L’intervento di rivascolarizzazione coronarica percutanea (PCI) rappresenta unaprocedura sicura ed efficace che negli anni ha mostrato evidenti miglioramentisul piano tecnico e, di conseguenza, su quello clinico, in termini di sopravvi-venza, libertà da eventi cardiaci e necessità di nuova rivascolarizzazione.Tuttavia nella maggior parte degli studi, randomizzati e non, la popolazione> 65 anni di età, quando non volutamente esclusa, tende ad essere sottostimatarispetto alla effettiva presenza nel cosiddetto “mondo reale”Nonostante le Linee Guida internazionali ACC/AHA evidenzino chiaramentecome la sola età avanzata non dovrebbe influenzare la scelta terapeutica, larivascolarizzazione percutanea di questi pazienti è spesso motivo di controver-sie nell’organizzazione dell’iter terapeutico.L’importanza di considerare gli outcome di questi pazienti sottoposti a PCI de-riva soprattutto dal fatto che sono proprio coloro a più alto rischio a beneficia-re in maniera più evidente di una procedura di rivascolarizzazione 1, ed infattil’anziano, avendo frequentemente diversi fattori di rischio cardiovascolare ecomorbilità multiple, si inserisce in modo chiaro in questo scenario

Percutaneous coronary angioplasty in the elderly [L'angioplastica coronarica nel paziente anziano]

K. KOMICI;
2012-01-01

Abstract

L’intervento di rivascolarizzazione coronarica percutanea (PCI) rappresenta unaprocedura sicura ed efficace che negli anni ha mostrato evidenti miglioramentisul piano tecnico e, di conseguenza, su quello clinico, in termini di sopravvi-venza, libertà da eventi cardiaci e necessità di nuova rivascolarizzazione.Tuttavia nella maggior parte degli studi, randomizzati e non, la popolazione> 65 anni di età, quando non volutamente esclusa, tende ad essere sottostimatarispetto alla effettiva presenza nel cosiddetto “mondo reale”Nonostante le Linee Guida internazionali ACC/AHA evidenzino chiaramentecome la sola età avanzata non dovrebbe influenzare la scelta terapeutica, larivascolarizzazione percutanea di questi pazienti è spesso motivo di controver-sie nell’organizzazione dell’iter terapeutico.L’importanza di considerare gli outcome di questi pazienti sottoposti a PCI de-riva soprattutto dal fatto che sono proprio coloro a più alto rischio a beneficia-re in maniera più evidente di una procedura di rivascolarizzazione 1, ed infattil’anziano, avendo frequentemente diversi fattori di rischio cardiovascolare ecomorbilità multiple, si inserisce in modo chiaro in questo scenario
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