La presenza di microplastiche (<5mm) nell’ambiente, oltre che per l’impatto ecologico, desta preoccupazioni in materia di sicurezza alimentare. Le microplastiche fibrose, insieme alle fibre non sintetiche, risultano tra le particelle antropiche più diffuse nei mari. Tuttavia, le informazioni sui livelli di contaminazione da microfibre nei molluschi bivalvi e nelle specie ittiche di interesse commerciale risultano ancora limitate. Lo scopo del lavoro è stato quello di valutare l’entità della contaminazione da microfibre in mitili (Mytilus galloprovincialis) e alici (Engraulis encrasicolous) provenienti dal mar Tirreno (Zona Fao 37, Divisione 37.1.3). N.15 esemplari di mitili e 15 esemplari di alici sono stati sottoposti alla ricerca di microplastiche fibrose. L’intero corpo dei mitili e il tratto gastrointestinale delle alici sono stati sottoposti a digestione chimica alcalina, separazione densitometrica con soluzione salina e filtrazione su membrane a porosità ridotta. I filtrati sono stati esaminati utilizzando un microscopio ottico LEICA M205C ad un ingrandimento di 0,78–16x. In base alle caratteristiche morfologiche, le fibre repertate sono state distinte in naturali e sintetiche, enumerate e classificate in base al colore. L’esame dei bianchi ha consentito di escludere le microfibre dovute ad una contaminazione ambientale. Sulla base del numero medio di microfibre rilevate nei campioni esaminati è stata effettuata una stima dell’esposizione umana riferita al consumo di una porzione di mitili o di alici. L'analisi delle micrografie acquisite ha permesso di rilevare nel 73% dei campioni la presenza di microfibre, di cui il 54% classificate come sintetiche. Nei mitili è stata riscontrata una media di 7,66 microfibre/campione (1,33 microfibre/g), mentre nelle alici sono state rilevate mediamente 9,06 microfibre/campione. Anche se il numero degli esemplari non ha consentito valutazioni definitive, si è potuto osservare un numero di fibre più contenuto (0,78 microfibre/g) nei mitili di maggiori dimensioni (6-14 g) rispetto a quello rilevato (1,69 microfibre/g) negli esemplari più piccoli (4-5,75g). Le fibre scure (blu e nero) e incolore sono risultate le più numerose sia nei mitili che nelle alici. Un primo approccio alla valutazione dell’esposizione del consumatore ha consentito di stimare una possibile ingestione di 332,5 e 135,5 microfibre per porzione di mitili e alici, rispettivamente. Le microfibre rappresentano le microplastiche più frequentemente isolate nel tratto gastrointestinale di diverse specie ittiche. I mitili, in quanto filtratori, sono particolarmente esposti all’ingestione di microfibre, che per la specifica morfologia possono accumularsi non solo nell’epatopancreas, ma anche in altri tessuti come branchie e mantello. Negli esemplari di maggiori dimensioni con un tasso di filtrazione più basso, l’ingestione delle microfibre risulta invece più contenuta. Le alici possono assumere le microfibre, più frequentemente quelle scure, attraverso la filtrazione e ingerire quelle incolore con la predazione in quanto hanno un aspetto simile allo zooplancton. I mitili e le alici sono prodotti che sovente sono consumati non eviscerati e per questo il consumatore può essere esposto all’ingestione di microfibre. Per meglio stimare la contaminazione di pesci e molluschi e l’esposizione del consumatore, sono necessari ulteriori approfondimenti per quantificare e caratterizzare le microplastiche fibrose nelle specie di interesse commerciale.

Contaminazione da microplastiche fibrose in mitili (Mytilus galloprovincialis) e alici (Engraulis encrasicolous) provenienti dal mar Tirreno.

S. Santonicola
;
Giampaolo Colavita.
2021-01-01

Abstract

La presenza di microplastiche (<5mm) nell’ambiente, oltre che per l’impatto ecologico, desta preoccupazioni in materia di sicurezza alimentare. Le microplastiche fibrose, insieme alle fibre non sintetiche, risultano tra le particelle antropiche più diffuse nei mari. Tuttavia, le informazioni sui livelli di contaminazione da microfibre nei molluschi bivalvi e nelle specie ittiche di interesse commerciale risultano ancora limitate. Lo scopo del lavoro è stato quello di valutare l’entità della contaminazione da microfibre in mitili (Mytilus galloprovincialis) e alici (Engraulis encrasicolous) provenienti dal mar Tirreno (Zona Fao 37, Divisione 37.1.3). N.15 esemplari di mitili e 15 esemplari di alici sono stati sottoposti alla ricerca di microplastiche fibrose. L’intero corpo dei mitili e il tratto gastrointestinale delle alici sono stati sottoposti a digestione chimica alcalina, separazione densitometrica con soluzione salina e filtrazione su membrane a porosità ridotta. I filtrati sono stati esaminati utilizzando un microscopio ottico LEICA M205C ad un ingrandimento di 0,78–16x. In base alle caratteristiche morfologiche, le fibre repertate sono state distinte in naturali e sintetiche, enumerate e classificate in base al colore. L’esame dei bianchi ha consentito di escludere le microfibre dovute ad una contaminazione ambientale. Sulla base del numero medio di microfibre rilevate nei campioni esaminati è stata effettuata una stima dell’esposizione umana riferita al consumo di una porzione di mitili o di alici. L'analisi delle micrografie acquisite ha permesso di rilevare nel 73% dei campioni la presenza di microfibre, di cui il 54% classificate come sintetiche. Nei mitili è stata riscontrata una media di 7,66 microfibre/campione (1,33 microfibre/g), mentre nelle alici sono state rilevate mediamente 9,06 microfibre/campione. Anche se il numero degli esemplari non ha consentito valutazioni definitive, si è potuto osservare un numero di fibre più contenuto (0,78 microfibre/g) nei mitili di maggiori dimensioni (6-14 g) rispetto a quello rilevato (1,69 microfibre/g) negli esemplari più piccoli (4-5,75g). Le fibre scure (blu e nero) e incolore sono risultate le più numerose sia nei mitili che nelle alici. Un primo approccio alla valutazione dell’esposizione del consumatore ha consentito di stimare una possibile ingestione di 332,5 e 135,5 microfibre per porzione di mitili e alici, rispettivamente. Le microfibre rappresentano le microplastiche più frequentemente isolate nel tratto gastrointestinale di diverse specie ittiche. I mitili, in quanto filtratori, sono particolarmente esposti all’ingestione di microfibre, che per la specifica morfologia possono accumularsi non solo nell’epatopancreas, ma anche in altri tessuti come branchie e mantello. Negli esemplari di maggiori dimensioni con un tasso di filtrazione più basso, l’ingestione delle microfibre risulta invece più contenuta. Le alici possono assumere le microfibre, più frequentemente quelle scure, attraverso la filtrazione e ingerire quelle incolore con la predazione in quanto hanno un aspetto simile allo zooplancton. I mitili e le alici sono prodotti che sovente sono consumati non eviscerati e per questo il consumatore può essere esposto all’ingestione di microfibre. Per meglio stimare la contaminazione di pesci e molluschi e l’esposizione del consumatore, sono necessari ulteriori approfondimenti per quantificare e caratterizzare le microplastiche fibrose nelle specie di interesse commerciale.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11695/117887
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact