Lorenzo Canova’s essay, written for the thirtieth anniversary of Casa d’Arte San Lorenzo, offers a reinterpretation of Giorgio de Chirico’s work through the concept of “Continuous Metaphysics,” which unifies his production from 1910 to 1978. At the center of this reflection is the human figure, seen as the cornerstone of his poetics, in constant dialogue with antiquity and the painting of the great masters of the past. Canova analyzes the artist’s main cycles: the Gladiators, symbols of tragic fate; the Piazze d’Italia, emblems of eternal return; and the “Baroque” period, marked by a return to high-quality painting and stylistic freedom. Significant space is also devoted to drawing, which de Chirico considered the structural foundation of artistic creation and a manifestation of the link between mind and hand. The exhibition, featuring over seventy works, also reflects on the role of collecting and the gallery’s consistent commitment to promoting the authenticity of de Chirico’s oeuvre. It all fits within a cyclical vision of time, which rejects the idea of linear progress in favor of a timeless poetics.

Il saggio di Lorenzo Canova, scritto per i trent’anni della Casa d’Arte San Lorenzo, propone una rilettura dell’opera di Giorgio de Chirico attraverso il concetto di “Metafisica continua”, che unifica la sua produzione dal 1910 al 1978. Al centro della riflessione è la figura umana, intesa come elemento cardine della sua poetica, in dialogo costante con l’antichità e la pittura dei grandi maestri del passato. Canova analizza i principali cicli dell’artista: i Gladiatori, emblemi del destino tragico; le Piazze d’Italia, simbolo dell’eterno ritorno; e il periodo “barocco”, segnato dal recupero della pittura di qualità e dalla libertà stilistica. Ampio spazio è riservato anche al disegno, considerato da de Chirico come struttura portante dell’opera artistica e manifestazione del legame tra mente e mano. La mostra, con oltre settanta opere, riflette anche sul ruolo del collezionismo e sulla coerenza della galleria nel promuovere l’autenticità dell’opera di de Chirico. Il tutto si inserisce in una visione ciclica del tempo, che rifiuta l’idea di progresso lineare a favore di una poetica fuori dal tempo.

L’eterno ritorno della figura. Giorgio de Chirico per trent’anni di Casa d’Arte San Lorenzo.

lorenzo canova
2025-01-01

Abstract

Lorenzo Canova’s essay, written for the thirtieth anniversary of Casa d’Arte San Lorenzo, offers a reinterpretation of Giorgio de Chirico’s work through the concept of “Continuous Metaphysics,” which unifies his production from 1910 to 1978. At the center of this reflection is the human figure, seen as the cornerstone of his poetics, in constant dialogue with antiquity and the painting of the great masters of the past. Canova analyzes the artist’s main cycles: the Gladiators, symbols of tragic fate; the Piazze d’Italia, emblems of eternal return; and the “Baroque” period, marked by a return to high-quality painting and stylistic freedom. Significant space is also devoted to drawing, which de Chirico considered the structural foundation of artistic creation and a manifestation of the link between mind and hand. The exhibition, featuring over seventy works, also reflects on the role of collecting and the gallery’s consistent commitment to promoting the authenticity of de Chirico’s oeuvre. It all fits within a cyclical vision of time, which rejects the idea of linear progress in favor of a timeless poetics.
2025
9788883419911
Il saggio di Lorenzo Canova, scritto per i trent’anni della Casa d’Arte San Lorenzo, propone una rilettura dell’opera di Giorgio de Chirico attraverso il concetto di “Metafisica continua”, che unifica la sua produzione dal 1910 al 1978. Al centro della riflessione è la figura umana, intesa come elemento cardine della sua poetica, in dialogo costante con l’antichità e la pittura dei grandi maestri del passato. Canova analizza i principali cicli dell’artista: i Gladiatori, emblemi del destino tragico; le Piazze d’Italia, simbolo dell’eterno ritorno; e il periodo “barocco”, segnato dal recupero della pittura di qualità e dalla libertà stilistica. Ampio spazio è riservato anche al disegno, considerato da de Chirico come struttura portante dell’opera artistica e manifestazione del legame tra mente e mano. La mostra, con oltre settanta opere, riflette anche sul ruolo del collezionismo e sulla coerenza della galleria nel promuovere l’autenticità dell’opera di de Chirico. Il tutto si inserisce in una visione ciclica del tempo, che rifiuta l’idea di progresso lineare a favore di una poetica fuori dal tempo.
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