Il tema relativo alle regole di giudizio rappresenta un argomento di viva e palpitante attualità in considerazione delle numerose implicazioni che ad esso sono ontologicamente connesse. Ci si riferisce al comportamento che va osservato dall’Autorità Giudiziaria nel momento in cui deve determinarsi: in particolare, al pubblico ministero nella scelta tra azione ed inazione e al giudice nel momento in cui deve adottare una decisione. In presenza di particolari condizioni, invero, la regola di giudizio impone di assumere determinazioni peculiari nell’ottica di evitare attività procedimentali o giurisdizionali inutili e/o superflue. E’ evidente, allora, che la regola orienta i comportamenti e condiziona le scelte del pubblico ministero riducendo i margini di discrezionalità nell’adempimento del dovere di agire. Nella fase processuale, invece, la regola impone di arrestare la “progressione processuale” in presenza di determinati presupposti. In questo contesto, si inserisce l’istituto dell’immediata declaratoria di determinate cause di non punibilità, con cui si persegue l’interesse dell’imputato ad ottenere la rapida definizione del processo. L’immediatezza che la contraddistingue scandisce i tempi e la fase entro cui deve operare e soggiace solo nel caso in cui l’imputato deve essere prosciolto con una formula più favorevole. Il testo, oltre ad analizzare l’evoluzione storica dell’istituto, propone una riflessione sulle diverse formule di proscioglimento e sui rapporti tra le differenti regole di giudizio che operano nelle fasi procedimentali, sempre nella prospettiva di evitare attività inutili.

Le regole di giudizio tra archiviazione e proscioglimento

CECANESE, Gianfederico
2012-01-01

Abstract

Il tema relativo alle regole di giudizio rappresenta un argomento di viva e palpitante attualità in considerazione delle numerose implicazioni che ad esso sono ontologicamente connesse. Ci si riferisce al comportamento che va osservato dall’Autorità Giudiziaria nel momento in cui deve determinarsi: in particolare, al pubblico ministero nella scelta tra azione ed inazione e al giudice nel momento in cui deve adottare una decisione. In presenza di particolari condizioni, invero, la regola di giudizio impone di assumere determinazioni peculiari nell’ottica di evitare attività procedimentali o giurisdizionali inutili e/o superflue. E’ evidente, allora, che la regola orienta i comportamenti e condiziona le scelte del pubblico ministero riducendo i margini di discrezionalità nell’adempimento del dovere di agire. Nella fase processuale, invece, la regola impone di arrestare la “progressione processuale” in presenza di determinati presupposti. In questo contesto, si inserisce l’istituto dell’immediata declaratoria di determinate cause di non punibilità, con cui si persegue l’interesse dell’imputato ad ottenere la rapida definizione del processo. L’immediatezza che la contraddistingue scandisce i tempi e la fase entro cui deve operare e soggiace solo nel caso in cui l’imputato deve essere prosciolto con una formula più favorevole. Il testo, oltre ad analizzare l’evoluzione storica dell’istituto, propone una riflessione sulle diverse formule di proscioglimento e sui rapporti tra le differenti regole di giudizio che operano nelle fasi procedimentali, sempre nella prospettiva di evitare attività inutili.
2012
978-88-495-2247-1
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