Il Bisfenolo A (BPA) è il composto meglio conosciuto del gruppo dei bisfenoli utilizzati nella produzione industriale di materiali in policarbonato ed epossiresine destinati al contatto con bevande e alimenti. Il Bisfenolo (BPF) è uno degli analoghi del BPA più comunemente usati. Il latte è considerato un’importante fonte di esposizione ai bisfenoli. Il BPA ed i suoi analoghi come il BPF possono entrare nella filiera di produzione del latte a partire dalla produzione primaria in seguito alla contaminazione ambientale dell’area in cui gli animali sono allevati. Successivamente la contaminazione da bisfenoli nel latte può avvenire, durante le diverse fasi di processo presso gli impianti di produzione del latte, in seguito alla migrazione da componenti e parti plastiche degli impianti (valvole, tubi, raccordi), ai trattamenti temici utilizzati e a materiali e modalità del confezionamento. La presenza di analoghi del BPA, e in particolare del BPF, in alimenti come il latte, ampiamente consumati da bambini e adulti, rappresenta una fonte di preoccupazione per la salute del consumatore. Lo scopo del lavoro è stato validare una metodica selettiva e sensibile per la determinazione dei livelli di BPF nel latte. È stato sviluppato un metodo basato sull'estrazione in fase solida del BPF e analisi mediante un sistema cromatografico associato a rivelatore fluorimetrico (HPLC/FP). Le curve di calibrazione sono state ottenute con il metodo dello standard esterno a cinque livelli di concentrazione (da 0,1 a 100 μg/L). La percentuale di recupero è stata calcolata con l’arricchimento del bianco con due concentrazioni di BPF (10,0 e 50,0 μg/L). La precisione del metodo è stata valutata come ripetibilità e precisione intermedia a due livelli di concentrazione (10,0 e 50,0 μg/L). Il metodo validato è stato preliminarmente applicato a campioni di latte crudo, pastorizzato e confezionato prelevati in un impianto di produzione del latte. Sulla base di un sistema di controllo basato sul monitoraggio di 5 fasi della produzione, per 4 settimane sono state raccolte 5 aliquote di latte: a) latte crudo al ricevimento; b) latte crudo all’interno della vasca di stoccaggio; c) latte pastorizzato alla fine del trattamento; d) latte pastorizzato dalla vasca di stoccaggio; e) latte confezionato in un poliaccoppiato cartone-Polietilene dichiarato BPA-free. Il metodo HPLC ha mostrato un’elevata percentuale di recupero (da 97,60 a 107,16%) e un buon limite di determinazione e quantificazione (LOD = 0,03 μg /L; LOQ = 0,1 μg/L). La ripetibilità è risultata pari a 1,013 (50 μg /L) e 3,98 (10 μg /L) % RSD, mentre la precisione intermedia è risulta essere 14,83 (50 μg / L) e 5,481 (10 μg / L) % RSD. L’analisi di n.20 campioni di latte ha evidenziato livelli di BPF compresi tra
Messa a punto di un metodo di cromatografia liquida ad alta prestazione per la determinazione di livelli di Bisfenolo F nel latte
S. Santonicola;Giampaolo Colavita;
2021-01-01
Abstract
Il Bisfenolo A (BPA) è il composto meglio conosciuto del gruppo dei bisfenoli utilizzati nella produzione industriale di materiali in policarbonato ed epossiresine destinati al contatto con bevande e alimenti. Il Bisfenolo (BPF) è uno degli analoghi del BPA più comunemente usati. Il latte è considerato un’importante fonte di esposizione ai bisfenoli. Il BPA ed i suoi analoghi come il BPF possono entrare nella filiera di produzione del latte a partire dalla produzione primaria in seguito alla contaminazione ambientale dell’area in cui gli animali sono allevati. Successivamente la contaminazione da bisfenoli nel latte può avvenire, durante le diverse fasi di processo presso gli impianti di produzione del latte, in seguito alla migrazione da componenti e parti plastiche degli impianti (valvole, tubi, raccordi), ai trattamenti temici utilizzati e a materiali e modalità del confezionamento. La presenza di analoghi del BPA, e in particolare del BPF, in alimenti come il latte, ampiamente consumati da bambini e adulti, rappresenta una fonte di preoccupazione per la salute del consumatore. Lo scopo del lavoro è stato validare una metodica selettiva e sensibile per la determinazione dei livelli di BPF nel latte. È stato sviluppato un metodo basato sull'estrazione in fase solida del BPF e analisi mediante un sistema cromatografico associato a rivelatore fluorimetrico (HPLC/FP). Le curve di calibrazione sono state ottenute con il metodo dello standard esterno a cinque livelli di concentrazione (da 0,1 a 100 μg/L). La percentuale di recupero è stata calcolata con l’arricchimento del bianco con due concentrazioni di BPF (10,0 e 50,0 μg/L). La precisione del metodo è stata valutata come ripetibilità e precisione intermedia a due livelli di concentrazione (10,0 e 50,0 μg/L). Il metodo validato è stato preliminarmente applicato a campioni di latte crudo, pastorizzato e confezionato prelevati in un impianto di produzione del latte. Sulla base di un sistema di controllo basato sul monitoraggio di 5 fasi della produzione, per 4 settimane sono state raccolte 5 aliquote di latte: a) latte crudo al ricevimento; b) latte crudo all’interno della vasca di stoccaggio; c) latte pastorizzato alla fine del trattamento; d) latte pastorizzato dalla vasca di stoccaggio; e) latte confezionato in un poliaccoppiato cartone-Polietilene dichiarato BPA-free. Il metodo HPLC ha mostrato un’elevata percentuale di recupero (da 97,60 a 107,16%) e un buon limite di determinazione e quantificazione (LOD = 0,03 μg /L; LOQ = 0,1 μg/L). La ripetibilità è risultata pari a 1,013 (50 μg /L) e 3,98 (10 μg /L) % RSD, mentre la precisione intermedia è risulta essere 14,83 (50 μg / L) e 5,481 (10 μg / L) % RSD. L’analisi di n.20 campioni di latte ha evidenziato livelli di BPF compresi traI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.