L’obiettivo principale del lavoro è duplice: da un lato, esso intende partecipare la complessità del fenomeno del monopolio, che si riflette sulla disciplina dello stesso negli Stati Uniti e nell’Unione Europea; dall’altro, intende riflettere sull’interazione tra i processi di mercato, i processi giurisdizionali ed i processi politici nella formazione del diritto del monopolio. Le opposte istanze rappresentate dalla necessità di promuovere l’intrapresa privata, da un lato, e dalla salvaguardia dell’accesso al mercato e del processo competitivo a vantaggio delle imprese concorrenti e dei consumatori, dall’altro, rivelano la difficoltà di plasmare un efficace diritto delle pratiche unilaterali dell’impresa. La scelta di comparare la disciplina del monopolio negli Stati Uniti con la disciplina dell’abuso di posizione dominante nell’Unione Europea è giustificata dal fatto che i due sistemi sono rappresentativi dei due modelli di famiglia legale tradizionalmente più riconosciuti dalla sistematica giuridica comparata, il modello di Common Law, con riferimento agli Stati Uniti, e quello di Civil law, con riferimento all’Unione Europea. I due modelli sono comparati in una prospettiva funzionale, il cui comune punto di partenza è la situazione in cui un’impresa abusa del suo potere di monopolio per eliminare la concorrenza sul mercato, a danno delle imprese concorrenti e dei consumatori. In linea con l’argomento per cui l’idea di “diritto” non è rappresentata meramente dal contributo positivo del legislatore, l’analisi dei modelli tiene conto del diverso impatto del formante legislativo, di quello giurisprudenziale e di quello dottrinale. Il formante legislativo è rappresentato dalla § 2 dello Sherman Act per il modello Statunitense e dall’articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea per il modello Europeo, ambo costituenti, stante la loro genericità, ampie deleghe al giudice di sviluppare un diritto delle pratiche unilaterali abusive dell’impresa; pertanto, il formante giurisprudenziale svolge un ruolo basilare in entrambi i modelli, in una guisa più connaturata ai sistemi di Common Law, insieme al formante dottrinale, ed in particolar modo ai contributi della scuola ordoliberale di Friburgo, della Scuola di Chicago di diritto ed economia e della scuola di Harvard della struttura-condotta-prestazione. A dispetto di un impatto dei tre formanti piuttosto simile sulle due discipline, i modelli spiegano rilevanti differenze per ciò che attiene agli obiettivi politici che si prefiggono, rappresentati dall’efficienza della transazione e dall’aumento del benessere dei consumatori nel modello americano, e dalla garanzia della correttezza dello scambio e dalla promozione del mercato interno nel modello Europeo. Le differenze dei due modelli sono ricomprese in due modi antitetici di concepire il capitalismo, il capitalismo individualista ispirato al laissaz faire caratterizzante il modello americano, la cui idea sostanziale è che il libero mercato sia il principale fattore di sviluppo di un sistema, ed il capitalismo altruista finalizzato al raggiungimento di un’economia sociale di mercato caratterizzante il modello Europeo, il cui scopo cardinale è conciliare le istanze dell’impresa privata con i bisogni a lungo termine della società. Le difficoltà di raggiungere gli obiettivi politico-legislativi che i due modelli si propongono derivano, tra l’altro, dall’impatto di differenti processi sul fenomeno del monopolio, in particolare dei processi di mercato, obbedienti alle leggi della domanda e dell’offerta, del processo giurisdizionale, caratterizzato dalla strutturale inadeguatezza dei giudici a decidere di complesse questioni economiche, e dei processi politici, tradizionalmente contraddistinti da tendenze maggioritarie o minoritarie. Ciascuno dei tre processi isolatamente considerato non costituisce un viatico per favorire tali obiettivi. Tuttavia, la ricognizione dell’impatto dei tre processi può aiutare a comprendere meglio le molteplici variabili del fenomeno oggetto di studio.

