Il saggio ripercorre l'intera carriera del pittore Giancarlo Limoni (Roma, 1947), uno dei protagonisti della Nuova Scuola Romana che ha avuto tra i suoi maggiori punti di riferimento la Galleria L'Attico di Fabio Sargentini. Il saggio analizza le diverse fasi dell'opera di Limoni, a partire dagli anni Ottanta dove il suo colore si distende in accordi e dissonanze di segni e di materia cromatica in un dialogo serrato con la ruvida tessitura della tela. Nel corso degli anni, l’opera dell’artista si è fatta poi sempre più densa e complessa nella sua stratificazione di stesure e di intrecci pittorici, di paste cromatiche e di sprezzature esecutive, in quadri sospesi tra la lentezza della meditazione e la rapidità della stesura in rapporto con la leggerezza mentale dell’arte e del pensiero orientali. Dai primi cicli di opere a quelle più recenti, Limoni ha lavorato dunque sul corpo fisico e sulla struttura intellettuale della pittura, dando vita a un sistema che negli anni si è arricchito non solo di fioriture di materia quasi tattile e di una sempre maggiore sapienza esecutiva, ma di una pienezza lirica che sembra dare forma tangibile all’essenza sfuggente del tempo e al suo scorrere. L’artista dà forma così a una sorta di flusso vitale, sviluppato attraverso la forza millenaria del colore addensato sul supporto come un grumo esistenziale che ritrova il proprio senso grazie al gesto arcaico e perennemente rinnovato del pittore.
Il colore dei giardini del tempo
CANOVA, Lorenzo
2017-01-01
Abstract
Il saggio ripercorre l'intera carriera del pittore Giancarlo Limoni (Roma, 1947), uno dei protagonisti della Nuova Scuola Romana che ha avuto tra i suoi maggiori punti di riferimento la Galleria L'Attico di Fabio Sargentini. Il saggio analizza le diverse fasi dell'opera di Limoni, a partire dagli anni Ottanta dove il suo colore si distende in accordi e dissonanze di segni e di materia cromatica in un dialogo serrato con la ruvida tessitura della tela. Nel corso degli anni, l’opera dell’artista si è fatta poi sempre più densa e complessa nella sua stratificazione di stesure e di intrecci pittorici, di paste cromatiche e di sprezzature esecutive, in quadri sospesi tra la lentezza della meditazione e la rapidità della stesura in rapporto con la leggerezza mentale dell’arte e del pensiero orientali. Dai primi cicli di opere a quelle più recenti, Limoni ha lavorato dunque sul corpo fisico e sulla struttura intellettuale della pittura, dando vita a un sistema che negli anni si è arricchito non solo di fioriture di materia quasi tattile e di una sempre maggiore sapienza esecutiva, ma di una pienezza lirica che sembra dare forma tangibile all’essenza sfuggente del tempo e al suo scorrere. L’artista dà forma così a una sorta di flusso vitale, sviluppato attraverso la forza millenaria del colore addensato sul supporto come un grumo esistenziale che ritrova il proprio senso grazie al gesto arcaico e perennemente rinnovato del pittore.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.