Una possibile lettura della sanità in chiave geopolitica umana

Come ogni collettività organizza l'assistenza ai portatori di bisogni sanitari dice molto della sua indole e manda messaggi all'intorno. La sanità può rappresentare un elemento di penetrazione geopolitica finalizzata ad ampliare le sfere di influenza di una potenza? A fronte dei Paesi che si propongono con le armi e di quelli che realizzano ‘la politica degli stadi’, l'Italia può ipotizzare di guadagnare spazi di influenza mediante la ‘esportazione’ di una sanità di qualità che sia, in qualche modo, foriera di pace? Se sì, occorre preparare anche in tal senso il percorso di formazione dei medici di domani, inserendo in esso anche elementi di geopolitica umana. Abstract How each community organizes its health care for those with ealth needs says a lot about its nature and sends messages to others. Can healthcare serve as a means of geopolitical penetration aimed atexpanding the spheres of influence of a Power? Faced with countries that advocate the use of weapons and those that implement ‘stadium policy’, Italy can hypothesize about gaining space for influence through the ‘export’ of quality healthcare, which, in some ways, is a powerful tool for promoting peace. If this is the case, it is necessary to prepare the training path of tomorrow's doctors in this sense, also including elements of human geopolitics.