Con la sentenza in commento la Cassazione conferma e consolida l’indirizzo interpretativo che per la configurabilità del delitto di depistaggio richiede un nesso tra il fatto realizzato dal soggetto agente e il pubblico ufficio o servizio di cui lo stesso è investito. Solo il recupero per via interpretativa di questo requisito funzionale, omesso nella formula-zione dell’art. 375 c.p., consente infatti di mantenere la incriminazione entro limiti di ragionevolezza e proporzione sanzionatoria, ancorandola ad un parametro offensivo non arbitrario. Le peculiarità del caso concreto consentono alla Corte anche importanti precisazioni sull’oggetto del dolo.
Il nesso funzionale tra qualifica dell’agente e oggetto della tutela nel depistaggio
Stefano Fiore
2023-01-01
Abstract
Con la sentenza in commento la Cassazione conferma e consolida l’indirizzo interpretativo che per la configurabilità del delitto di depistaggio richiede un nesso tra il fatto realizzato dal soggetto agente e il pubblico ufficio o servizio di cui lo stesso è investito. Solo il recupero per via interpretativa di questo requisito funzionale, omesso nella formula-zione dell’art. 375 c.p., consente infatti di mantenere la incriminazione entro limiti di ragionevolezza e proporzione sanzionatoria, ancorandola ad un parametro offensivo non arbitrario. Le peculiarità del caso concreto consentono alla Corte anche importanti precisazioni sull’oggetto del dolo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.