Sociologo ed economista politico, Leopold von Wiese und Kaiserswaldau (1876–1969) è stato presidente della Società tedesca di sociologia e direttore dell’importante periodico “Kölner Vierteljahrshefte für Sozialwissenschaften”. Allievo di Gustav Schmoller e di Wilhelm Dilthey, ha elaborato la Beziehungslehre (teoria delle relazioni), affine alla sociologia formale di Georg Simmel. Convinto assertore del legame fondativo tra filosofia e sociologia, ha rivisitato criticamente l’interazione tra teoria e ricerca empirica, ponendo in questione lo statuto dogmatico delle supposte certezze fattuali, senza peraltro negare la necessità del confronto con i dati di realtà. Acuto interprete del presente (“la contemporaneità è ‘povera’ perché non appaga il cuore e lo spirito, perché non riesce a soddisfare l’aspirazione ai valori, perché esce dalla crisalide come farfalla imperfetta. Proprio gli intellettuali che scavano più in profondità, avvertono questa insoddisfazione con maggior dolore”), ha anticipato panorami futuri, segnati dalla “dispersione”, dalla “fluidità”, dalla “contingenza”. Scenari inattuali, all’epoca in cui scriveva, còlti con autentica, quasi veggente, ‘immaginazione sociologica’.
Filosofia e sociologia (Philosophie und Soziologie) di Leopold von Wiese. Con saggio introduttivo di Maria Ausilia Simonelli dal titolo "Esattezza empirica e verità filosofica"
SIMONELLI, Maria Ausilia
2011-01-01
Abstract
Sociologo ed economista politico, Leopold von Wiese und Kaiserswaldau (1876–1969) è stato presidente della Società tedesca di sociologia e direttore dell’importante periodico “Kölner Vierteljahrshefte für Sozialwissenschaften”. Allievo di Gustav Schmoller e di Wilhelm Dilthey, ha elaborato la Beziehungslehre (teoria delle relazioni), affine alla sociologia formale di Georg Simmel. Convinto assertore del legame fondativo tra filosofia e sociologia, ha rivisitato criticamente l’interazione tra teoria e ricerca empirica, ponendo in questione lo statuto dogmatico delle supposte certezze fattuali, senza peraltro negare la necessità del confronto con i dati di realtà. Acuto interprete del presente (“la contemporaneità è ‘povera’ perché non appaga il cuore e lo spirito, perché non riesce a soddisfare l’aspirazione ai valori, perché esce dalla crisalide come farfalla imperfetta. Proprio gli intellettuali che scavano più in profondità, avvertono questa insoddisfazione con maggior dolore”), ha anticipato panorami futuri, segnati dalla “dispersione”, dalla “fluidità”, dalla “contingenza”. Scenari inattuali, all’epoca in cui scriveva, còlti con autentica, quasi veggente, ‘immaginazione sociologica’.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.