Il presente contributo prende spunto da un lavoro di ricerca e intervento sul territorio svolto dal Centro di Ricerca BIOCULT dell’Università degli Studi del Molise, un gruppo di ricerca multidisciplinare, impegnato da anni in attività di indagine sui processi di sviluppo rurale sostenibile, rigenerazione territoriale e mappatura dei patrimoni culturali e ambientali con speciale attenzione al contesto regionale molisano, ma ormai da tempo impegnato anche in progetti in altre regioni italiane e in rete con esperienze nazionali e internazionali (Bindi 2022b). Seppur basato su un impianto radicalmente multidisciplinare l’azione del Centro si basa, sin dalla sua fondazione nel 2015, su metodologie di tipo etnografico che ne hanno consentito il progressivo accreditamento nei territori di intervento. Anche per questo il Centro è stato interlocutore di una delle aree pilota della Strategia Nazionale delle Aree Interne in Molise, per la progettazione di una borsa di studi di Dottorato comunale incentrata proprio sui servizi fondamentali di prossimità e supporto alla cittadinanza delle aree svantaggiate. Ciò ha rappresentato e rappresenta l’occasione per riflettere sui criteri di perimetrazione delle aree di intervento messe in atto dalle politiche di rigenerazione territoriale delle aree interne, spopolate e fragili da alcuni anni sviluppate nel quadro sia della summenzionata Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), ma anche in precedenza dal Programma “Collegamento tra azioni di sviluppo dell’economia locale”, il cosiddetto LEADER (dall’acronimo francese: Liaison Entre Actions de Développement de l’Économie Rurale) e dalle azioni messe a punto dai Gruppi di Azione Locale (GAL), così come, più recentemente, e a seguito della pandemia, dall’insieme delle politiche di rilancio delle economie e delle opportunità per i territori e le comunità svantaggiate sviluppate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Oltre ad aprire nuove linee di ricerca con il progetto di dottorato, l’azione del Centro nel suo complesso ha varato una serie di azioni volte a invertire energicamente la tendenza allo spopolamento, all’abbandono e al crescente disagio economico e sociale delle aree montane, periferiche e maggiormente fragili del Paese.

Il perimetro fragile. Mappe, governance e processi partecipativi di rigenerazione nelle aree rurali e montane

Bindi Letizia
;
Mercurio Barbara
2023-01-01

Abstract

Il presente contributo prende spunto da un lavoro di ricerca e intervento sul territorio svolto dal Centro di Ricerca BIOCULT dell’Università degli Studi del Molise, un gruppo di ricerca multidisciplinare, impegnato da anni in attività di indagine sui processi di sviluppo rurale sostenibile, rigenerazione territoriale e mappatura dei patrimoni culturali e ambientali con speciale attenzione al contesto regionale molisano, ma ormai da tempo impegnato anche in progetti in altre regioni italiane e in rete con esperienze nazionali e internazionali (Bindi 2022b). Seppur basato su un impianto radicalmente multidisciplinare l’azione del Centro si basa, sin dalla sua fondazione nel 2015, su metodologie di tipo etnografico che ne hanno consentito il progressivo accreditamento nei territori di intervento. Anche per questo il Centro è stato interlocutore di una delle aree pilota della Strategia Nazionale delle Aree Interne in Molise, per la progettazione di una borsa di studi di Dottorato comunale incentrata proprio sui servizi fondamentali di prossimità e supporto alla cittadinanza delle aree svantaggiate. Ciò ha rappresentato e rappresenta l’occasione per riflettere sui criteri di perimetrazione delle aree di intervento messe in atto dalle politiche di rigenerazione territoriale delle aree interne, spopolate e fragili da alcuni anni sviluppate nel quadro sia della summenzionata Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), ma anche in precedenza dal Programma “Collegamento tra azioni di sviluppo dell’economia locale”, il cosiddetto LEADER (dall’acronimo francese: Liaison Entre Actions de Développement de l’Économie Rurale) e dalle azioni messe a punto dai Gruppi di Azione Locale (GAL), così come, più recentemente, e a seguito della pandemia, dall’insieme delle politiche di rilancio delle economie e delle opportunità per i territori e le comunità svantaggiate sviluppate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Oltre ad aprire nuove linee di ricerca con il progetto di dottorato, l’azione del Centro nel suo complesso ha varato una serie di azioni volte a invertire energicamente la tendenza allo spopolamento, all’abbandono e al crescente disagio economico e sociale delle aree montane, periferiche e maggiormente fragili del Paese.
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