Il lavoro ha posto l’attenzione sulla scarsa cultura economica e finanziaria della popolazione adulta e giovane, non solo italiana, rilevata da oltre un decennio da diverse istituzioni internazionali, l’Ocse su tutte, e nazionali, Istat e Banca d’Italia più di altre. A fronte di questa grande considerazione da parte di organismi che non si occupano sempre direttamente di educazione non si rileva una pari attenzione del mondo educativo istituzionale, e ancor più di quello accademico, non considerando, evidentemente, questa una emergenza sociale e un problema educativo da affrontare. In Italia, infatti, le uniche grandi attenzioni verso l’analfabetismo economico e finanziario della popolazione, soprattutto quella giovanile, provengono principalmente dal mondo bancario, il quale attraverso “agenzie educative” (Feduf, Banca d’Italia, ecc.) entrano nelle scuole per formare (o meglio informare) i giovani in questo ambito “nuovo” di cittadinanza, nella consapevolezza, però, che gli interventi formativi proposti non sono di natura organica e sistemica con la scuola stessa e, pertanto, relativamente poco efficaci per la formazione di una cultura economica e finanziaria. In questo quadro generale si intende denunciare la necessità di una immediata azione sui docenti in servizio e sui futuri docenti (quelli in formazione iniziale) di ogni ordine e grado per conoscere, prima di tutto, il loro effettivo livello di cultura economica e finanziaria; infatti, ad oggi non risultano indagini specifiche sugli insegnanti, i quali, pertanto, devono essere considerati nella categoria “adulti”, ai quali sono attribuite è attribuita una scarsa cultura economico-finanziaria. In secondo luogo, si ritiene necessaria un’azione formativa, seppur differenziata, al fine di consentire nel breve periodo, ai tutti i docenti di acquisire competenze metodologico-didattiche utili a introdurre l’economia attraverso la propria disciplina e sin dalla scuola dell’infanzia, andando così oltre la considerazione dell’economia come disciplina una specialistica, caratteristica, invece, de “La Buona Scuola”.
La economical and financial illiteracy dei docenti della scuola italiana
Refrigeri Luca
2017-01-01
Abstract
Il lavoro ha posto l’attenzione sulla scarsa cultura economica e finanziaria della popolazione adulta e giovane, non solo italiana, rilevata da oltre un decennio da diverse istituzioni internazionali, l’Ocse su tutte, e nazionali, Istat e Banca d’Italia più di altre. A fronte di questa grande considerazione da parte di organismi che non si occupano sempre direttamente di educazione non si rileva una pari attenzione del mondo educativo istituzionale, e ancor più di quello accademico, non considerando, evidentemente, questa una emergenza sociale e un problema educativo da affrontare. In Italia, infatti, le uniche grandi attenzioni verso l’analfabetismo economico e finanziario della popolazione, soprattutto quella giovanile, provengono principalmente dal mondo bancario, il quale attraverso “agenzie educative” (Feduf, Banca d’Italia, ecc.) entrano nelle scuole per formare (o meglio informare) i giovani in questo ambito “nuovo” di cittadinanza, nella consapevolezza, però, che gli interventi formativi proposti non sono di natura organica e sistemica con la scuola stessa e, pertanto, relativamente poco efficaci per la formazione di una cultura economica e finanziaria. In questo quadro generale si intende denunciare la necessità di una immediata azione sui docenti in servizio e sui futuri docenti (quelli in formazione iniziale) di ogni ordine e grado per conoscere, prima di tutto, il loro effettivo livello di cultura economica e finanziaria; infatti, ad oggi non risultano indagini specifiche sugli insegnanti, i quali, pertanto, devono essere considerati nella categoria “adulti”, ai quali sono attribuite è attribuita una scarsa cultura economico-finanziaria. In secondo luogo, si ritiene necessaria un’azione formativa, seppur differenziata, al fine di consentire nel breve periodo, ai tutti i docenti di acquisire competenze metodologico-didattiche utili a introdurre l’economia attraverso la propria disciplina e sin dalla scuola dell’infanzia, andando così oltre la considerazione dell’economia come disciplina una specialistica, caratteristica, invece, de “La Buona Scuola”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.