Questo lavoro di ricerca ha per oggetto la storia della Fiat a Termoli e dell’impatto alla scala socio-economica e territoriale derivato dal suo insediamento nell’area basso-molisana. La strategia, elaborata negli anni Settanta, dall’azienda torinese considerava la possibilità di investire a Sud ricorrendo agli incentivi resi disponibili dallo stato per favorire l’industrializzazione nel Mezzogiorno: il piano d’investimenti includeva impianti a Bari, Cassino, Vasto-San Salvo, Nardò, Termini Imerese, Lecce, Sulmona e Termoli. Il caso termolese rappresenta un esempio concreto della “contrattazione programmata”, che prevedeva la compartecipazione di capitali pubblici e privati, e un caso-studio da cui partire per analizzare le principali fasi degli investimenti Fiat a Sud. L’area basso-molisana scelta per l’insediamento Fiat fu invasa dalla presenza dell’industria che, superando i confini dello spazio della produzione e del suo contorno ambientale, si rivolse all’intero ambito urbano. In Molise, l’attività di progettazione di gruppi specializzati nell’engineering al servizio dell’industria si estese a una scala territoriale più ampia con la progettazione di quartieri operai, anche nei comuni prossimi alla zona industriale. L’interesse della Fiat Engineering si rivolse sia all’edilizia residenziale destinata ai lavoratori della fabbrica, sia alla progettazione di strutture ricettive. La realizzazione di alberghi costruiti ex novo, unitamente alla riconversione in strutture per l’ospitalità di preesistenze edilizie, avrebbe inizialmente attenuato il problema alloggiativo degli operai, e successivamente rappresentato un vantaggio per lo sviluppo turistico. Sempre più l’attuale crisi economica porta a intendere il lavoro come una pratica ormai a rischio di estinzione; se è vero che l’occupazione in fabbrica sta scomparendo è altresì giusto affermare che essa rappresenta un aspetto importante della storia del mondo occidentale, dai paesi first comers ai territori più periferici -quali Termoli- dove l’industria ricopre un ruolo importante. Il riconoscimento del ruolo che lo stabilimento Fiat ha svolto (e svolge) per Termoli e per l’area basso-molisana, ha determinato il desiderio di approfondirne la storia: a Termoli il valore del territorio inteso quale sistema culturale complesso, può essere indagato anche attraverso lo studio di un impianto industriale relativamente recente e tutt’ora attivo. Il riconoscimento, da parte del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, del valore storico dell’insediamento Fiat Case Sud di Termoli testimonia il processo di storicizzazione in atto, direttamente legato alla fabbrica. Le Case Fiat, realizzate dalla Fiat Engineering, sono infatti state iscritte nella lista delle architetture italiane del secondo Novecento da salvaguardare e tutelare per il ruolo significativo nell’evoluzione tipologica e nelle costruzioni sperimentali. Riflettere sullo stabilimento Fiat di Termoli significa riflettere sulla dimensione urbano-territoriale, economica, sociale (e culturale) e sui dualismi derivanti dalla grande industria presente in un ambito territoriale circoscritto (globale/locale), con vocazioni plurime di sviluppo (agricoltura/industria/turismo), profondamente modificato (conservazione/partecipazione), inizialmente interessato da uno sviluppo accelerato (partecipazione/imposizione).

La Fiat di Termoli 1970-1992. Produzione industriale e trasformazioni territoriali nel Molise contemporaneo

Chimisso, Maddalena
2015-06-17

Abstract

Questo lavoro di ricerca ha per oggetto la storia della Fiat a Termoli e dell’impatto alla scala socio-economica e territoriale derivato dal suo insediamento nell’area basso-molisana. La strategia, elaborata negli anni Settanta, dall’azienda torinese considerava la possibilità di investire a Sud ricorrendo agli incentivi resi disponibili dallo stato per favorire l’industrializzazione nel Mezzogiorno: il piano d’investimenti includeva impianti a Bari, Cassino, Vasto-San Salvo, Nardò, Termini Imerese, Lecce, Sulmona e Termoli. Il caso termolese rappresenta un esempio concreto della “contrattazione programmata”, che prevedeva la compartecipazione di capitali pubblici e privati, e un caso-studio da cui partire per analizzare le principali fasi degli investimenti Fiat a Sud. L’area basso-molisana scelta per l’insediamento Fiat fu invasa dalla presenza dell’industria che, superando i confini dello spazio della produzione e del suo contorno ambientale, si rivolse all’intero ambito urbano. In Molise, l’attività di progettazione di gruppi specializzati nell’engineering al servizio dell’industria si estese a una scala territoriale più ampia con la progettazione di quartieri operai, anche nei comuni prossimi alla zona industriale. L’interesse della Fiat Engineering si rivolse sia all’edilizia residenziale destinata ai lavoratori della fabbrica, sia alla progettazione di strutture ricettive. La realizzazione di alberghi costruiti ex novo, unitamente alla riconversione in strutture per l’ospitalità di preesistenze edilizie, avrebbe inizialmente attenuato il problema alloggiativo degli operai, e successivamente rappresentato un vantaggio per lo sviluppo turistico. Sempre più l’attuale crisi economica porta a intendere il lavoro come una pratica ormai a rischio di estinzione; se è vero che l’occupazione in fabbrica sta scomparendo è altresì giusto affermare che essa rappresenta un aspetto importante della storia del mondo occidentale, dai paesi first comers ai territori più periferici -quali Termoli- dove l’industria ricopre un ruolo importante. Il riconoscimento del ruolo che lo stabilimento Fiat ha svolto (e svolge) per Termoli e per l’area basso-molisana, ha determinato il desiderio di approfondirne la storia: a Termoli il valore del territorio inteso quale sistema culturale complesso, può essere indagato anche attraverso lo studio di un impianto industriale relativamente recente e tutt’ora attivo. Il riconoscimento, da parte del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, del valore storico dell’insediamento Fiat Case Sud di Termoli testimonia il processo di storicizzazione in atto, direttamente legato alla fabbrica. Le Case Fiat, realizzate dalla Fiat Engineering, sono infatti state iscritte nella lista delle architetture italiane del secondo Novecento da salvaguardare e tutelare per il ruolo significativo nell’evoluzione tipologica e nelle costruzioni sperimentali. Riflettere sullo stabilimento Fiat di Termoli significa riflettere sulla dimensione urbano-territoriale, economica, sociale (e culturale) e sui dualismi derivanti dalla grande industria presente in un ambito territoriale circoscritto (globale/locale), con vocazioni plurime di sviluppo (agricoltura/industria/turismo), profondamente modificato (conservazione/partecipazione), inizialmente interessato da uno sviluppo accelerato (partecipazione/imposizione).
The Fiat factory of Termoli 1970-1992. Industrial production and territorial transformation in the contemporary Molise region
17-giu-2015
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