Le caratteristiche del paesaggio sono legate all’eterogeneità ambientale e funzionale di natura, agricoltura, insediamenti e attività antropiche, in grado, col loro fraseggio territoriale, di originare mosaici peculiari e mutevoli nel tempo. In seguito alla rivoluzione industriale, il sottile equilibrio che regolava il rapporto di coevoluzione uomo-natura si è decisamente inclinato a favore di una società alla continua ricerca e conquista di nuovi spazi, tanto che attualmente circa il 75% delle terre emerse presenta alterazioni per effetto della presenza antropica. Il principale fattore che determina le dinamiche di trasformazione del paesaggio e dei suoi processi di funzionamento, è dunque l’uso del suolo, le cui modifiche alterano la fisionomia della copertura biofisica del suolo, influenzando i processi ecologici alla base della fornitura di beni e servizi di supporto alla vita ed al benessere umano. Il presente lavoro è strutturato in tre parti riguardanti: a) il monitoraggio dei cambiamenti d’uso e copertura del suolo; b) la valutazione degli impatti sull’erogazione di servizi ecosistemici; c) le implicazioni di tali valutazioni per la pianificazione del territorio. Lo studio dei cambiamenti d’uso e copertura del suolo è stato basato principalmente sull’utilizzo dell’Inventario dell’Uso delle Terre d’Italia (IUTI). Lo sviluppo di nuove metodologie di monitoraggio ha consentito di aumentarne il potenziale informativo e l’applicabilità nell’ambito della pianificazione territoriale, pur rispondendo a criteri di economicità ed accuratezza. L’analisi di dettaglio dei cambiamenti d’uso e copertura del suolo in ambienti particolari quali quelli montani e dei Parchi Nazionali, ha inoltre consentito di caratterizzare in maniera analitica i principali fenomeni occorsi in Italia negli ultimi 20 anni, tra cui:  la perdita di superfici agricole, sia seminativi che prati e pascoli;  l’espansione della superficie forestale;  l’espansione della superficie urbana. L’approccio multidisciplinare adottato ha inoltre consentito la migliore comprensione delle cause di tali modificazioni, le possibili traiettorie future e le conseguenti ricadute sulla pianificazione e politiche territoriali. La seconda parte del lavoro ha riguardato la quantificazione dei servizi ecosistemici, in particolare la capacità di fissazione della CO2, e la loro variazione in risposta a strategie migliorative legate ad esempio alla gestione forestale, o di fenomeni altamente impattanti quale l’espansione delle aree urbane. È stato dimostrato come tali valutazioni consentano di meglio bilanciare le analisi costi-benefici legate a progetti, piani e politiche, offrendo quindi una concreta opportunità di riconciliare le necessità dell’uomo alle reali capacità degli ecosistemi naturali in un’ottica di sviluppo sostenibile. La possibilità di attribuire un valore alle risorse naturali comporta nuove sfide e prospettive legate alla loro gestione, che vanno dalla valutazione degli effetti delle passate politiche, alla proposizione di modelli di sviluppo innovativi sempre più basati sulle effettive peculiarità dei territori e sulle necessità di chi in essi vive. In un quadro complesso di cambiamenti ed implicazioni più o meno dirette sull’ambiente e sul benessere umano come quello analizzato, è di primaria importanza la disponibilità di dati e modelli facilmente aggiornabili in grado di descrivere tali processi e permettere la creazione di scenari futuri di supporto ai decision makers pubblici e privati in sede di pianificazione e progettazione. Quella che potrebbe oggi apparire come una scelta legata a particolari sensibilità o a questioni di marketing per amministratori illuminati, imprese o comuni cittadini, è ormai chiaro che dovrà rappresentare il futuro modus operandi.

Monitoraggio dei cambiamenti d'uso del suolo e degli effetti sugli ecosistemi e sul paesaggio italiano

Sallustio, Lorenzo
2015-02-06

Abstract

Le caratteristiche del paesaggio sono legate all’eterogeneità ambientale e funzionale di natura, agricoltura, insediamenti e attività antropiche, in grado, col loro fraseggio territoriale, di originare mosaici peculiari e mutevoli nel tempo. In seguito alla rivoluzione industriale, il sottile equilibrio che regolava il rapporto di coevoluzione uomo-natura si è decisamente inclinato a favore di una società alla continua ricerca e conquista di nuovi spazi, tanto che attualmente circa il 75% delle terre emerse presenta alterazioni per effetto della presenza antropica. Il principale fattore che determina le dinamiche di trasformazione del paesaggio e dei suoi processi di funzionamento, è dunque l’uso del suolo, le cui modifiche alterano la fisionomia della copertura biofisica del suolo, influenzando i processi ecologici alla base della fornitura di beni e servizi di supporto alla vita ed al benessere umano. Il presente lavoro è strutturato in tre parti riguardanti: a) il monitoraggio dei cambiamenti d’uso e copertura del suolo; b) la valutazione degli impatti sull’erogazione di servizi ecosistemici; c) le implicazioni di tali valutazioni per la pianificazione del territorio. Lo studio dei cambiamenti d’uso e copertura del suolo è stato basato principalmente sull’utilizzo dell’Inventario dell’Uso delle Terre d’Italia (IUTI). Lo sviluppo di nuove metodologie di monitoraggio ha consentito di aumentarne il potenziale informativo e l’applicabilità nell’ambito della pianificazione territoriale, pur rispondendo a criteri di economicità ed accuratezza. L’analisi di dettaglio dei cambiamenti d’uso e copertura del suolo in ambienti particolari quali quelli montani e dei Parchi Nazionali, ha inoltre consentito di caratterizzare in maniera analitica i principali fenomeni occorsi in Italia negli ultimi 20 anni, tra cui:  la perdita di superfici agricole, sia seminativi che prati e pascoli;  l’espansione della superficie forestale;  l’espansione della superficie urbana. L’approccio multidisciplinare adottato ha inoltre consentito la migliore comprensione delle cause di tali modificazioni, le possibili traiettorie future e le conseguenti ricadute sulla pianificazione e politiche territoriali. La seconda parte del lavoro ha riguardato la quantificazione dei servizi ecosistemici, in particolare la capacità di fissazione della CO2, e la loro variazione in risposta a strategie migliorative legate ad esempio alla gestione forestale, o di fenomeni altamente impattanti quale l’espansione delle aree urbane. È stato dimostrato come tali valutazioni consentano di meglio bilanciare le analisi costi-benefici legate a progetti, piani e politiche, offrendo quindi una concreta opportunità di riconciliare le necessità dell’uomo alle reali capacità degli ecosistemi naturali in un’ottica di sviluppo sostenibile. La possibilità di attribuire un valore alle risorse naturali comporta nuove sfide e prospettive legate alla loro gestione, che vanno dalla valutazione degli effetti delle passate politiche, alla proposizione di modelli di sviluppo innovativi sempre più basati sulle effettive peculiarità dei territori e sulle necessità di chi in essi vive. In un quadro complesso di cambiamenti ed implicazioni più o meno dirette sull’ambiente e sul benessere umano come quello analizzato, è di primaria importanza la disponibilità di dati e modelli facilmente aggiornabili in grado di descrivere tali processi e permettere la creazione di scenari futuri di supporto ai decision makers pubblici e privati in sede di pianificazione e progettazione. Quella che potrebbe oggi apparire come una scelta legata a particolari sensibilità o a questioni di marketing per amministratori illuminati, imprese o comuni cittadini, è ormai chiaro che dovrà rappresentare il futuro modus operandi.
Land use change monitoring and effects on ecosystems and italian landscape
6-feb-2015
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11695/66338
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