Crocifisso a scuola e «accomodamento ragionevole» nelle argomentazioni della Corte di Cassazione

In the endless controversy over the legitimacy or otherwise of the display of the crucifix in school classrooms, which for decades has pitted Catholic and lay people against each other, with sentence no. 24414 of 2021, the United Sections of the Court of Cassation have indicated the main way to go: that of 'reasonable accommodation'. In essence, the Supreme Court suggests the use of the dialogue, in search of a mild, intermediate solution, capable of satisfying the different ideal positions of all the protagonists of the school community, without excluding, in the event of a request, the possibility of displaying the symbols of other religions. While not disapplying the Fascist legislation regarding the display of the crucifix, the pronouncement clarifies that the authoritative presence of this religious emblem in common educational spaces is not compatible with the supreme principle of secularity of the State, given that a similar obligation is to be considered an expression of a confessional choice and that in the republican constitutional democracy the identification of the public authorities with a religion is to be considered no longer allowed

Nell'infinita controversia sulla legittimità o meno dell'esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche, che da decenni contrappone cattolici e laici, con la sentenza n. 24414 del 2021, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno indicato la via maestra da percorrere: quella del ‘ragionevole accomodamento’. In sostanza, la Suprema Corte suggerisce il ricorso al confronto, alla ricerca di una soluzione mite, intermedia, capace di soddisfare le diverse posizioni ideali di tutti i protagonisti della comunità scolastica, senza escludere, in caso di richiesta, la possibilità di esporre i simboli di altre religioni. Pur non disapplicando la normativa fascista in tema di esposizione del crocifisso, nella pronuncia si chiarisce che la presenza autoritativa di questo emblema religioso negli spazi educativi comuni non è compatibile con il principio supremo di laicità dello Stato, atteso che un obbligo simile è da ritenersi espressione di una scelta confessionale e che nella democrazia costituzionale repubblicana l’identificazione dei pubblici poteri con una religione è da considerarsi non più consentita