The study provides a survey of the state of the proposed topic. In particular, It highlights the power of women in Naples in the early modern age, in the contemporary literature and in the most recent historiography. The dimensions and the spaces of the 'active', subjective and conscious power of women, such as precisely aristocratic courts and fiefs, were studied. In cases of the full and traditional exercise of power, many ladies hardly worked in political and cultural life of the Kingdom and in the "capital" of their fiefs. This aspect emerged in several new researches. Women were protagonist in the management and enhancement of the fiefs and in the redistribution of resources. They activated relational autonomous and independent circuits, that were not always attributable to family aims. Women practiced political and diplomatic relationships with other courts and power places, through multiple and transnational connections.

Il contributo proverà a offrire una ricognizione dello stato degli studi sull’argomento proposto. In particolare si intende far luce su come la letteratura coeva e la storiografia più recente hanno rappresentato il potere delle donne nella Napoli della prima età moderna non tanto nelle sue dimensioni per così dire ‘sommerse’ – di cui può considerarsi ormai un classico l’attenzione riservata agli spazi monastici in quanto fucine di donne colte e intraprendenti, capaci di ritagliarsi margini di libertà di pensiero e autonomia dalle regole dettate dalla cultura religiosa e dalla cultura di genere dell'epoca -, ma in quelli che certamente furono, in casi che appaiono sempre più numerosi, dimensioni e spazi di potere ‘attivo’, soggettivo e consapevole delle donne, quali per l’appunto le corti aristocratiche e i feudi. In questi ambiti, appartenenti a pieno titolo alle forme di esercizio del potere più tradizionalmente inteso, furono molte le gentildonne che, come sta emergendo in tutta una serie di nuove ricerche, furono presenti nella vita politica e culturale della capitale del Regno e nelle “capitali” dei propri rispettivi feudi, attivandosi nella gestione e valorizzazione del feudo e nella ridistribuzione delle risorse, intrecciando circuiti relazionali in forme anche autonome e indipendenti, non sempre riconducibili all’ambito delle strategie familiari, praticando relazioni politiche e diplomatiche con altre corti e spazi di potere, lungo molteplici fili e molteplici connessioni anche transnazionali.

Le corti e i feudi: il potere delle donne nella Napoli della prima età moderna

E Novi Chavarria
2019-01-01

Abstract

The study provides a survey of the state of the proposed topic. In particular, It highlights the power of women in Naples in the early modern age, in the contemporary literature and in the most recent historiography. The dimensions and the spaces of the 'active', subjective and conscious power of women, such as precisely aristocratic courts and fiefs, were studied. In cases of the full and traditional exercise of power, many ladies hardly worked in political and cultural life of the Kingdom and in the "capital" of their fiefs. This aspect emerged in several new researches. Women were protagonist in the management and enhancement of the fiefs and in the redistribution of resources. They activated relational autonomous and independent circuits, that were not always attributable to family aims. Women practiced political and diplomatic relationships with other courts and power places, through multiple and transnational connections.
2019
978-88-917-9059-0
Il contributo proverà a offrire una ricognizione dello stato degli studi sull’argomento proposto. In particolare si intende far luce su come la letteratura coeva e la storiografia più recente hanno rappresentato il potere delle donne nella Napoli della prima età moderna non tanto nelle sue dimensioni per così dire ‘sommerse’ – di cui può considerarsi ormai un classico l’attenzione riservata agli spazi monastici in quanto fucine di donne colte e intraprendenti, capaci di ritagliarsi margini di libertà di pensiero e autonomia dalle regole dettate dalla cultura religiosa e dalla cultura di genere dell'epoca -, ma in quelli che certamente furono, in casi che appaiono sempre più numerosi, dimensioni e spazi di potere ‘attivo’, soggettivo e consapevole delle donne, quali per l’appunto le corti aristocratiche e i feudi. In questi ambiti, appartenenti a pieno titolo alle forme di esercizio del potere più tradizionalmente inteso, furono molte le gentildonne che, come sta emergendo in tutta una serie di nuove ricerche, furono presenti nella vita politica e culturale della capitale del Regno e nelle “capitali” dei propri rispettivi feudi, attivandosi nella gestione e valorizzazione del feudo e nella ridistribuzione delle risorse, intrecciando circuiti relazionali in forme anche autonome e indipendenti, non sempre riconducibili all’ambito delle strategie familiari, praticando relazioni politiche e diplomatiche con altre corti e spazi di potere, lungo molteplici fili e molteplici connessioni anche transnazionali.
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