L’oggetto di questa ricerca è la propaganda fascista negli Stati Uniti nel periodo compreso tra la marcia su Roma e l’ingresso dell’America nella seconda guerra mondiale. In particolare, questo lavoro intende delineare gli orientamenti, i temi, le strutture e gli strumenti di propaganda utilizzati dal regime fascista per migliorare la propria immagine presso il pubblico americano e per sviluppare un senso di rinnovato orgoglio nazionale in seno alle numerose comunità italo-americane, al fine di impiegarle come una forza capace di influenzare il governo della paese d’adozione in un senso favorevole agli interessi internazionali dell’Italia. La propaganda fascista negli Stati Uniti non fu un fenomeno univoco e coerente. Essa, al contrario, fu al centro di un aspro dibattito tra i funzionari del partito fascista e i rappresentanti diplomatici: i primi volevano imprimere una forte caratterizzazione politica alla propaganda, esportando presso le comunità italo-americane i miti, i riti e l’organizzazione squadristica del fascismo italiano; i secondi, invece, sostenevano la necessità di adattare il messaggio propagandistico allo specifico ambiente americano, favorendo un approccio indiretto, teso soprattutto a rinvigorire i legami spirituali tra gli emigrati e la madrepatria. Alla fine, l’ostilità delle autorità americane verso i fasci e le loro azioni violente convinse Mussolini a optare per la linea proposta dall’ambasciata, che negli anni Trenta divenne il principale centro coordinatore della propaganda fascista in America. Nel promuovere la propria immagine, il regime si servì dei principali strumenti di comunicazione di massa: la stampa etnica; il cinema e la radio. Tuttavia, lacune organizzative e mancanza di adeguate risorse economiche condizionarono le attività propagandistiche, che, pertanto, furono caratterizzate da un certo grado di approssimazione e improvvisazione. Oltre che dai limiti tecnici, il fallimento finale della propaganda fascista fu dovuto soprattutto alla politica estera aggressiva del regime nella seconda metà degli anni Trenta, che sfociò nella partecipazione al secondo conflitto mondiale al fianco della Germania nazista e alla dichiarazione di guerra contro gli Stati Uniti. Ciò rese l’Italia fascista un nemico non solo del governo di Washington, ma anche degli italo-americani, che non esitarono a sostenere la loro patria di adozione.
L'aquila e il littorio: direttive, strutture e strumenti della propaganda fascista negli Stati Uniti d'America (1922-1941)
DI LEGGE, FRANCESCO
2015-06-17
Abstract
L’oggetto di questa ricerca è la propaganda fascista negli Stati Uniti nel periodo compreso tra la marcia su Roma e l’ingresso dell’America nella seconda guerra mondiale. In particolare, questo lavoro intende delineare gli orientamenti, i temi, le strutture e gli strumenti di propaganda utilizzati dal regime fascista per migliorare la propria immagine presso il pubblico americano e per sviluppare un senso di rinnovato orgoglio nazionale in seno alle numerose comunità italo-americane, al fine di impiegarle come una forza capace di influenzare il governo della paese d’adozione in un senso favorevole agli interessi internazionali dell’Italia. La propaganda fascista negli Stati Uniti non fu un fenomeno univoco e coerente. Essa, al contrario, fu al centro di un aspro dibattito tra i funzionari del partito fascista e i rappresentanti diplomatici: i primi volevano imprimere una forte caratterizzazione politica alla propaganda, esportando presso le comunità italo-americane i miti, i riti e l’organizzazione squadristica del fascismo italiano; i secondi, invece, sostenevano la necessità di adattare il messaggio propagandistico allo specifico ambiente americano, favorendo un approccio indiretto, teso soprattutto a rinvigorire i legami spirituali tra gli emigrati e la madrepatria. Alla fine, l’ostilità delle autorità americane verso i fasci e le loro azioni violente convinse Mussolini a optare per la linea proposta dall’ambasciata, che negli anni Trenta divenne il principale centro coordinatore della propaganda fascista in America. Nel promuovere la propria immagine, il regime si servì dei principali strumenti di comunicazione di massa: la stampa etnica; il cinema e la radio. Tuttavia, lacune organizzative e mancanza di adeguate risorse economiche condizionarono le attività propagandistiche, che, pertanto, furono caratterizzate da un certo grado di approssimazione e improvvisazione. Oltre che dai limiti tecnici, il fallimento finale della propaganda fascista fu dovuto soprattutto alla politica estera aggressiva del regime nella seconda metà degli anni Trenta, che sfociò nella partecipazione al secondo conflitto mondiale al fianco della Germania nazista e alla dichiarazione di guerra contro gli Stati Uniti. Ciò rese l’Italia fascista un nemico non solo del governo di Washington, ma anche degli italo-americani, che non esitarono a sostenere la loro patria di adozione.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Tesi_F_DiLegge.pdf
accesso aperto
Tipologia:
Tesi di dottorato
Dimensione
2.14 MB
Formato
Adobe PDF
|
2.14 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.