Il fenomeno di costruire facciate di chiese antiche e monumentali, da secoli senza "volti", nel secondo Ottocento conosce nuovi significati a partire dal primo concorso per la cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze (1861), giungendo all'acme in piena età umbertina, con i concorsi irrisolti per la basilica di San Petronio a Bologna e per il duomo di Milano, e con le innumerevoli facciate di chiese realizzate (Amalfi, Savona, Napoli, Arezzo, Pavia e molte altre). Tale fenomeno coinvolse non solo validi architetti, raffinati eruditi e critici attenti, ma anche uomini politici, amministrazioni civiche e soprattutto cittadini, mediante i comitati promotori e le tante associazioni di raccolta fondi, chiamati a discutere di temi artistici centrali per la cultura identitaria. Esito di una pluriennale ricerca, condotta in numerosi archivi e biblioteche, il libro offre una inedita chiave di lettura del fenomeno, indagando la complessità dei rapporti tra Stato e Chiesa, tra gruppi antipapali e gruppi clericali, e analizzando le singole vicende nel contesto più ampio della rifondazione laica del sistema politico, che da oltre quarant'anni, fin dall'affermarsi del liberalismo cavouriano risorgimentale, stava tentando di imporsi. Tra ricerca del passato, controversie sulla conservazione, finalità politiche e senso della storia nazionale, il fenomeno si esaurisce nei primi anni del Novecento, quando il dibattito sui monumenti della Terza Italia, quali simulacri del pensiero e dell'identità civile, si sposta verso altre questioni. Analizzando documenti inediti e fonti a stampa poco note, il libro "affronta - come scrive Fabio Mangone nella prefazione - un tema di grande importanza e di grande rilevanza nella vicenda storica dell'architettura post-unitaria, rimasto nel suo complesso - al di là di encomiabili approfondimenti monografici - negletto e inesplorato".
Questioni di facciata. Il «completamento» delle chiese in Italia e la dimensione politica dell'architettura 1861-1905
Savorra, Massimiliano
2018-01-01
Abstract
Il fenomeno di costruire facciate di chiese antiche e monumentali, da secoli senza "volti", nel secondo Ottocento conosce nuovi significati a partire dal primo concorso per la cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze (1861), giungendo all'acme in piena età umbertina, con i concorsi irrisolti per la basilica di San Petronio a Bologna e per il duomo di Milano, e con le innumerevoli facciate di chiese realizzate (Amalfi, Savona, Napoli, Arezzo, Pavia e molte altre). Tale fenomeno coinvolse non solo validi architetti, raffinati eruditi e critici attenti, ma anche uomini politici, amministrazioni civiche e soprattutto cittadini, mediante i comitati promotori e le tante associazioni di raccolta fondi, chiamati a discutere di temi artistici centrali per la cultura identitaria. Esito di una pluriennale ricerca, condotta in numerosi archivi e biblioteche, il libro offre una inedita chiave di lettura del fenomeno, indagando la complessità dei rapporti tra Stato e Chiesa, tra gruppi antipapali e gruppi clericali, e analizzando le singole vicende nel contesto più ampio della rifondazione laica del sistema politico, che da oltre quarant'anni, fin dall'affermarsi del liberalismo cavouriano risorgimentale, stava tentando di imporsi. Tra ricerca del passato, controversie sulla conservazione, finalità politiche e senso della storia nazionale, il fenomeno si esaurisce nei primi anni del Novecento, quando il dibattito sui monumenti della Terza Italia, quali simulacri del pensiero e dell'identità civile, si sposta verso altre questioni. Analizzando documenti inediti e fonti a stampa poco note, il libro "affronta - come scrive Fabio Mangone nella prefazione - un tema di grande importanza e di grande rilevanza nella vicenda storica dell'architettura post-unitaria, rimasto nel suo complesso - al di là di encomiabili approfondimenti monografici - negletto e inesplorato".I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.