Lo studio geologico-stratigrafico e geomorfologico nel settore costiero compreso tra i fiumi Trigno e Fortore ha permesso di definire l’evoluzione quaternaria dell’Avanfossa appenninica plio-pleistocenica. In particolare, sono state definite: le caratteristiche stratigrafiche e sedimentologiche della successione sedimentaria, i rapporti tra tettonica e sedimentazione e le principali sequenze morfoevolutive del paesaggio. La dettagliata analisi stratigrafica e di facies, in particolare, ha consentito di delineare un chiaro quadro stratigrafico per tutto il settore analizzato e di definire i principali ambienti deposizionali. La sovrapposizione verticale delle associazioni di facies (offshore, offshore transition, lower shoreface, upper shoreface, foreshore, backshore, mouth bar, alluvial fan, braided plain e flood plain) testimonia la tendenza regressiva che caratterizza la successione sedimentaria. Tale tendenza è confermata dal passaggio circalittorale esterno/batiale-infralittorale, nei termini inferiori argillosi della successione. Tali dati mostrano una transizione dal basso verso l’alto da depositi marini di piattaforma (Argille di Montesecco) a depositi costieri di spiaggia (Sabbie di Serracapriola) e, infine, a depositi continentali di ambiente alluvionale (Conglomerati di Campomarino). Lo studio stratigrafico in termini sequenziali ha definito cinque sequenze deposizionali: Qm, Qm1, Qc1, Qc2 e Qc3. I depositi di offshore sono rappresentativi della sequenza Qm (Piacenziano sup. - Santerniano, intervallo cronologico attribuito in base alle analisi biostratigrafiche). Il contatto stratigrafico con la sequenza Qm1 è definito da una angular unconformity, riconosciuta a livello regionale, di età emiliana, che suggerisce la presenza di uno hiatus deposizionale. La sequenza Qm1 (Siciliano) è costituita da depositi di transizione e costieri e distinta in due unità: una inferiore (offshore transition) e una superiore che rappresenta un corpo di spiaggia progradante. La sedimentazione continentale è rappresentata dalle sequenze Qc1 e Qc2 (Pleistocene inferiore - Pleistocene medio) e dalla Qc3 (Pleistocene medio - Olocene). La successione mostra forti analogie con i depositi presenti lungo il margine appenninico centro-settentrionale. I contatti stratigrafici tra le sequenze “continentali” e quelli con la sequenza Qm1 sono rappresentati da una lieve discordanza angolare. Sono state identificate quattro fasi tettoniche. La prima (Pliocene superiore) controlla la sedimentazione della sequenza Qm. La seconda fase (emiliana) determina un primo forte sollevamento e basculamento della sequenza Qm, con la formazione dei primi paesaggi d’erosione. La fase tettonica successiva (Pleistocene inferiore finale-Pleistocene medio), che segue una fase di relativa stasi tettonica durante la quale avviene la deposizione delle sequenze Qm1 e Qc1, determina il sollevamento ed il basculamento della successione e la formazione delle prime superfici di erosione preservate (I ordine, 370-250 m). Ne consegue la deposizione della sequenza Qc2 con la formazione delle paleosuperfici di II ordine e delle valli asimmetriche. La quarta e ultima fase tettonica (Pleistocene medio) determina il sollevamento finale di tutta la successione e l’attuale conformazione delle valli. In questa fase comincia la deposizione dei depositi della sequenza Qc3. I tassi di uplift stimati e validi almeno per tutto il Pleistocene medio sono compresi tra 0,1 mm/a e 0,25 mm/a.
Studio geologico-stratigrafico e geomorfologico nel settore costiero compreso tra il fiume Trigno ed il fiume Fortore
BRACONE, Vito
2010-02-22
Abstract
Lo studio geologico-stratigrafico e geomorfologico nel settore costiero compreso tra i fiumi Trigno e Fortore ha permesso di definire l’evoluzione quaternaria dell’Avanfossa appenninica plio-pleistocenica. In particolare, sono state definite: le caratteristiche stratigrafiche e sedimentologiche della successione sedimentaria, i rapporti tra tettonica e sedimentazione e le principali sequenze morfoevolutive del paesaggio. La dettagliata analisi stratigrafica e di facies, in particolare, ha consentito di delineare un chiaro quadro stratigrafico per tutto il settore analizzato e di definire i principali ambienti deposizionali. La sovrapposizione verticale delle associazioni di facies (offshore, offshore transition, lower shoreface, upper shoreface, foreshore, backshore, mouth bar, alluvial fan, braided plain e flood plain) testimonia la tendenza regressiva che caratterizza la successione sedimentaria. Tale tendenza è confermata dal passaggio circalittorale esterno/batiale-infralittorale, nei termini inferiori argillosi della successione. Tali dati mostrano una transizione dal basso verso l’alto da depositi marini di piattaforma (Argille di Montesecco) a depositi costieri di spiaggia (Sabbie di Serracapriola) e, infine, a depositi continentali di ambiente alluvionale (Conglomerati di Campomarino). Lo studio stratigrafico in termini sequenziali ha definito cinque sequenze deposizionali: Qm, Qm1, Qc1, Qc2 e Qc3. I depositi di offshore sono rappresentativi della sequenza Qm (Piacenziano sup. - Santerniano, intervallo cronologico attribuito in base alle analisi biostratigrafiche). Il contatto stratigrafico con la sequenza Qm1 è definito da una angular unconformity, riconosciuta a livello regionale, di età emiliana, che suggerisce la presenza di uno hiatus deposizionale. La sequenza Qm1 (Siciliano) è costituita da depositi di transizione e costieri e distinta in due unità: una inferiore (offshore transition) e una superiore che rappresenta un corpo di spiaggia progradante. La sedimentazione continentale è rappresentata dalle sequenze Qc1 e Qc2 (Pleistocene inferiore - Pleistocene medio) e dalla Qc3 (Pleistocene medio - Olocene). La successione mostra forti analogie con i depositi presenti lungo il margine appenninico centro-settentrionale. I contatti stratigrafici tra le sequenze “continentali” e quelli con la sequenza Qm1 sono rappresentati da una lieve discordanza angolare. Sono state identificate quattro fasi tettoniche. La prima (Pliocene superiore) controlla la sedimentazione della sequenza Qm. La seconda fase (emiliana) determina un primo forte sollevamento e basculamento della sequenza Qm, con la formazione dei primi paesaggi d’erosione. La fase tettonica successiva (Pleistocene inferiore finale-Pleistocene medio), che segue una fase di relativa stasi tettonica durante la quale avviene la deposizione delle sequenze Qm1 e Qc1, determina il sollevamento ed il basculamento della successione e la formazione delle prime superfici di erosione preservate (I ordine, 370-250 m). Ne consegue la deposizione della sequenza Qc2 con la formazione delle paleosuperfici di II ordine e delle valli asimmetriche. La quarta e ultima fase tettonica (Pleistocene medio) determina il sollevamento finale di tutta la successione e l’attuale conformazione delle valli. In questa fase comincia la deposizione dei depositi della sequenza Qc3. I tassi di uplift stimati e validi almeno per tutto il Pleistocene medio sono compresi tra 0,1 mm/a e 0,25 mm/a.File | Dimensione | Formato | |
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