La destra italiana, nella sua storia dal secondo dopoguerra in avanti, non può essere identificata soltanto con quella del solo Movimento sociale italiano. Per di più, accanto agli altri partiti tradizionali della destra, e cioè il Partito liberale italiano e il Partito nazionale monarchico (cui si sarebbe poi aggiunto anche il Partito monarchico popolare), in quella stessa area operarono sempre gruppi e formazioni politiche minori – sovente poco conosciute - non riconducibili a quei citati partiti. Due sono state le costanti che hanno caratterizzato il variegato e composito universo della destra nazionale: l’eccessiva frammentazione da una parte, e la spasmodica quanto infruttuosa ricerca di una unità, soprattutto se finalizzata alla costruzione di un soggetto unico, dall’altra parte. Era il tentativo di creare quel che si definiva “grande destra”. Il presente volume analizza, attraverso l’impiego di una vasta quanto inedita documentazione di archivio, che cosa si muoveva in quello spazio, tanto ampio quanto paradossalmente ridotto nei suffragi allo stesso tempo, che si trovava a destra della Democrazia cristiana, a partire dalla prima legislatura repubblicana del 1948, fino all’avvento del centrosinistra organico nel 1963. Vengono passati in rassegna uomini, idee e gruppi politici - alcuni dei quali costituitisi in partiti a tutti gli effetti e sinora sottoposti al silenzio della storia - al fine di comprendere la reale consistenza della destra nel suo insieme composito di tre famiglie politiche (liberale, monarchica, postfascista), le quali hanno originato partiti non destinati a parlarsi fattivamente e, soprattutto, a capirsi. Anche da qui il fallimento di quell’ipotesi, che pure molti auspicavano con convinzione, chiamata “grande destra”.
Nazione, ordine e altri disegni. Vicende politiche nella destra italiana (1948-1963)
PARDINI, Giuseppe
2011-01-01
Abstract
La destra italiana, nella sua storia dal secondo dopoguerra in avanti, non può essere identificata soltanto con quella del solo Movimento sociale italiano. Per di più, accanto agli altri partiti tradizionali della destra, e cioè il Partito liberale italiano e il Partito nazionale monarchico (cui si sarebbe poi aggiunto anche il Partito monarchico popolare), in quella stessa area operarono sempre gruppi e formazioni politiche minori – sovente poco conosciute - non riconducibili a quei citati partiti. Due sono state le costanti che hanno caratterizzato il variegato e composito universo della destra nazionale: l’eccessiva frammentazione da una parte, e la spasmodica quanto infruttuosa ricerca di una unità, soprattutto se finalizzata alla costruzione di un soggetto unico, dall’altra parte. Era il tentativo di creare quel che si definiva “grande destra”. Il presente volume analizza, attraverso l’impiego di una vasta quanto inedita documentazione di archivio, che cosa si muoveva in quello spazio, tanto ampio quanto paradossalmente ridotto nei suffragi allo stesso tempo, che si trovava a destra della Democrazia cristiana, a partire dalla prima legislatura repubblicana del 1948, fino all’avvento del centrosinistra organico nel 1963. Vengono passati in rassegna uomini, idee e gruppi politici - alcuni dei quali costituitisi in partiti a tutti gli effetti e sinora sottoposti al silenzio della storia - al fine di comprendere la reale consistenza della destra nel suo insieme composito di tre famiglie politiche (liberale, monarchica, postfascista), le quali hanno originato partiti non destinati a parlarsi fattivamente e, soprattutto, a capirsi. Anche da qui il fallimento di quell’ipotesi, che pure molti auspicavano con convinzione, chiamata “grande destra”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.