Il saggio analizza l'importanza della pittura di Giorgio de Chirico negli anni Venti a Parigi, mettendone in luce la grande rilevanza dal punto di vista stilistico -tecnico e dal punto di vista iconologico. Il primo capitolo si occupa della qualità innovativa della pittura di de Chirico nei secondi anni Venti sia dal lato cromatico che materico, in una resa che rende unici e innovativi i dipinti di quel periodo. Il secondo capitolo affronta la visionarietà e la "realtà di sogno" di queste opere, mettendole in relazione con la filosofia di Schopenhauer, le incisioni di Max Klinger e gli scritti di Thomas De Quincey, che il pittore cita nei suoi testi illuminandoci sulla valenza simbolica di cicli come i "Mobili nella Valle", i "paesaggi negli interni", gli Archeologi, i Gladiatori, i Trofei di cui il saggio chiarisce molti nessi simbolici.
Sulla grande curva dell’eternità. Giorgio de Chirico tra passato e futuro
Lorenzo Canova
2018-01-01
Abstract
Il saggio analizza l'importanza della pittura di Giorgio de Chirico negli anni Venti a Parigi, mettendone in luce la grande rilevanza dal punto di vista stilistico -tecnico e dal punto di vista iconologico. Il primo capitolo si occupa della qualità innovativa della pittura di de Chirico nei secondi anni Venti sia dal lato cromatico che materico, in una resa che rende unici e innovativi i dipinti di quel periodo. Il secondo capitolo affronta la visionarietà e la "realtà di sogno" di queste opere, mettendole in relazione con la filosofia di Schopenhauer, le incisioni di Max Klinger e gli scritti di Thomas De Quincey, che il pittore cita nei suoi testi illuminandoci sulla valenza simbolica di cicli come i "Mobili nella Valle", i "paesaggi negli interni", gli Archeologi, i Gladiatori, i Trofei di cui il saggio chiarisce molti nessi simbolici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.