L’industria eolica è in continua espansione in Europa con potenziali effetti negativi sulla fauna selvatica. Nella pianificazione dello sviluppo delle centrali eoliche a scala regionale è necessario tener conto degli impatti cumulativi di più centrali piuttosto che degli effetti a scala locale dovuti a singoli impianti. La creazione di mappe di rischio potenziale a scala regionale può essere di aiuto nella pianificazione a larga scala e utile alla programmazione dei sopralluoghi di campo nelle aree più vulnerabili. Sebbene le recenti tecniche di modellizzazione permettano di raggiungere questo scopo, la loro applicazione è stata a lungo trascurata. Al fine di affrontare questa problematica abbiamo implementato un’analisi a scala regionale basata sullo sviluppo di modelli di distribuzione costruiti a partire da dati di presenza in un’area del centro Italia che attualmente è interessata da una forte espansione del fenomeno eolico. Abbiamo scelto deliberatamente la scala regionale piuttosto che la scala nazionale, in quanto è a questa dimensione geografica e amministrativa che vengono prese le decisioni relative allo sviluppo degli impianti eolici e vengono attuate le misure di compensazione. Gli impatti delle centrali eoliche sono stati valutati sia in termini di alterazione dell’habitat che in termini di effetto barriera. Nella prima fase del progetto abbiamo deciso di testare la funzionalità della nostra idea sviluppando modelli di distribuzione per due specie di chirotteri particolarmente sensibili agli impatti da eolico,N. leisleri eP. pipistrellus, analizzando le alterazioni dei pattern di paesaggio prodotte dalle centrali eoliche. In una seconda fase incoraggiati dai risultati ottenuti per le due specie abbiamo esteso le analisi a tutte le specie presenti in regione maggiormente sensibili agli impatti da eolico: N. Leisleri, P. Pipistrellus, P. Kuhlii, H. Savii, E. Serotinus, T. teniotis. Abbiamo anche raffinato le procedure per l’implementazione dei modelli di distribuzione considerando variabili ambientali “proxy” per l’esposizione al vento e le rotte di migrazione giornaliera e a lungo raggio. Il nostro scopo è stato quello di individuare le aree migliori per la presenza delle specie potenzialmente impattate dalle turbine eoliche e sviluppare una mappa di ricchezza di specie utile a individuare gli “hot spot” in regione per la presenza dei chirotteri in modo da identificare le aree più a rischio. Attraverso i modelli sviluppati nella seconda fase abbiamo anche implementato il primo tentativo per studiare l’effetto barriera attraverso un’analisi basata su modelli di connettività. Gli obiettivi specifici del nostro progetto sono stati: a) produzione di mappe di rischio sovrapponendo le mappe degli habitat di foraggiamento con la mappa delle centrali eoliche regionali; b) valutazione dell’alterazione dei pattern di paesaggio degli habitat di foraggiamento causata della presenza delle turbine eoliche costruite e pianificate; c) a seguito della combinazione delle mappe di foraggiamento, identificazione delle aree più vulnerabili dove la costruzione degli impianti eolici può avere gli impatti più severi e quindi dove la costruzione di nuovi impianti può essere più dannosa e deve essere evitata; d) investigazione specie specifica delle rotte di connettività e identificazione degli hot spot di rotte migratorie; e) sovrapposizione dei corridoi di spostamento con gli impianti eolici. Tutti i modelli di distribuzione sono supportati da valori di AUC significativi (per tutte le specie AUC > 0.80). I cambiamenti in termini di pattern di paesaggio in presenza delle turbine hanno interessato un incremento nel numero di patch pari al 7% e un incremento del 10,7% dell’indice di forma, mentre l’area media delle patch di foraggiamento è diminuita dell’8,1%. Inoltre, il 21% delle turbine ricade nei margini forestali aumentando il rischio di collisione. La parte occidentale della regione Molise, area “hot spot” delle specie in regione, necessita una considerazione attenta nei futuri programmi di sviluppo dell’energia eolica in regione. A seguito delle analisi di connettività abbiamo individuato 4 principali corridoi di spostamento per N. leisleri che si estendono dall’area occidentale all’area sud-est della regione. 14 impianti eolici esistenti e 6 impianti pianificati provocano impatti sia in termini di alterazione di habitat che in termini di effetto barriera.A velocità del vento inferiori ai 7 km/h il funzionamento delle turbine eoliche esistenti deve essere arrestato.La costruzione dei 6 impianti pianificati che ricadono in habitat idonei e incontrano i principali corridoi di spostamento deve essere evitata.

