Il saggio parte dalla nascita della pittura Metafisica nel 1910 a Firenze con il quadro "L’enigma di un pomeriggio d’autunno" di Giorgio de Chirico, opera che apre un percorso fondamentale dell’arte del Novecento e una linea maestra delle avanguardie, tracciando un solco senza il quale molte esperienze del Dadaismo, del Ritorno all’Ordine, della Nuova Oggettività, del Realismo Magico, del Surrealismo, fino alla Pop Art e oltre sarebbero state semplicemente impensabili. Influenzata dalla filosofia di Nietzsche e di Schopenhauer, la Metafisica di de Chirico trasforma radicalmente l’impianto pittorico tradizionale nei suoi nessi spaziali, metaforici e compositivi creando un sistema multiplo di aperture prospettiche, di piani sfalsati, di ombre e di luci in cui l’enigma nascosto nella realtà prende forma concreta nelle piazze e nelle architetture, negli interni e negli assemblaggi degli oggetti. Con l’invenzione dei Manichini negli anni Dieci, degli Archeologi, dei Mobili nella Valle e dei Gladiatori negli anni Venti, dei Bagni Misteriosi negli anni Trenta, de Chirico ha attraversato quasi settant’anni di storia in quella che oggi viene giustamente definita la sua “Metafisica Continua” che prosegue l’esperienza della Metafisica degli anni Dieci nei decenni successivi, arrivando fino alla fase estrema della sua Neometafisica (1968-1978), oggi finalmente considerata in tutta la sua grande importanza, periodo in cui l’artista rielabora la sua opera con uno sguardo nuovo e più luminoso. Dopo essere stato richiamato alle armi nel 1915, nel 1917, a Ferrara, de Chirico incontra (e influenza in modo radicale) Carlo Carrà, generando un momento di ricerca comune che avrà un influsso decisivo anche su Giorgio Morandi e che coinvolge in un modo speciale anche Filippo de Pisis. Dalla Metafisica di de Chirico si sviluppa quindi una linea basilare per l’arte italiana ed europea che, specialmente dalla metà degli anni Venti, vedrà attivo come pittore anche il fratello di de Chirico, Alberto Savinio, che nella prima stagione della Metafisica era stato presente nelle vesti di musicista e di scrittore, nel sodalizio dei Dioscuri stretto col fratello Giorgio. Amico di de Chirico e, in particolare, di Savinio è Fabrizio Clerici, legato idealmente alla linea metafisica italiana di cui raccoglie e sviluppa elementi basilari che ha poi trasmesso alle generazioni più giovani. Questo saggio presenta così le opere di questi artisti insieme a quelle del gruppo degli "Italiens de Paris" che, seguendo le intuizioni del ritorno alla classicità e alla tradizione di de Chirico, hanno condiviso un momento importante con il maestro metafisico fondendo le suggestioni della modernità della capitale francese alle istanze di un rinnovamento basato sul ritorno alle origini e alla grande arte del passato che lo stesso de Chirico aveva avviato già con la sua pittura metafisica e sviluppato poi alla fine degli anni Dieci.

Metafisica, Neometafisica e gli Italiani di Parigi

Canova Lorenzo
2018-01-01

Abstract

Il saggio parte dalla nascita della pittura Metafisica nel 1910 a Firenze con il quadro "L’enigma di un pomeriggio d’autunno" di Giorgio de Chirico, opera che apre un percorso fondamentale dell’arte del Novecento e una linea maestra delle avanguardie, tracciando un solco senza il quale molte esperienze del Dadaismo, del Ritorno all’Ordine, della Nuova Oggettività, del Realismo Magico, del Surrealismo, fino alla Pop Art e oltre sarebbero state semplicemente impensabili. Influenzata dalla filosofia di Nietzsche e di Schopenhauer, la Metafisica di de Chirico trasforma radicalmente l’impianto pittorico tradizionale nei suoi nessi spaziali, metaforici e compositivi creando un sistema multiplo di aperture prospettiche, di piani sfalsati, di ombre e di luci in cui l’enigma nascosto nella realtà prende forma concreta nelle piazze e nelle architetture, negli interni e negli assemblaggi degli oggetti. Con l’invenzione dei Manichini negli anni Dieci, degli Archeologi, dei Mobili nella Valle e dei Gladiatori negli anni Venti, dei Bagni Misteriosi negli anni Trenta, de Chirico ha attraversato quasi settant’anni di storia in quella che oggi viene giustamente definita la sua “Metafisica Continua” che prosegue l’esperienza della Metafisica degli anni Dieci nei decenni successivi, arrivando fino alla fase estrema della sua Neometafisica (1968-1978), oggi finalmente considerata in tutta la sua grande importanza, periodo in cui l’artista rielabora la sua opera con uno sguardo nuovo e più luminoso. Dopo essere stato richiamato alle armi nel 1915, nel 1917, a Ferrara, de Chirico incontra (e influenza in modo radicale) Carlo Carrà, generando un momento di ricerca comune che avrà un influsso decisivo anche su Giorgio Morandi e che coinvolge in un modo speciale anche Filippo de Pisis. Dalla Metafisica di de Chirico si sviluppa quindi una linea basilare per l’arte italiana ed europea che, specialmente dalla metà degli anni Venti, vedrà attivo come pittore anche il fratello di de Chirico, Alberto Savinio, che nella prima stagione della Metafisica era stato presente nelle vesti di musicista e di scrittore, nel sodalizio dei Dioscuri stretto col fratello Giorgio. Amico di de Chirico e, in particolare, di Savinio è Fabrizio Clerici, legato idealmente alla linea metafisica italiana di cui raccoglie e sviluppa elementi basilari che ha poi trasmesso alle generazioni più giovani. Questo saggio presenta così le opere di questi artisti insieme a quelle del gruppo degli "Italiens de Paris" che, seguendo le intuizioni del ritorno alla classicità e alla tradizione di de Chirico, hanno condiviso un momento importante con il maestro metafisico fondendo le suggestioni della modernità della capitale francese alle istanze di un rinnovamento basato sul ritorno alle origini e alla grande arte del passato che lo stesso de Chirico aveva avviato già con la sua pittura metafisica e sviluppato poi alla fine degli anni Dieci.
2018
9788894131819
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11695/93621
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