E’ cominciato il conto alla rovescia per la fine di un’etica incentrata soltanto sulle azioni degli uomini? C’è chi spinge l’etica del futuro ben oltre il discorso sulle capabilities: la preferenza sembra andare alla parola enhancement, potenziamento, rafforzamento delle facoltà umane, delle possibilità di azione, del conatus essendi. La robotica diventa allora il modello dell’oltreumano, il superamento del limite e dell’errore. C’è tuttavia un aspetto della robotica che riesce a farci fare i conti con il futuro e con il passato dell’etica, tenuti insieme: si tratta del suo legame con il ritratto e la somiglianza, e con l’uso dell’immaginazione che sostiene entrambe. Il caso scientifico dei robots umanoidi costruiti nel Department of Adaptive Machine Systems dell’Università di Osaka, (realizzato e diretto da Hiroshi Ishiguro) ci pone davanti ad automi definiti “geminoidi”, autentici doppi artificiali, umanoidi in grado di replicare esteticamente la nostra essenza di esseri umani. A partire da questo caso scientifico, la nostra proposta è quella di tornare a ragionare eticamente sulla seduzione del doppio umano, del ritratto e del sosia, con i tanti esempi artistici di quel sentimento del “perturbante” che Sigmund Freud ha descritto come proprio del doppio, della replicanza, della somiglianza nella differenza. Si può scegliere qualsiasi forma per questi robots, è la tesi di Ishiguro: ma la forma che vorremo sarà sempre quella che riconosceremo più somigliante alla nostra, in una connessione della forma con la funzione che caratterizza lo studio delle azioni umane fin dalla filosofia classica.

Dal ritratto al Geminoide. Senso e funzione del doppio robotico

Fabrizia Abbate
2020-01-01

Abstract

E’ cominciato il conto alla rovescia per la fine di un’etica incentrata soltanto sulle azioni degli uomini? C’è chi spinge l’etica del futuro ben oltre il discorso sulle capabilities: la preferenza sembra andare alla parola enhancement, potenziamento, rafforzamento delle facoltà umane, delle possibilità di azione, del conatus essendi. La robotica diventa allora il modello dell’oltreumano, il superamento del limite e dell’errore. C’è tuttavia un aspetto della robotica che riesce a farci fare i conti con il futuro e con il passato dell’etica, tenuti insieme: si tratta del suo legame con il ritratto e la somiglianza, e con l’uso dell’immaginazione che sostiene entrambe. Il caso scientifico dei robots umanoidi costruiti nel Department of Adaptive Machine Systems dell’Università di Osaka, (realizzato e diretto da Hiroshi Ishiguro) ci pone davanti ad automi definiti “geminoidi”, autentici doppi artificiali, umanoidi in grado di replicare esteticamente la nostra essenza di esseri umani. A partire da questo caso scientifico, la nostra proposta è quella di tornare a ragionare eticamente sulla seduzione del doppio umano, del ritratto e del sosia, con i tanti esempi artistici di quel sentimento del “perturbante” che Sigmund Freud ha descritto come proprio del doppio, della replicanza, della somiglianza nella differenza. Si può scegliere qualsiasi forma per questi robots, è la tesi di Ishiguro: ma la forma che vorremo sarà sempre quella che riconosceremo più somigliante alla nostra, in una connessione della forma con la funzione che caratterizza lo studio delle azioni umane fin dalla filosofia classica.
2020
978-88-9314-247-2
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