Monopolization laws of the United States and of the European Union: comparative legal and economic analysis

CERIMELE, Michele
2014-05-13

Abstract

L’obiettivo principale del lavoro è duplice: da un lato, esso intende partecipare la complessità del fenomeno del monopolio, che si riflette sulla disciplina dello stesso negli Stati Uniti e nell’Unione Europea; dall’altro, intende riflettere sull’interazione tra i processi di mercato, i processi giurisdizionali ed i processi politici nella formazione del diritto del monopolio. Le opposte istanze rappresentate dalla necessità di promuovere l’intrapresa privata, da un lato, e dalla salvaguardia dell’accesso al mercato e del processo competitivo a vantaggio delle imprese concorrenti e dei consumatori, dall’altro, rivelano la difficoltà di plasmare un efficace diritto delle pratiche unilaterali dell’impresa. La scelta di comparare la disciplina del monopolio negli Stati Uniti con la disciplina dell’abuso di posizione dominante nell’Unione Europea è giustificata dal fatto che i due sistemi sono rappresentativi dei due modelli di famiglia legale tradizionalmente più riconosciuti dalla sistematica giuridica comparata, il modello di Common Law, con riferimento agli Stati Uniti, e quello di Civil law, con riferimento all’Unione Europea. I due modelli sono comparati in una prospettiva funzionale, il cui comune punto di partenza è la situazione in cui un’impresa abusa del suo potere di monopolio per eliminare la concorrenza sul mercato, a danno delle imprese concorrenti e dei consumatori. In linea con l’argomento per cui l’idea di “diritto” non è rappresentata meramente dal contributo positivo del legislatore, l’analisi dei modelli tiene conto del diverso impatto del formante legislativo, di quello giurisprudenziale e di quello dottrinale. Il formante legislativo è rappresentato dalla § 2 dello Sherman Act per il modello Statunitense e dall’articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea per il modello Europeo, ambo costituenti, stante la loro genericità, ampie deleghe al giudice di sviluppare un diritto delle pratiche unilaterali abusive dell’impresa; pertanto, il formante giurisprudenziale svolge un ruolo basilare in entrambi i modelli, in una guisa più connaturata ai sistemi di Common Law, insieme al formante dottrinale, ed in particolar modo ai contributi della scuola ordoliberale di Friburgo, della Scuola di Chicago di diritto ed economia e della scuola di Harvard della struttura-condotta-prestazione. A dispetto di un impatto dei tre formanti piuttosto simile sulle due discipline, i modelli spiegano rilevanti differenze per ciò che attiene agli obiettivi politici che si prefiggono, rappresentati dall’efficienza della transazione e dall’aumento del benessere dei consumatori nel modello americano, e dalla garanzia della correttezza dello scambio e dalla promozione del mercato interno nel modello Europeo. Le differenze dei due modelli sono ricomprese in due modi antitetici di concepire il capitalismo, il capitalismo individualista ispirato al laissaz faire caratterizzante il modello americano, la cui idea sostanziale è che il libero mercato sia il principale fattore di sviluppo di un sistema, ed il capitalismo altruista finalizzato al raggiungimento di un’economia sociale di mercato caratterizzante il modello Europeo, il cui scopo cardinale è conciliare le istanze dell’impresa privata con i bisogni a lungo termine della società. Le difficoltà di raggiungere gli obiettivi politico-legislativi che i due modelli si propongono derivano, tra l’altro, dall’impatto di differenti processi sul fenomeno del monopolio, in particolare dei processi di mercato, obbedienti alle leggi della domanda e dell’offerta, del processo giurisdizionale, caratterizzato dalla strutturale inadeguatezza dei giudici a decidere di complesse questioni economiche, e dei processi politici, tradizionalmente contraddistinti da tendenze maggioritarie o minoritarie. Ciascuno dei tre processi isolatamente considerato non costituisce un viatico per favorire tali obiettivi. Tuttavia, la ricognizione dell’impatto dei tre processi può aiutare a comprendere meglio le molteplici variabili del fenomeno oggetto di studio.
13-mag-2014
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11695/66367
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