Il congedo del reddito di cittadinanza e il passaggio al Welfare condizionale

With the approval of the Budget Law of 29 December 2022, n. 197, and of the Law Decree of the 4th of May 2023, n. 48, it has finally been completed the regulatory framework of the basic measure of the Italian Welfare system, now named Assegno di inclusione. The drafting of these measures has been accompanied by considerable uncertainties and has raised numerous doubts and objections, especially from the perspective of the EU Anti-Discrimination Law (dir. n. 2000/43 and 2000/78). The idea of a single measure to fulfil a dual function - both anti-poverty and workfare - is definitively abandoned. The result is the institution of two different tools and a regulation that provide a clear recalibration of the sys-tem in terms of conditional welfare in which social benefits are re-conditional on stringent requirements or “responsible” or “virtuous” behaviour of the beneficiaries. These changes arise important questions related to the activity, the capacity and the organization of each Public Administration involved in the application and implementation of the reform.

Il Reddito di cittadinanza, istituto politicamente divisivo, manifesto di un movimento e bersaglio di critiche provenienti da vari partiti, incentrate sul rischio della c.d. trappola dell’inattività, è stato provvidenziale nel contrasto alla povertà in un periodo di gravi crisi (da quella pandemica, a quella energetica-inflazionistica connessa a cause geopolitiche). La legge Finanziaria 2023 (29 dicembre 2022, n. 197) e il recente Decreto legge c.d. Lavoro ne cambiano la disciplina: per effetto delle nuove disposizioni, l’idea di una misura unica volta a realizzare una duplice funzione - sia anti-pauperistica sia di politica attiva del lavoro - risulta definitivamente superata. Pesa, per un verso, il ruolo protagonista che l’Unione europea va assumendo nell’armonizzazione dei sistemi sociali nazionali verso uno standard che assicuri “un adeguato reddito minimo” per l’inclusione attiva, anche mediante la regolazione anti-discriminatoria per la quale il nostro ordinamento è “sotto osservazione” con riferimento al trattamento dei lungo-soggiornanti extra-Ue. Per l’altro, la spinta all’occupazione proveniente dall’attuazione del PNRR e la rilevante carenza di profili lavorativi e professionali definiti sia per il settore pubblico sia per quello privato, riscontrata nell’ultimo anno. L’esito è una netta ricalibratura del sistema in termini di welfare condizionale in cui le prestazioni sociali sono rigorosamente subordinate a requisiti stringenti o a comportamenti “responsabili” o “virtuosi” dei beneficiari.