Il lavoro è dedicato all’approfondimento del rapporto tra le professioni e la Costituzione economica. In particolare, si propone di dimostrare la piena ammissibilità dell’inquadramento della vicenda di liberalizzazione delle professioni all’interno della mutata interpretazione degli articoli 41, 43 e 117 della Costituzione. Il taglio pubblicistico, con l’attenzione privilegiata ai riflessi costituzionali dei cambiamenti intervenuti a livello amministrativo e comunitario, nella specie del diritto della concorrenza e delle libertà di circolazione, rappresenta una particolare originalità del lavoro. L’indagine integra organicamente l’esame della disciplina di ciascun argomento, con riferimenti puntuali alla giurisprudenza della Corte di giustizia, affiancata a quella della Corte costituzionale e delle principali corti ordinarie e non manca di considerare tutti gli aspetti normativi dei principali ordinamenti professionali, nonché l’evoluzione sia giurisprudenziale, sia delle decisioni delle autorità indipendenti nella materia. La particolare mole degli argomenti e le circostanze di una ancora non compiuta transizione del sistema ad una piena liberalizzazione rendono il tema particolarmente incerto e di difficile inquadramento. La tesi consta di quattro capitoli. Il primo capitolo è dedicato all’analisi della nozione e della natura giuridica delle professioni. Sotto questo punto di vista, sono evidenziate le difficoltà ricostruttive del sistema, sia dal punto di vista normativo, sia dal punto di vista della letteratura che più si è dedicata alla materia. In tal senso, posta ed esaminata attentamente la divergenza tra la nozione di professioni e quella di impresa, sia nella tradizionale interpretazione della disciplina interna, sia nelle più avanzate e ormai pacifiche interpretazioni del diritto comunitario, pone in luce con sufficiente attenzione e in modo problematico le premesse della ricerca e le criticità dello studio. Il secondo capitolo si occupa di tracciare un confronto tra la libertà professionale implicitamente contenuta nella Costituzione repubblicana e la libertà professionale affermatasi all’interno delle libertà di circolazione della Comunità europea. In questo contesto non si trascura l’evoluzione più recente del diritto comunitario, in particolar modo quella della Carta dei diritti fondamentali, evidenziando le criticità che possono emergere da una equiparazione sic et simpliciter tra l’attività professionale e l’attività di impresa. In questo senso, si pongono le riflessioni intorno alla nuova lettura degli articoli 41 e 43 della Costituzione. Il terzo capitolo si occupa della disciplina delle professioni nella riforma del Titolo V. Il capitolo evidenzia, attraverso l’analisi della giurisprudenza costituzionale successiva all’anno 2001, le principali criticità emerse intorno alla collocazione della materia delle professioni e degli ordini professionali. In questa parte del lavoro, si evidenzia la contiguità tra l’etichetta delle professioni e quella della concorrenza. Il quarto capitolo riguarda l’analisi dell'assetto pubblicistico di ordini e collegi professionali, alla luce delle criticità sopra rappresentate e si conclude con una riflessione sulle possibilità di una rinnovata collocazione degli enti professionali all’interno della Costituzione.
Riflessi costituzionali della liberalizzazione delle professioni
LARICCIA, Matteo
2010-03-01
Abstract
Il lavoro è dedicato all’approfondimento del rapporto tra le professioni e la Costituzione economica. In particolare, si propone di dimostrare la piena ammissibilità dell’inquadramento della vicenda di liberalizzazione delle professioni all’interno della mutata interpretazione degli articoli 41, 43 e 117 della Costituzione. Il taglio pubblicistico, con l’attenzione privilegiata ai riflessi costituzionali dei cambiamenti intervenuti a livello amministrativo e comunitario, nella specie del diritto della concorrenza e delle libertà di circolazione, rappresenta una particolare originalità del lavoro. L’indagine integra organicamente l’esame della disciplina di ciascun argomento, con riferimenti puntuali alla giurisprudenza della Corte di giustizia, affiancata a quella della Corte costituzionale e delle principali corti ordinarie e non manca di considerare tutti gli aspetti normativi dei principali ordinamenti professionali, nonché l’evoluzione sia giurisprudenziale, sia delle decisioni delle autorità indipendenti nella materia. La particolare mole degli argomenti e le circostanze di una ancora non compiuta transizione del sistema ad una piena liberalizzazione rendono il tema particolarmente incerto e di difficile inquadramento. La tesi consta di quattro capitoli. Il primo capitolo è dedicato all’analisi della nozione e della natura giuridica delle professioni. Sotto questo punto di vista, sono evidenziate le difficoltà ricostruttive del sistema, sia dal punto di vista normativo, sia dal punto di vista della letteratura che più si è dedicata alla materia. In tal senso, posta ed esaminata attentamente la divergenza tra la nozione di professioni e quella di impresa, sia nella tradizionale interpretazione della disciplina interna, sia nelle più avanzate e ormai pacifiche interpretazioni del diritto comunitario, pone in luce con sufficiente attenzione e in modo problematico le premesse della ricerca e le criticità dello studio. Il secondo capitolo si occupa di tracciare un confronto tra la libertà professionale implicitamente contenuta nella Costituzione repubblicana e la libertà professionale affermatasi all’interno delle libertà di circolazione della Comunità europea. In questo contesto non si trascura l’evoluzione più recente del diritto comunitario, in particolar modo quella della Carta dei diritti fondamentali, evidenziando le criticità che possono emergere da una equiparazione sic et simpliciter tra l’attività professionale e l’attività di impresa. In questo senso, si pongono le riflessioni intorno alla nuova lettura degli articoli 41 e 43 della Costituzione. Il terzo capitolo si occupa della disciplina delle professioni nella riforma del Titolo V. Il capitolo evidenzia, attraverso l’analisi della giurisprudenza costituzionale successiva all’anno 2001, le principali criticità emerse intorno alla collocazione della materia delle professioni e degli ordini professionali. In questa parte del lavoro, si evidenzia la contiguità tra l’etichetta delle professioni e quella della concorrenza. Il quarto capitolo riguarda l’analisi dell'assetto pubblicistico di ordini e collegi professionali, alla luce delle criticità sopra rappresentate e si conclude con una riflessione sulle possibilità di una rinnovata collocazione degli enti professionali all’interno della Costituzione.File | Dimensione | Formato | |
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