The theme of the research is the analysis of the modernization of the province of Caserta; modernization is the term contemporary sciences use to mean « a process of change on a large scale which brings a particular society, generally a national one, to the characteristics that are considered peculiar to modernity». The province of Caserta, which had been abolished on 2nd January 1927, was set up again on 11th June 1945. Its territory, also known as Terra di Lavoro, had been deeply marked by the violence of war. The period which goes from 8th September 1943 to the liberation was dramatic for the inhabitants of the province. The German soldiers, who were retiring Northwords devasted much of the territory; they systematically sacked, requisioned food and livestock, they cut the communication lines to block the advanced of the allied troops. Morover they shot a large number of civilians; slaughters were committed at Bellona, Caiazzo, Sparanise, Marzano Appio, Conca Campania, Presenzano, as well as in smaller villages. The reprisals by the German troops of occupation, as well as the air raids by the Allied troops, set at zero the fragile production system of the province of Caserta. You have only to think that after the end of the war 1882 requests for war damages to the industries were made to the Inland Revenue Office, for a value of 1.964.808 millions of lire. The industrial activity started again in 1946 with some silk factories at san Leucio, shoe factories at Aversa, the brick works SAIL at Calvi Risorta, the bottling of mineral water by Ferrarelle at Riardo, and some pasta factories. In 1951 Caserta had a population of 601,272 inhabitants, the 60% of them were employed in agriculture. The manufacturing firms were 7050 with 17.609 employees. In the decade between 1951 and 1961 the employees in factories were the 31,6% however the 12% of the population was obliged to emigrate. The most numerous wage earners were the farm labourers; they worked hard and received very low wages. Their first labour contract was signed in 1954. It provided that the minimum wage had to be lire 750 ( with a maximum of lire 1.100 ), by hour. On 10th August 1950, on proposal of the Premier Alcide De Gasperi, the Parliament instituted the Cassa per il Mezzogiorno, by the low 646. Its eim was to create the conditions « for a wide program of pre-industrialization» of the southern regions of Italy. The regions were Abbruzzi e Molise, Campania, Puglie, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, and the provincies of Latina, Frosinone and Isola d’Elba. Among the works which were carried out in the early years of activitiy of the Cassa per il Mezzogiorno we remember the construction of council – house building at Caserta, new streets in the province, the waterwork of Campania which fed 150 commons and 70 provincies and the development of the railway network and of the telephone one. In 1957 the law 637 extended the Cassa per il Mezzogiono till 1965. It announced a period of government intervention in economy, with considerable investements in the southern regions. The early years of the sixties saw the setting up of new factories, such as the Saint Gobain, a French market leader for glass production at Caserta, the Pozzi, one of the most important manufacturing facilities, the Texas at Aversa. The period of industrial expansion went-on with the setting up end the increasing of some engeneering factories such as the Siemens at Santa Maria Capua Vetere,the Face Standard at Maddaloni, the Olivetti at Marcanise. Those years saw the birth of a modern working class. It was in those years that the working class asserted itself as general role and as contradiction to capital. The wage became « an independent variable». At the same time there were the first company shakes up with the consequent employment cuts. At the and of the sixsties the struggle against low wages came to an end positively. Infact in 1970 the Parliament passed the Workers’ Statute of Rights, a very important law which gave birth to a new civilization in the factories and in other workplaces, too.

Il tema generale della ricerca è l’analisi della modernizzazione della provincia di Caserta termine cui le scienze sociali contemporanee fanno ricorso per indicare “un processo di mutamento su larga scala che avvicina una determinata società, in genere nazionale, alle caratteristiche considerate proprie della modernità” ( Trigilia 1996, p. 762), individuate generalmente sul piano economico nello sviluppo industriale, “a livello politico nell’affermarsi delle istituzioni democratiche e a livello culturale nella crescente secolarizzazione” ( ibidem) . La provincia di Caserta fu ricostituita l’11 giugno 1945 era stata soppressa il 02 gennaio 1927. Terra di Lavoro era stata segnata profondamente dalla violenza dell’occupazione tedesca. Il breve periodo che va dall’8 settembre alla liberazione fu drammatico. I tedeschi in ritirata verso Nord, facevano “terra bruciata” sui territori: saccheggiavano, requisivano cibo e animali, tagliavano le linee di comunicazione per creare le maggiori complicazioni possibili alle truppe alleate ed inoltre per piegare le popolazioni civili compirono una sequenza di stragi efferate: Bellona, Caiazzo, Sparanise, Marzano Appio, Conca della Campania , Presenzano ( solo per ricordarne alcune tra le più tragiche) , ( a cura di Gribaudi , 2003). Questa imponente e drammatica occupazione tedesca, insieme alle azioni militari degli alleati (che non aveva risparmiato di certo i propri raid aerei) rasero al suolo il già fragile sistema produttivo casertano. Per darne un’idea, si tenga conto che all’ Intendenza di finanza di Caserta, pervenivano “1882 domande per danni di guerra alle industrie, per un valore complessivo di 1.964.834.808 milioni di lire” (CCIAA ( a cura di) 1951 , p. 59). Le Forze Alleate arrivarono a Caserta il 05 ottobre del 1943 e posero il Comando Generale a Palazzo Reale, “dove restarono fino all’8 luglio del 1946” (Capobianco 2004, p.113 ). L’ attività industriale riprendeva nel 1946, industria serica a San Leucio, calzaturiero nell’aversano, laterizia SAIL a Calvi Risorta, imbottigliamento delle acque minerali Ferrarelle a Riardo ed alcuni pastifici. Il primo censimento ci fu nel 1951, la popolazione casertana era di 601.272 abitanti di cui il 60% addetti all’ agricoltura. Le aziende erano 7050 con 17.609 addetti, nel decennio 1951.1961 gli addetti all’industria passarono al 31,6% e il 12% della popolazione emigrava. La categoria più numerosa di lavoratori salariati era quella dei braccianti agricoli. Il 30 gennaio 1954 fu sottoscritto il primo contratto di lavoro bracciantile. Le condizioni stabilite con l’accordo prevedevano un minimo salariale di lire 750 ed un massimo di lire 1.100. Il 17 marzo del 1950, il presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, presentava alla Camera, il progetto di legge per l’ istituzione della Cassa per opere straordinarie di pubblico interesse nell’Italia Meridionale (Cassa per il Mezzogiorno) , con cui lo Stato intendeva creare le condizioni “per un largo programma di preindustrializzazione“ Camera dei deputati Disegno di Legge numero 1170 presentato il 17 marzo 1950 da De Gasperi p. 1.) nelle regioni meridionali. L’area interessata era molto vasta ed era compresa tra le regioni Abruzzi e Molise, Campania, Puglie, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna ed i territori appartenenti alle province di Latina, Frosinone e Isola d’Elba. Tra le opere realizzate nei primi anni di attività della Cassa, ricordiamo la costruzione di nuovi quartieri popolari a Caserta, strade, gli acquedotti di Roccamonfina e Campano che alimentavano 150 comuni della Campania e 70 della provincia di Caserta ed i lavori di potenziamento della rete ferroviaria e telefonica ( Provincia di Caserta decennale 1956 p.p 76-85 ). L’approvazione della legge 634 del 1957 prorogava la durata della Cassa per il Mezzogiorno fino al 1965 e preannunciava una fase di politica economica pubblica con notevoli investimenti nelle regioni meridionali. Ai primi anni sessanta la Saint Gobain , azienda francese leader mondiale nella produzione del vetro inizia la sua attività a Caserta; così a Sparanise la Pozzi , che con i suoi cinque stabilimenti di diverse aree produttive è uno dei più grossi impianti manifatturieri del Mezzogiorno, la Texas ad Aversa è a pieno regime. Nasce anche la classe operaia moderna. Erano gli anni in cui si affermava il ruolo della classe operaia come ruolo generale e contraddizione del capitale- il salario era una”variabile indipendente”. La fase espansiva continua con l’istituzione di aziende metalmeccaniche di assoluto rilievo come la Siemens a S. Maria C.V. o la Face Standard a Maddaloni, già presenti da anni e in continua espansione, per la crescente domanda di beni di consumo di massa, come i telefoni e continuerà fino agli anni settanta , quando entrano a regime il complesso della Indesit a Teverola, la Olivetti a Marcianise. Nello stesso tempo si attuano le prime azioni di ristrutturazione ed i conseguenti tagli occupazionali . Con la fine degli anni sessanta si conclude positivamente la lotta al sotto-salario e nello stesso periodo ci fu la conquista dello Statuto dei Diritti dei Lavoratori, che portò una nuova civiltà in fabbrica e sui luoghi di lavoro.

