Dagli inizi di questo secolo nel ricorrente dibattitto sulla scuola italiana, spesso più limitato alla trattazione giornalistica o alla dialettica politico-partitica, che diretto all’analisi e alla proposizione pedagogico-didattica, è emersa una nuova domanda educativa, costituita dall’educazione finanziaria, definita anche più estesamente “educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale” dal Comitato per la Programmazione e il Coordinamento delle attività di educazione finanziaria, l’organismo italiano più autorevole in materia. Di questa novità, nuova soltanto apparentemente, come si dirà in seguito, si vanno interessando più organismi nazionali ed internazionali altamente rappresentativi dei loro settori e su di essa vanno dedicando il loro impegno scientifico-culturale autorevoli soggetti di cultura, di scienza e di politica, la cui presenza ne riprova più la serietà dell’intento, che la consistenza dell’analisi scientifico-disciplinare e della proposta didattica. Profondono impegno in proposito l’OCSE, l’Invalsi, la Banca d’Italia, la Consob, il Miur, gli Uffici Scolastici Regionali, il Governo italiano ma anche altri soggetti non meno autorevoli. Le non poche iniziative fin qui messe in campo, tutte comunque degne di apprezzamento, sono di diverso genere, sia sul piano organizzativo, che su quello contenutistico. La maggioranza dei soggetti che nel nostro paese stanno mettendo in campo attività di educazione economico-finanziaria è costituita da Istituti bancari, seguiti dalle Fondazioni bancarie e dagli Enti e Associazioni di categoria e Consorzi di varia natura. Ancorché diverse, tutte le attività, tuttavia, sono sostenute da un comune proposito, dalla necessità di diffondere l’educazione finanziaria nella popolazione italiana e di farla assurgere a disciplina di insegnamento in ogni ordine e grado del nostro sistema scolastico, facendo recuperare così lo stato di arretratezza del nostro paese in questo campo rispetto ad altri

L’educazione finanziaria. Il far di conto del XXI secolo

Refrigeri Luca
2020-01-01

Abstract

Dagli inizi di questo secolo nel ricorrente dibattitto sulla scuola italiana, spesso più limitato alla trattazione giornalistica o alla dialettica politico-partitica, che diretto all’analisi e alla proposizione pedagogico-didattica, è emersa una nuova domanda educativa, costituita dall’educazione finanziaria, definita anche più estesamente “educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale” dal Comitato per la Programmazione e il Coordinamento delle attività di educazione finanziaria, l’organismo italiano più autorevole in materia. Di questa novità, nuova soltanto apparentemente, come si dirà in seguito, si vanno interessando più organismi nazionali ed internazionali altamente rappresentativi dei loro settori e su di essa vanno dedicando il loro impegno scientifico-culturale autorevoli soggetti di cultura, di scienza e di politica, la cui presenza ne riprova più la serietà dell’intento, che la consistenza dell’analisi scientifico-disciplinare e della proposta didattica. Profondono impegno in proposito l’OCSE, l’Invalsi, la Banca d’Italia, la Consob, il Miur, gli Uffici Scolastici Regionali, il Governo italiano ma anche altri soggetti non meno autorevoli. Le non poche iniziative fin qui messe in campo, tutte comunque degne di apprezzamento, sono di diverso genere, sia sul piano organizzativo, che su quello contenutistico. La maggioranza dei soggetti che nel nostro paese stanno mettendo in campo attività di educazione economico-finanziaria è costituita da Istituti bancari, seguiti dalle Fondazioni bancarie e dagli Enti e Associazioni di categoria e Consorzi di varia natura. Ancorché diverse, tutte le attività, tuttavia, sono sostenute da un comune proposito, dalla necessità di diffondere l’educazione finanziaria nella popolazione italiana e di farla assurgere a disciplina di insegnamento in ogni ordine e grado del nostro sistema scolastico, facendo recuperare così lo stato di arretratezza del nostro paese in questo campo rispetto ad altri
2020
978-88-6760-766-2
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