Two recent interventions by the Court of Justice of Luxembourg, relating to the Egenberger and JQ cases, make it possible to reflect on the characteristics of autonomy and internal self-government conferred on ideal and religious organizations, especially in light of the application to them of the European anti-discrimination rules. In both judgments, the European magistrates have undertaken to identify a satisfactory point of balance between the rights of freedom that can be used by ideal groups, with a view to preserving their ethical physiognomy, and the competing expectations (also legally protected) of the people who work for the same ideologically connoted movements. Such jurisprudential investigations have also allowed to clarify the strengths and weaknesses of the anti-discrimination legislation adopted by the European Union.

Due recenti interventi della Corte di Giustizia del Lussemburgo, relativi ai casi Egenberger e JQ, consentono di effettuare una riflessione sui caratteri di autonomia e di autogoverno interno conferiti alle organizzazioni ideali e religiose, soprattutto alla luce dell’applicazione ad esse delle norme antidiscriminatorie eurounitarie. In entrambe le pronunce, i magistrati europei si sono impegnati nell’individuazione di un soddisfacente punto di equilibrio tra i diritti di libertà fruibili dai gruppi ideali, nella prospettiva della conservazione della loro fisionomia etica, e le concorrenti aspettative (pure legalmente tutelate) dei soggetti che prestano un’attività lavorativa per gli stessi movimenti ideologicamente connotati. Tali indagini giurisprudenziali hanno, altresì, permesso di chiarire i punti di forza e quelli deboli della legislazione antidiscriminatoria adottata in sede di Unione Europea.

Legislazione antidiscriminatoria europea e associazionismo sociale di matrice religiosa negli orientamenti della giurisprudenza comunitaria

Parisi Marco
2020-01-01

Abstract

Two recent interventions by the Court of Justice of Luxembourg, relating to the Egenberger and JQ cases, make it possible to reflect on the characteristics of autonomy and internal self-government conferred on ideal and religious organizations, especially in light of the application to them of the European anti-discrimination rules. In both judgments, the European magistrates have undertaken to identify a satisfactory point of balance between the rights of freedom that can be used by ideal groups, with a view to preserving their ethical physiognomy, and the competing expectations (also legally protected) of the people who work for the same ideologically connoted movements. Such jurisprudential investigations have also allowed to clarify the strengths and weaknesses of the anti-discrimination legislation adopted by the European Union.
2020
978-88-495-4450-3
Due recenti interventi della Corte di Giustizia del Lussemburgo, relativi ai casi Egenberger e JQ, consentono di effettuare una riflessione sui caratteri di autonomia e di autogoverno interno conferiti alle organizzazioni ideali e religiose, soprattutto alla luce dell’applicazione ad esse delle norme antidiscriminatorie eurounitarie. In entrambe le pronunce, i magistrati europei si sono impegnati nell’individuazione di un soddisfacente punto di equilibrio tra i diritti di libertà fruibili dai gruppi ideali, nella prospettiva della conservazione della loro fisionomia etica, e le concorrenti aspettative (pure legalmente tutelate) dei soggetti che prestano un’attività lavorativa per gli stessi movimenti ideologicamente connotati. Tali indagini giurisprudenziali hanno, altresì, permesso di chiarire i punti di forza e quelli deboli della legislazione antidiscriminatoria adottata in sede di Unione Europea.
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