La modernizzazione di Terra di Lavoro negli anni 1957-1973

BROCCOLI, PAOLA
2017-07-12

Abstract

The theme of the research is the analysis of the modernization of the province of Caserta; modernization is the term contemporary sciences use to mean « a process of change on a large scale which brings a particular society, generally a national one, to the characteristics that are considered peculiar to modernity». The province of Caserta, which had been abolished on 2nd January 1927, was set up again on 11th June 1945. Its territory, also known as Terra di Lavoro, had been deeply marked by the violence of war. The period which goes from 8th September 1943 to the liberation was dramatic for the inhabitants of the province. The German soldiers, who were retiring Northwords devasted much of the territory; they systematically sacked, requisioned food and livestock, they cut the communication lines to block the advanced of the allied troops. Morover they shot a large number of civilians; slaughters were committed at Bellona, Caiazzo, Sparanise, Marzano Appio, Conca Campania, Presenzano, as well as in smaller villages. The reprisals by the German troops of occupation, as well as the air raids by the Allied troops, set at zero the fragile production system of the province of Caserta. You have only to think that after the end of the war 1882 requests for war damages to the industries were made to the Inland Revenue Office, for a value of 1.964.808 millions of lire. The industrial activity started again in 1946 with some silk factories at san Leucio, shoe factories at Aversa, the brick works SAIL at Calvi Risorta, the bottling of mineral water by Ferrarelle at Riardo, and some pasta factories. In 1951 Caserta had a population of 601,272 inhabitants, the 60% of them were employed in agriculture. The manufacturing firms were 7050 with 17.609 employees. In the decade between 1951 and 1961 the employees in factories were the 31,6% however the 12% of the population was obliged to emigrate. The most numerous wage earners were the farm labourers; they worked hard and received very low wages. Their first labour contract was signed in 1954. It provided that the minimum wage had to be lire 750 ( with a maximum of lire 1.100 ), by hour. On 10th August 1950, on proposal of the Premier Alcide De Gasperi, the Parliament instituted the Cassa per il Mezzogiorno, by the low 646. Its eim was to create the conditions « for a wide program of pre-industrialization» of the southern regions of Italy. The regions were Abbruzzi e Molise, Campania, Puglie, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, and the provincies of Latina, Frosinone and Isola d’Elba. Among the works which were carried out in the early years of activitiy of the Cassa per il Mezzogiorno we remember the construction of council – house building at Caserta, new streets in the province, the waterwork of Campania which fed 150 commons and 70 provincies and the development of the railway network and of the telephone one. In 1957 the law 637 extended the Cassa per il Mezzogiono till 1965. It announced a period of government intervention in economy, with considerable investements in the southern regions. The early years of the sixties saw the setting up of new factories, such as the Saint Gobain, a French market leader for glass production at Caserta, the Pozzi, one of the most important manufacturing facilities, the Texas at Aversa. The period of industrial expansion went-on with the setting up end the increasing of some engeneering factories such as the Siemens at Santa Maria Capua Vetere,the Face Standard at Maddaloni, the Olivetti at Marcanise. Those years saw the birth of a modern working class. It was in those years that the working class asserted itself as general role and as contradiction to capital. The wage became « an independent variable». At the same time there were the first company shakes up with the consequent employment cuts. At the and of the sixsties the struggle against low wages came to an end positively. Infact in 1970 the Parliament passed the Workers’ Statute of Rights, a very important law which gave birth to a new civilization in the factories and in other workplaces, too.
