Internato nel 1944 in quanto partigiano in un lager tedesco a Brüx nel Sudetenland, Bruno Canova, dopo essere stato testimone in prima persona degli orrori delle dittature e della guerra, adopera il linguaggio delle arti visive affinché le generazioni future non corrano il rischio di perderne la memoria. Nel lavoro dell’artista hanno dunque importanza particolare le opere dedicate alle Leggi Razziali, alla persecuzione degli ebrei e alla Shoah, di grande forza espressiva e dolente partecipazione, in cui i simboli non sono fredde evocazioni ma testimonianza drammatica di una intensa e sofferta capacità di evocare fatti talmente spaventosi da giungere alla soglia dell’indicibile.
Bruno Canova. Il rigore storico della memoria
Lorenzo Canova
2013-01-01
Abstract
Internato nel 1944 in quanto partigiano in un lager tedesco a Brüx nel Sudetenland, Bruno Canova, dopo essere stato testimone in prima persona degli orrori delle dittature e della guerra, adopera il linguaggio delle arti visive affinché le generazioni future non corrano il rischio di perderne la memoria. Nel lavoro dell’artista hanno dunque importanza particolare le opere dedicate alle Leggi Razziali, alla persecuzione degli ebrei e alla Shoah, di grande forza espressiva e dolente partecipazione, in cui i simboli non sono fredde evocazioni ma testimonianza drammatica di una intensa e sofferta capacità di evocare fatti talmente spaventosi da giungere alla soglia dell’indicibile.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.