Introduzione: MACI (Matrix-induced Autologous Chondrocyte Implantation) è una tecnica di ingegneria tissutale per il trattamento delle lesioni cartilaginee articolari a tutto spessore del ginocchio e della caviglia. Condrociti autologhi, prelevati per via artroscopica dal ginocchio, sono coltivati in vitro per 4 settimane in siero autologo e seminati su una membrana di collagene tipo I/III la quale, in un secondo tempo artrotomico, è applicata nel difetto condrale utilizzando esclusivamente colla di fibrina. Materiale e metodi: La struttura della membrana ed il fenotipo condrocitario sono stati analizzati utilizzando tecniche di microscopia (ottica e SEM), immunoistochimica (collagene tipo I e II) ed elettroforetica (SDS PAGE 7 %). Con questa metodica sono stati trattati 40 pazienti (26 uomini, 14 donne) con età compresa tra i 17 ed i 55 anni. La misura media del difetto era 3.9 cm2 (min. 2, max 5,8). Le sedi delle lesioni erano le seguenti: 19 condili femorali mediali, 7 condili femorali laterali, 3 piatti tibiali laterali, 4 rotule, 1 troclea femorale, 6 cupole astragaliche delle quali una associata a lesione della superficie tibiale. Due impianti tibiali sono stati eseguiti per via artroscopica. I pazienti sono stati valutati utilizzando le seguenti schede clinico-funzionali: ICRS, Cincinnati modificata, Lysholm II, Tegner ed AOFAS. A 6, 12, 24 e 36 mesi dall'intervento, l’impianto è stato monitorato con esame RM (GE e FSE Fat suppressed T2-w scans). Sono stati eseguiti 8 second look (4 ginocchia e 4 caviglie) con 2 prelievi bioptici analizzati con colorazioni specifiche per GAGs e immunoistochimica per collagene I e II. Risultati: I dati forniti dalla microscopia ottica e dalla SEM hanno evidenziato condroblasti attivi nella produzione di fibrille collageniche. L’analisi immunoistochimica ed elettroforetica ha dimostrato la presenza di collagene II all’interno della membrana. Il follow-up medio è di 19.5 mesi. Tredici pazienti presentano un follow-up superiore a 24 mesi. I risultati clinici risultano essere uniformemente buoni con un incremento dei punteggi rispetto al periodo antecedente la procedura ad eccezione del paziente con kissing lesion. La RM ha mostrato la presenza di tessuto cartilagineo simil-ialino con riduzione dell'edema nell'osso subcondrale rispetto ai controlli preoperatori. Nella kissing lesion non è stato evidenziato alcun tipo di tessuto di riparazione. Nei second look si è osservato il ripristino della superficie articolare con un tessuto ben integrato alla cartilagine circostante, stabile alle sollecitazioni tangenziali ed in compressione. I controlli bioptici hanno confermato la presenza di molecole tipiche della cartilagine ialina come i condroitin solfati ed il collagene II. Conclusioni: MACI® si presenta come una tecnica innovativa in virtù della semplicità di esecuzione dell’atto chirurgico, con riduzione dei tempi operatori e maggiore versatilità d’impiego rispetto alle tecniche tradizionali. I dati istologici e biochimici, così come i risultati clinico-funzionali e morfologici preliminari, dimostrano che MACI® è una tecnica promettente nel trattamento delle lesioni cartilaginee.
Condrociti su membrana (MACI®)
RONGA, MARIO;
2003-01-01
Abstract
Introduzione: MACI (Matrix-induced Autologous Chondrocyte Implantation) è una tecnica di ingegneria tissutale per il trattamento delle lesioni cartilaginee articolari a tutto spessore del ginocchio e della caviglia. Condrociti autologhi, prelevati per via artroscopica dal ginocchio, sono coltivati in vitro per 4 settimane in siero autologo e seminati su una membrana di collagene tipo I/III la quale, in un secondo tempo artrotomico, è applicata nel difetto condrale utilizzando esclusivamente colla di fibrina. Materiale e metodi: La struttura della membrana ed il fenotipo condrocitario sono stati analizzati utilizzando tecniche di microscopia (ottica e SEM), immunoistochimica (collagene tipo I e II) ed elettroforetica (SDS PAGE 7 %). Con questa metodica sono stati trattati 40 pazienti (26 uomini, 14 donne) con età compresa tra i 17 ed i 55 anni. La misura media del difetto era 3.9 cm2 (min. 2, max 5,8). Le sedi delle lesioni erano le seguenti: 19 condili femorali mediali, 7 condili femorali laterali, 3 piatti tibiali laterali, 4 rotule, 1 troclea femorale, 6 cupole astragaliche delle quali una associata a lesione della superficie tibiale. Due impianti tibiali sono stati eseguiti per via artroscopica. I pazienti sono stati valutati utilizzando le seguenti schede clinico-funzionali: ICRS, Cincinnati modificata, Lysholm II, Tegner ed AOFAS. A 6, 12, 24 e 36 mesi dall'intervento, l’impianto è stato monitorato con esame RM (GE e FSE Fat suppressed T2-w scans). Sono stati eseguiti 8 second look (4 ginocchia e 4 caviglie) con 2 prelievi bioptici analizzati con colorazioni specifiche per GAGs e immunoistochimica per collagene I e II. Risultati: I dati forniti dalla microscopia ottica e dalla SEM hanno evidenziato condroblasti attivi nella produzione di fibrille collageniche. L’analisi immunoistochimica ed elettroforetica ha dimostrato la presenza di collagene II all’interno della membrana. Il follow-up medio è di 19.5 mesi. Tredici pazienti presentano un follow-up superiore a 24 mesi. I risultati clinici risultano essere uniformemente buoni con un incremento dei punteggi rispetto al periodo antecedente la procedura ad eccezione del paziente con kissing lesion. La RM ha mostrato la presenza di tessuto cartilagineo simil-ialino con riduzione dell'edema nell'osso subcondrale rispetto ai controlli preoperatori. Nella kissing lesion non è stato evidenziato alcun tipo di tessuto di riparazione. Nei second look si è osservato il ripristino della superficie articolare con un tessuto ben integrato alla cartilagine circostante, stabile alle sollecitazioni tangenziali ed in compressione. I controlli bioptici hanno confermato la presenza di molecole tipiche della cartilagine ialina come i condroitin solfati ed il collagene II. Conclusioni: MACI® si presenta come una tecnica innovativa in virtù della semplicità di esecuzione dell’atto chirurgico, con riduzione dei tempi operatori e maggiore versatilità d’impiego rispetto alle tecniche tradizionali. I dati istologici e biochimici, così come i risultati clinico-funzionali e morfologici preliminari, dimostrano che MACI® è una tecnica promettente nel trattamento delle lesioni cartilaginee.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.