Mentre la nuova maniera dell’architettura si irradiava nella Penisola «a opera di Bramante, di Raffaello e dei loro diretti continuatori [...] su un ancor attivo substrato antico e medievale delle più avanzate, differenti, elaborazioni culturali del secolo precedente», una ricca e sfaccettata letteratura architettonica, sulla scia del De re aedificatoria di Leon Battista Alberti steso in latino umanistico nel tardo Quattrocento, esplose nella prima metà del secolo XVI sia con le edizioni e i volgarizzamenti commentati del De architectura sia con i primi trattati (a partire dalle Regole generali di architettura di Sebastiano Serlio edite nel 1537) , rispecchiando nella sua veste linguistica la tensione fra l’esigenza avvertita di una nuova terminologia tecnica comune e il sostrato della lingua d’uso degli scriventi, nella stragrande maggioranza architetti.
I volgari italiani negli scritti di architettura dal medioevo al rinascimento e le prime traduzioni del “De re aedificatoria” di Leon Battista Alberti
siekiera
2022-01-01
Abstract
Mentre la nuova maniera dell’architettura si irradiava nella Penisola «a opera di Bramante, di Raffaello e dei loro diretti continuatori [...] su un ancor attivo substrato antico e medievale delle più avanzate, differenti, elaborazioni culturali del secolo precedente», una ricca e sfaccettata letteratura architettonica, sulla scia del De re aedificatoria di Leon Battista Alberti steso in latino umanistico nel tardo Quattrocento, esplose nella prima metà del secolo XVI sia con le edizioni e i volgarizzamenti commentati del De architectura sia con i primi trattati (a partire dalle Regole generali di architettura di Sebastiano Serlio edite nel 1537) , rispecchiando nella sua veste linguistica la tensione fra l’esigenza avvertita di una nuova terminologia tecnica comune e il sostrato della lingua d’uso degli scriventi, nella stragrande maggioranza architetti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.