The modernization of Caserta from 1957 to 1973
12-lug-2017
Il tema generale della ricerca è l’analisi della modernizzazione della provincia di Caserta termine cui le scienze sociali contemporanee fanno ricorso per indicare “un processo di mutamento su larga scala che avvicina una determinata società, in genere nazionale, alle caratteristiche considerate proprie della modernità” ( Trigilia 1996, p. 762), individuate generalmente sul piano economico nello sviluppo industriale, “a livello politico nell’affermarsi delle istituzioni democratiche e a livello culturale nella crescente secolarizzazione” ( ibidem) . La provincia di Caserta fu ricostituita l’11 giugno 1945 era stata soppressa il 02 gennaio 1927. Terra di Lavoro era stata segnata profondamente dalla violenza dell’occupazione tedesca. Il breve periodo che va dall’8 settembre alla liberazione fu drammatico. I tedeschi in ritirata verso Nord, facevano “terra bruciata” sui territori: saccheggiavano, requisivano cibo e animali, tagliavano le linee di comunicazione per creare le maggiori complicazioni possibili alle truppe alleate ed inoltre per piegare le popolazioni civili compirono una sequenza di stragi efferate: Bellona, Caiazzo, Sparanise, Marzano Appio, Conca della Campania , Presenzano ( solo per ricordarne alcune tra le più tragiche) , ( a cura di Gribaudi , 2003). Questa imponente e drammatica occupazione tedesca, insieme alle azioni militari degli alleati (che non aveva risparmiato di certo i propri raid aerei) rasero al suolo il già fragile sistema produttivo casertano. Per darne un’idea, si tenga conto che all’ Intendenza di finanza di Caserta, pervenivano “1882 domande per danni di guerra alle industrie, per un valore complessivo di 1.964.834.808 milioni di lire” (CCIAA ( a cura di) 1951 , p. 59). Le Forze Alleate arrivarono a Caserta il 05 ottobre del 1943 e posero il Comando Generale a Palazzo Reale, “dove restarono fino all’8 luglio del 1946” (Capobianco 2004, p.113 ). L’ attività industriale riprendeva nel 1946, industria serica a San Leucio, calzaturiero nell’aversano, laterizia SAIL a Calvi Risorta, imbottigliamento delle acque minerali Ferrarelle a Riardo ed alcuni pastifici. Il primo censimento ci fu nel 1951, la popolazione casertana era di 601.272 abitanti di cui il 60% addetti all’ agricoltura. Le aziende erano 7050 con 17.609 addetti, nel decennio 1951.1961 gli addetti all’industria passarono al 31,6% e il 12% della popolazione emigrava. La categoria più numerosa di lavoratori salariati era quella dei braccianti agricoli. Il 30 gennaio 1954 fu sottoscritto il primo contratto di lavoro bracciantile. Le condizioni stabilite con l’accordo prevedevano un minimo salariale di lire 750 ed un massimo di lire 1.100. Il 17 marzo del 1950, il presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, presentava alla Camera, il progetto di legge per l’ istituzione della Cassa per opere straordinarie di pubblico interesse nell’Italia Meridionale (Cassa per il Mezzogiorno) , con cui lo Stato intendeva creare le condizioni “per un largo programma di preindustrializzazione“ Camera dei deputati Disegno di Legge numero 1170 presentato il 17 marzo 1950 da De Gasperi p. 1.) nelle regioni meridionali. L’area interessata era molto vasta ed era compresa tra le regioni Abruzzi e Molise, Campania, Puglie, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna ed i territori appartenenti alle province di Latina, Frosinone e Isola d’Elba. Tra le opere realizzate nei primi anni di attività della Cassa, ricordiamo la costruzione di nuovi quartieri popolari a Caserta, strade, gli acquedotti di Roccamonfina e Campano che alimentavano 150 comuni della Campania e 70 della provincia di Caserta ed i lavori di potenziamento della rete ferroviaria e telefonica ( Provincia di Caserta decennale 1956 p.p 76-85 ). L’approvazione della legge 634 del 1957 prorogava la durata della Cassa per il Mezzogiorno fino al 1965 e preannunciava una fase di politica economica pubblica con notevoli investimenti nelle regioni meridionali. Ai primi anni sessanta la Saint Gobain , azienda francese leader mondiale nella produzione del vetro inizia la sua attività a Caserta; così a Sparanise la Pozzi , che con i suoi cinque stabilimenti di diverse aree produttive è uno dei più grossi impianti manifatturieri del Mezzogiorno, la Texas ad Aversa è a pieno regime. Nasce anche la classe operaia moderna. Erano gli anni in cui si affermava il ruolo della classe operaia come ruolo generale e contraddizione del capitale- il salario era una”variabile indipendente”. La fase espansiva continua con l’istituzione di aziende metalmeccaniche di assoluto rilievo come la Siemens a S. Maria C.V. o la Face Standard a Maddaloni, già presenti da anni e in continua espansione, per la crescente domanda di beni di consumo di massa, come i telefoni e continuerà fino agli anni settanta , quando entrano a regime il complesso della Indesit a Teverola, la Olivetti a Marcianise. Nello stesso tempo si attuano le prime azioni di ristrutturazione ed i conseguenti tagli occupazionali . Con la fine degli anni sessanta si conclude positivamente la lotta al sotto-salario e nello stesso periodo ci fu la conquista dello Statuto dei Diritti dei Lavoratori, che portò una nuova civiltà in fabbrica e sui luoghi di lavoro.
modernizzazione; industrializzazione; Mezzogiorno; trasformazioni sociali
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