Modelling the cumulative impact of wind farms on bats on a regional scale

Roscioni, Federica
2013-04-22

Abstract

L’industria eolica è in continua espansione in Europa con potenziali effetti negativi sulla fauna selvatica. Nella pianificazione dello sviluppo delle centrali eoliche a scala regionale è necessario tener conto degli impatti cumulativi di più centrali piuttosto che degli effetti a scala locale dovuti a singoli impianti. La creazione di mappe di rischio potenziale a scala regionale può essere di aiuto nella pianificazione a larga scala e utile alla programmazione dei sopralluoghi di campo nelle aree più vulnerabili. Sebbene le recenti tecniche di modellizzazione permettano di raggiungere questo scopo, la loro applicazione è stata a lungo trascurata. Al fine di affrontare questa problematica abbiamo implementato un’analisi a scala regionale basata sullo sviluppo di modelli di distribuzione costruiti a partire da dati di presenza in un’area del centro Italia che attualmente è interessata da una forte espansione del fenomeno eolico. Abbiamo scelto deliberatamente la scala regionale piuttosto che la scala nazionale, in quanto è a questa dimensione geografica e amministrativa che vengono prese le decisioni relative allo sviluppo degli impianti eolici e vengono attuate le misure di compensazione. Gli impatti delle centrali eoliche sono stati valutati sia in termini di alterazione dell’habitat che in termini di effetto barriera. Nella prima fase del progetto abbiamo deciso di testare la funzionalità della nostra idea sviluppando modelli di distribuzione per due specie di chirotteri particolarmente sensibili agli impatti da eolico,N. leisleri eP. pipistrellus, analizzando le alterazioni dei pattern di paesaggio prodotte dalle centrali eoliche. In una seconda fase incoraggiati dai risultati ottenuti per le due specie abbiamo esteso le analisi a tutte le specie presenti in regione maggiormente sensibili agli impatti da eolico: N. Leisleri, P. Pipistrellus, P. Kuhlii, H. Savii, E. Serotinus, T. teniotis. Abbiamo anche raffinato le procedure per l’implementazione dei modelli di distribuzione considerando variabili ambientali “proxy” per l’esposizione al vento e le rotte di migrazione giornaliera e a lungo raggio. Il nostro scopo è stato quello di individuare le aree migliori per la presenza delle specie potenzialmente impattate dalle turbine eoliche e sviluppare una mappa di ricchezza di specie utile a individuare gli “hot spot” in regione per la presenza dei chirotteri in modo da identificare le aree più a rischio. Attraverso i modelli sviluppati nella seconda fase abbiamo anche implementato il primo tentativo per studiare l’effetto barriera attraverso un’analisi basata su modelli di connettività. Gli obiettivi specifici del nostro progetto sono stati: a) produzione di mappe di rischio sovrapponendo le mappe degli habitat di foraggiamento con la mappa delle centrali eoliche regionali; b) valutazione dell’alterazione dei pattern di paesaggio degli habitat di foraggiamento causata della presenza delle turbine eoliche costruite e pianificate; c) a seguito della combinazione delle mappe di foraggiamento, identificazione delle aree più vulnerabili dove la costruzione degli impianti eolici può avere gli impatti più severi e quindi dove la costruzione di nuovi impianti può essere più dannosa e deve essere evitata; d) investigazione specie specifica delle rotte di connettività e identificazione degli hot spot di rotte migratorie; e) sovrapposizione dei corridoi di spostamento con gli impianti eolici. Tutti i modelli di distribuzione sono supportati da valori di AUC significativi (per tutte le specie AUC > 0.80). I cambiamenti in termini di pattern di paesaggio in presenza delle turbine hanno interessato un incremento nel numero di patch pari al 7% e un incremento del 10,7% dell’indice di forma, mentre l’area media delle patch di foraggiamento è diminuita dell’8,1%. Inoltre, il 21% delle turbine ricade nei margini forestali aumentando il rischio di collisione. La parte occidentale della regione Molise, area “hot spot” delle specie in regione, necessita una considerazione attenta nei futuri programmi di sviluppo dell’energia eolica in regione. A seguito delle analisi di connettività abbiamo individuato 4 principali corridoi di spostamento per N. leisleri che si estendono dall’area occidentale all’area sud-est della regione. 14 impianti eolici esistenti e 6 impianti pianificati provocano impatti sia in termini di alterazione di habitat che in termini di effetto barriera.A velocità del vento inferiori ai 7 km/h il funzionamento delle turbine eoliche esistenti deve essere arrestato.La costruzione dei 6 impianti pianificati che ricadono in habitat idonei e incontrano i principali corridoi di spostamento deve essere evitata.
22-apr-2013
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11695/66278
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