Pero Garcia Burgalés, trovatore galego-portoghese originario di Burgos (1230-1270 ca.), è autore di 53 cantigas, suddivise nei tre generi canonici del sistema lirico peninsulare. Raffinato cantore dell’amor fino nella sua versione più manierata e atrabiliare nelle cantigas de amor, beffardo e sferzante nelle poesie d’ispirazione satirica e nelle due tenzoni, il Burgalés incarna alla perfezione i connotati più riconoscibili della scuola trobadorica dell’occidente iberico. Il Burgalés è poeta che non rinuncia alla sperimentazione tecnica – fino a costruire architetture formali degne di un vero magister tropatorum (assimilabile, perché no, al rhétoriqueur per eccellenza della lirica trobadorica, Guiraut de Bornelh) – ma che, allo stesso tempo, sa introdurre innovazioni di un certo peso nell’esausto tessuto retorico della cantiga de amor. Il segreto d’amore violato e diffratto nelle enigmatiche figure femminili Joana, Sancha e Maria, il timore verso i maldicenti, l’esaltazione della follia come antidoto alla morte d’amore, il costante dialogo con la figura divina che si trasforma in un vero vituperium in occasione della morte della senhor: immagini e suggestioni che si susseguono senza soluzione di continuità, in uno dei canzonieri più ampi e variegati dell’intera tradizione peninsulare.
Pero Garcia Burgalés. Canzoniere – Canzoni d'amore, d'amico e di scherno
MARCENARO, Simone
2012-01-01
Abstract
Pero Garcia Burgalés, trovatore galego-portoghese originario di Burgos (1230-1270 ca.), è autore di 53 cantigas, suddivise nei tre generi canonici del sistema lirico peninsulare. Raffinato cantore dell’amor fino nella sua versione più manierata e atrabiliare nelle cantigas de amor, beffardo e sferzante nelle poesie d’ispirazione satirica e nelle due tenzoni, il Burgalés incarna alla perfezione i connotati più riconoscibili della scuola trobadorica dell’occidente iberico. Il Burgalés è poeta che non rinuncia alla sperimentazione tecnica – fino a costruire architetture formali degne di un vero magister tropatorum (assimilabile, perché no, al rhétoriqueur per eccellenza della lirica trobadorica, Guiraut de Bornelh) – ma che, allo stesso tempo, sa introdurre innovazioni di un certo peso nell’esausto tessuto retorico della cantiga de amor. Il segreto d’amore violato e diffratto nelle enigmatiche figure femminili Joana, Sancha e Maria, il timore verso i maldicenti, l’esaltazione della follia come antidoto alla morte d’amore, il costante dialogo con la figura divina che si trasforma in un vero vituperium in occasione della morte della senhor: immagini e suggestioni che si susseguono senza soluzione di continuità, in uno dei canzonieri più ampi e variegati dell’intera tradizione peninsulare.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.