzionamento del nostro cervello e le modalità con le quali prende decisioni. Questo dimostra che possediamo comunque una peculiare libertà individuale, sebbene la maggior parte delle nostre azioni siano pianificate prima che noi possiamo prenderne piena consapevolezza e che non esista una struttura cui attribuire il ruolo di regista delle nostre scelte che vengono comprese, e alle quali diamo un valore e una ragione, solo a posteriori. Sebbene viviamo, molto probabilmente, al tempo di Epimetèo, vale a dire di colui che riflette solo dopo sulle azioni compiute, si cercherà di dimostrare, in accordo con autori come Gazzaniga (2013) e Freud (1910), che non vi sono ragioni o evidenze scientifiche per negare la nostra responsabilità individuale, proprio perché non vi è alcuna dimostrazione scientifica di come sia causato il nostro comportamento (Urbaniok et al., 2012).

L'imputabilità ai tempi di Epimeteo

MARCHETTI, Marco;Baralla, F. .
2015-01-01

Abstract

Negli ultimi anni si sono andate accumulando numerose evidenze che mettono in discussione il tradizionale concetto di libero arbitrio (Libet, 1985; Soon, 2008; Fried, Mukamel & Kreiman,2010). Queste acquisizioni verranno discusse riguardo alla loro ricaduta sulle metodiche di valutazione dell’imputabilità e, più in generale, del comportamento umano, specificamente di quello aggressivo. In contrasto con il determinismo ingenuo e semplicistico che vorrebbero sostenere alcuni, che è anche alla base della sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione del 2005, emerge un quadro complesso circa il funzionamento del nostro cervello e le modalità con le quali prende decisioni. Questo dimostra che possediamo comunque una peculiare libertà individuale, sebbene la maggior parte delle nostre azioni siano pianificate prima che noi possiamo prenderne piena consapevolezza e che non esista una struttura cui attribuire il ruolo di regista delle nostre scelte che vengono comprese, e alle quali diamo un valore e una ragione, solo a posteriori. Sebbene viviamo, molto probabilmente, al tempo di Epimetèo, vale a dire di colui che riflette solo dopo sulle azioni compiute, si cercherà di dimostrare, in accordo con autori come Gazzaniga (2013) e Freud (1910), che non vi sono ragioni o evidenze scientifiche per negare la nostra responsabilità individuale, proprio perché non vi è alcuna dimostrazione scientifica di come sia causato il nostro comportamento (Urbaniok et al., 2012).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11695/48927
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