L’obiettivo della tesi, è quello di fornire uno strumento di conoscenza per nuovi studi sulle possibilità di valorizzazione e gestione dei beni culturali archeologici. Gli strumenti principali utilizzati per lo svolgimento del lavoro sono stati: ricerca bibliografica, ricerca diretta sul campo, confronto con realtà straniere. La ricerca bibliografica ha consentito di fare il punto sullo stato dell’arte e analizzare i vari aspetti e le componenti delle diverse discipline che afferiscono al tema generale, oltre alla definizione ampia dell’oggetto della ricerca, ovvero il rudere archeologico come testimonianza di civiltà, come icona identitaria, come elemento caratterizzante il paesaggio. La ricerca sul campo ha consentito di conoscere attraverso il censimento, i siti archeologici suscettibili di interventi di conservazione e valorizzazione, indipendentemente dall’epoca storica di appartenenza. Il censimento è stato effettuato attraverso la compilazione di una scheda appositamente realizzata, ma basata su quella realizzata dall’ICCD; la realizzazione di un GIS necessario alla catalogazione dei dati raccolti. Vari sopralluoghi sono stati necessari sia per conoscere direttamente i siti, sia per analizzare le caratteristiche antropiche e naturali dell’intorno. In Europa hanno realizzato progetti straordinari di tutela e di valorizzazione, che riescono a conciliare le esigenze della conservazione con quelle del turismo, innescando processi di sviluppo sostenibile a tutto vantaggio delle comunità locali. Negli stati europei analizzati, hanno abbandonato (se mai ne avessero sofferto) quella visione snobistica della cultura che allontana le persone a vantaggio di una ristretta cerchia di accademici. I beni culturali sono anche lo spunto per attività ludiche e ricreative, oltre che didattiche, consentendo così ai vari operatori, di gestire con maggiore elasticità i progetti di valorizzazione. Il metodo che la ricerca ha seguito è lo stesso di quello della ricerca sui beni culturali, prendendo come campione un sito archeologico “minore” il tempio italico di San Giovanni in Galdo. La ricchezza di un territorio risiede in maggior parte nelle peculiarità intrinseche, fatte di stratificazioni storiche inserite in un contesto naturale dalle qualità ancora integre. L’isolamento della regione Molise ed in particolare di alcune zone, tra cui il centro (in cui si trova quella analizzata), ha portato come effetto positivo la conservazione del territorio. Oggi, quella che è stata considerata per decenni, la causa dell’arretratezza, può rivelarsi un’occasione di sviluppo. Progetti culturali di conservazione e studio possono essere considerati dei veri programmi di sviluppo locale sostenibile, che rispettano il territorio e le sue caratteristiche, ne esaltano i caratteri identitari, producono ricchezza e posti di lavoro. La proposta di valorizzazione si è concentrata su un’area del Molise nel comprensorio di Campobasso, che ingloba siti di diverse dimensioni e con caratteristiche tipologiche, morfologiche e territoriali affini. Il progetto di valorizzazione proposto, coinvolge gli enti locali amministrativi e l’Università in una struttura che gestisce il territorio come un museo. Le attività museali sono distribuite e coordinate a livello territoriale, con l’obiettivo principale della tutela e della conservazione di siti archeologici, che nel loro isolamento rischiano di essere distrutti.

I siti archeologici "minori": proposte di conservazione e valorizzazione nel paesaggio molisano

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2012-04-20

Abstract

L’obiettivo della tesi, è quello di fornire uno strumento di conoscenza per nuovi studi sulle possibilità di valorizzazione e gestione dei beni culturali archeologici. Gli strumenti principali utilizzati per lo svolgimento del lavoro sono stati: ricerca bibliografica, ricerca diretta sul campo, confronto con realtà straniere. La ricerca bibliografica ha consentito di fare il punto sullo stato dell’arte e analizzare i vari aspetti e le componenti delle diverse discipline che afferiscono al tema generale, oltre alla definizione ampia dell’oggetto della ricerca, ovvero il rudere archeologico come testimonianza di civiltà, come icona identitaria, come elemento caratterizzante il paesaggio. La ricerca sul campo ha consentito di conoscere attraverso il censimento, i siti archeologici suscettibili di interventi di conservazione e valorizzazione, indipendentemente dall’epoca storica di appartenenza. Il censimento è stato effettuato attraverso la compilazione di una scheda appositamente realizzata, ma basata su quella realizzata dall’ICCD; la realizzazione di un GIS necessario alla catalogazione dei dati raccolti. Vari sopralluoghi sono stati necessari sia per conoscere direttamente i siti, sia per analizzare le caratteristiche antropiche e naturali dell’intorno. In Europa hanno realizzato progetti straordinari di tutela e di valorizzazione, che riescono a conciliare le esigenze della conservazione con quelle del turismo, innescando processi di sviluppo sostenibile a tutto vantaggio delle comunità locali. Negli stati europei analizzati, hanno abbandonato (se mai ne avessero sofferto) quella visione snobistica della cultura che allontana le persone a vantaggio di una ristretta cerchia di accademici. I beni culturali sono anche lo spunto per attività ludiche e ricreative, oltre che didattiche, consentendo così ai vari operatori, di gestire con maggiore elasticità i progetti di valorizzazione. Il metodo che la ricerca ha seguito è lo stesso di quello della ricerca sui beni culturali, prendendo come campione un sito archeologico “minore” il tempio italico di San Giovanni in Galdo. La ricchezza di un territorio risiede in maggior parte nelle peculiarità intrinseche, fatte di stratificazioni storiche inserite in un contesto naturale dalle qualità ancora integre. L’isolamento della regione Molise ed in particolare di alcune zone, tra cui il centro (in cui si trova quella analizzata), ha portato come effetto positivo la conservazione del territorio. Oggi, quella che è stata considerata per decenni, la causa dell’arretratezza, può rivelarsi un’occasione di sviluppo. Progetti culturali di conservazione e studio possono essere considerati dei veri programmi di sviluppo locale sostenibile, che rispettano il territorio e le sue caratteristiche, ne esaltano i caratteri identitari, producono ricchezza e posti di lavoro. La proposta di valorizzazione si è concentrata su un’area del Molise nel comprensorio di Campobasso, che ingloba siti di diverse dimensioni e con caratteristiche tipologiche, morfologiche e territoriali affini. Il progetto di valorizzazione proposto, coinvolge gli enti locali amministrativi e l’Università in una struttura che gestisce il territorio come un museo. Le attività museali sono distribuite e coordinate a livello territoriale, con l’obiettivo principale della tutela e della conservazione di siti archeologici, che nel loro isolamento rischiano di essere distrutti.
"Minor" archaeological sites: proposals to conserve and enhance the landscape of Molise
20-apr-2012
Battista, Giovanna
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Tipologia: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11695/66316
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