Il saggio di Lorenzo Canova esplora l’attività critica di Giorgio de Chirico focalizzandosi su tre artiste – Leonor Fini, Maria Signorelli e Paola Levi-Montalcini – alle quali il pittore dedicò scritti fondamentali tra gli anni Trenta e Quaranta del Novecento. Attraverso una lettura approfondita dei testi dechirichiani, l’autore mette in luce la centralità del concetto di “spettacolo” nell’approccio interpretativo dell’artista, evidenziando il valore poetico, teatrale e visionario attribuito alle opere delle tre protagoniste. Il saggio analizza il linguaggio lirico e simbolico usato da de Chirico per Fini, la poetica della materia e della trasformazione nei fantocci-scultura di Signorelli, e la struttura costruttiva e quasi metafisica della pittura di Levi-Montalcini. Sullo sfondo, emerge anche il coraggio politico di de Chirico nel sostenere, durante il periodo delle leggi razziali, un’artista ebrea come Levi-Montalcini, con un gesto che assume una chiara valenza etica. Canova propone così una rilettura critica dell’operato dechirichiano, riconoscendone il contributo alla valorizzazione del talento femminile in un contesto culturale ancora dominato da logiche patriarcali. Il “senso dello spettacolo” diventa la chiave interpretativa che lega queste tre figure in una narrazione dove arte, critica, memoria e impegno si fondono in una riflessione originale sull’identità dell’artista donna nel Novecento.

Il senso dello spettacolo. Maria Signorelli, Leonor Fini e Paola Levi-Montalcini negli scritti di Giorgio de Chirico

lorenzo canova
2024-01-01

Abstract

Il saggio di Lorenzo Canova esplora l’attività critica di Giorgio de Chirico focalizzandosi su tre artiste – Leonor Fini, Maria Signorelli e Paola Levi-Montalcini – alle quali il pittore dedicò scritti fondamentali tra gli anni Trenta e Quaranta del Novecento. Attraverso una lettura approfondita dei testi dechirichiani, l’autore mette in luce la centralità del concetto di “spettacolo” nell’approccio interpretativo dell’artista, evidenziando il valore poetico, teatrale e visionario attribuito alle opere delle tre protagoniste. Il saggio analizza il linguaggio lirico e simbolico usato da de Chirico per Fini, la poetica della materia e della trasformazione nei fantocci-scultura di Signorelli, e la struttura costruttiva e quasi metafisica della pittura di Levi-Montalcini. Sullo sfondo, emerge anche il coraggio politico di de Chirico nel sostenere, durante il periodo delle leggi razziali, un’artista ebrea come Levi-Montalcini, con un gesto che assume una chiara valenza etica. Canova propone così una rilettura critica dell’operato dechirichiano, riconoscendone il contributo alla valorizzazione del talento femminile in un contesto culturale ancora dominato da logiche patriarcali. Il “senso dello spettacolo” diventa la chiave interpretativa che lega queste tre figure in una narrazione dove arte, critica, memoria e impegno si fondono in una riflessione originale sull’identità dell’artista donna nel Novecento.
2024
978-88-9280-234-6
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