Has the countdown to the end of an ethics focused only on human actions begun? There are those who push the ethics of the future far beyond the discourse on capabilities: the preference seems to go to the word enhancement, potentiation, strengthening of human faculties, possibilities of action, conatus essendi. Robotics then becomes the model of the beyond-human, the overcoming of limit and error. There is, however, one aspect of robotics that succeeds in making us reckon with the future and the past of ethics, held together: it is its connection with portrayal and likeness, and with the use of imagination that sustains both. The scientific case of humanoid robots built in the Department of Adaptive Machine Systems at Osaka University, (created and directed by Hiroshi Ishiguro) confronts us with “geminoids,” authentic artificial doubles, humanoids capable of aesthetically replicating our essence as human beings. Our proposal is to return to ethically reasoning about the seduction of the human double, the portrait and the look-alike, with the many artistic examples of that feeling of the “uncanny” that Sigmund Freud described as proper to the double, to replication, to similarity in difference. We can choose any form for these robots, is Ishiguro's thesis: but the form we want will always be the one we recognize as most resembling our own, in a connection of form with function that has characterized the study of human actions since classical philosophy.

E’ cominciato il conto alla rovescia per la fine di un’etica incentrata soltanto sulle azioni degli uomini? C’è chi spinge l’etica del futuro ben oltre il discorso sulle capabilities: la preferenza sembra andare alla parola enhancement, potenziamento, rafforzamento delle facoltà umane, delle possibilità di azione, del conatus essendi. La robotica diventa allora il modello dell’oltreumano, il superamento del limite e dell’errore. C’è tuttavia un aspetto della robotica che riesce a farci fare i conti con il futuro e con il passato dell’etica, tenuti insieme: si tratta del suo legame con il ritratto e la somiglianza, e con l’uso dell’immaginazione che sostiene entrambe. Il caso scientifico dei robots umanoidi costruiti nel Department of Adaptive Machine Systems dell’Università di Osaka, (realizzato e diretto da Hiroshi Ishiguro) ci pone davanti ai “geminoidi”, autentici doppi artificiali, umanoidi in grado di replicare esteticamente la nostra essenza di esseri umani. La nostra proposta è quella di tornare a ragionare eticamente sulla seduzione del doppio umano, del ritratto e del sosia, con i tanti esempi artistici di quel sentimento del “perturbante” che Sigmund Freud ha descritto come proprio del doppio, della replicanza, della somiglianza nella differenza. Si può scegliere qualsiasi forma per questi robots, è la tesi di Ishiguro: ma la forma che vogliamo sarà sempre quella che riconosceremo più somigliante alla nostra, in una connessione della forma con la funzione che caratterizza lo studio delle azioni umane fin dalla filosofia classica.

Dal ritratto al Geminoide. Senso e funzione del doppio robotico

Fabrizia Abbate
2020-01-01

Abstract

Has the countdown to the end of an ethics focused only on human actions begun? There are those who push the ethics of the future far beyond the discourse on capabilities: the preference seems to go to the word enhancement, potentiation, strengthening of human faculties, possibilities of action, conatus essendi. Robotics then becomes the model of the beyond-human, the overcoming of limit and error. There is, however, one aspect of robotics that succeeds in making us reckon with the future and the past of ethics, held together: it is its connection with portrayal and likeness, and with the use of imagination that sustains both. The scientific case of humanoid robots built in the Department of Adaptive Machine Systems at Osaka University, (created and directed by Hiroshi Ishiguro) confronts us with “geminoids,” authentic artificial doubles, humanoids capable of aesthetically replicating our essence as human beings. Our proposal is to return to ethically reasoning about the seduction of the human double, the portrait and the look-alike, with the many artistic examples of that feeling of the “uncanny” that Sigmund Freud described as proper to the double, to replication, to similarity in difference. We can choose any form for these robots, is Ishiguro's thesis: but the form we want will always be the one we recognize as most resembling our own, in a connection of form with function that has characterized the study of human actions since classical philosophy.
2020
978-88-9314-247-2
E’ cominciato il conto alla rovescia per la fine di un’etica incentrata soltanto sulle azioni degli uomini? C’è chi spinge l’etica del futuro ben oltre il discorso sulle capabilities: la preferenza sembra andare alla parola enhancement, potenziamento, rafforzamento delle facoltà umane, delle possibilità di azione, del conatus essendi. La robotica diventa allora il modello dell’oltreumano, il superamento del limite e dell’errore. C’è tuttavia un aspetto della robotica che riesce a farci fare i conti con il futuro e con il passato dell’etica, tenuti insieme: si tratta del suo legame con il ritratto e la somiglianza, e con l’uso dell’immaginazione che sostiene entrambe. Il caso scientifico dei robots umanoidi costruiti nel Department of Adaptive Machine Systems dell’Università di Osaka, (realizzato e diretto da Hiroshi Ishiguro) ci pone davanti ai “geminoidi”, autentici doppi artificiali, umanoidi in grado di replicare esteticamente la nostra essenza di esseri umani. La nostra proposta è quella di tornare a ragionare eticamente sulla seduzione del doppio umano, del ritratto e del sosia, con i tanti esempi artistici di quel sentimento del “perturbante” che Sigmund Freud ha descritto come proprio del doppio, della replicanza, della somiglianza nella differenza. Si può scegliere qualsiasi forma per questi robots, è la tesi di Ishiguro: ma la forma che vogliamo sarà sempre quella che riconosceremo più somigliante alla nostra, in una connessione della forma con la funzione che caratterizza lo studio delle azioni umane fin dalla filosofia classica.
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