L’elezione al soglio di pontificio di Gregorio XV Ludovisi nel 1621 segnò significativamente l’esordio di uno dei più promettenti artisti emiliani, Guercino, e al contempo determinò la piena consacrazione dei “bolognesi”, Domenichino e Giovanni Battista Viola, riuniti nell’Urbe in quello stesso anno e coinvolti nei lavori di edificazione e allestimento di Villa Ludovisi al Pincio. Il vasto e complesso programma iconografico concepito da Ludovico Ludovisi per il Casino, comprendeva oltre il celebre affresco con l’Aurora, anche i paesaggi realizzati nell’adiacente Sala del Camino da Domenichino, Paul Bril, Guercino e Giovanni Battista Viola. Le rispondenze tra il paesaggio dipinto e quello reale dei giardini della villa, si ritrovano negli affreschi degli artisti ludovisiani, espressione di quel gusto inedito che si afferma nell’Urbe per il genere paesaggistico “ideale” inaugurato da Annibale Carracci nel primo decennio del secolo con la lunetta Aldobrandini. Questi affreschi costituiscono uno snodo fondamentale su cui si incentra il contributo nella prima parte, per ricostruire la produzione paesaggistica di Guercino, piuttosto breve e limitata alla prima attività dell’artista, i modelli cui si rifece e i paesaggisti con cui entra a contatto nell’Urbe. La presenza di Domenichino e le importanti teorie da lui promulgate insieme al teatino Zaccolini, il contatto con il fiammingo Bril e con Filippo Napoletano, artista caro ai Ludovisi come dimostrano le opere citate negli inventari del 1623 e del 1633, consentono di ricostruire l’ambiente in cui fu accolto Guercino, i cui riflessi si colgono nelle opere realizzate in quegli anni, importante precedente per l’opera di N. Pooussin e C. Lorrain.

Alla ricerca dell'Arcadia nella pittura di paesaggio

Camilla Fiore
2024-01-01

Abstract

L’elezione al soglio di pontificio di Gregorio XV Ludovisi nel 1621 segnò significativamente l’esordio di uno dei più promettenti artisti emiliani, Guercino, e al contempo determinò la piena consacrazione dei “bolognesi”, Domenichino e Giovanni Battista Viola, riuniti nell’Urbe in quello stesso anno e coinvolti nei lavori di edificazione e allestimento di Villa Ludovisi al Pincio. Il vasto e complesso programma iconografico concepito da Ludovico Ludovisi per il Casino, comprendeva oltre il celebre affresco con l’Aurora, anche i paesaggi realizzati nell’adiacente Sala del Camino da Domenichino, Paul Bril, Guercino e Giovanni Battista Viola. Le rispondenze tra il paesaggio dipinto e quello reale dei giardini della villa, si ritrovano negli affreschi degli artisti ludovisiani, espressione di quel gusto inedito che si afferma nell’Urbe per il genere paesaggistico “ideale” inaugurato da Annibale Carracci nel primo decennio del secolo con la lunetta Aldobrandini. Questi affreschi costituiscono uno snodo fondamentale su cui si incentra il contributo nella prima parte, per ricostruire la produzione paesaggistica di Guercino, piuttosto breve e limitata alla prima attività dell’artista, i modelli cui si rifece e i paesaggisti con cui entra a contatto nell’Urbe. La presenza di Domenichino e le importanti teorie da lui promulgate insieme al teatino Zaccolini, il contatto con il fiammingo Bril e con Filippo Napoletano, artista caro ai Ludovisi come dimostrano le opere citate negli inventari del 1623 e del 1633, consentono di ricostruire l’ambiente in cui fu accolto Guercino, i cui riflessi si colgono nelle opere realizzate in quegli anni, importante precedente per l’opera di N. Pooussin e C. Lorrain.
2024
9788856909883
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11695/145949
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